I vescovi delle diocesi dell’antico Tirolo riflettono sul tema della libertà
“Dobbiamo fare in modo che anche persone di lingua e cultura differenti possano sentirsi
«a casa» in questa nostra terra e dobbiamo pure essere grati che essi desiderino impegnarsi
per la nostra terra”. Lo scrivono i vescovi dell’antico Tirolo mons. Alois Kothgasser
(Salisburgo), mons. Luigi Bressan (Trento), mons. Manfred Scheuer (Innsbruck) e mons.
Karl Golser (Bolzano-Bressanone) nella lettera pastorale “Volgeranno lo sguardo a
colui che hanno trafitto (Gv 19,37)”. Il documento è stato scritto in occasione del
bicentenario delle lotte antibavaresi guidate da Andreas Hofer, e alla vigilia della
festa del Sacro Cuore, a cui il Tirolo è legato da un antico voto. Nella lettera pastorale,
presentata ieri a Bolzano – in videoconferenza con Innsbruck e Salisburgo – i vescovi
riflettono sul significato di libertà. “Possiamo interpretare gli eventi del 1809
nel segno della libertà – scrivono – come tentativo di conquistare la libertà politica
dalla Baviera, che era alleata con i francesi, e anche come protesta contro la repressione
illuministica delle più amate tradizioni religiose. “La vera libertà non consiste
nel tenere aperte sempre tutte le possibilità, ma essa deve essere pronta a «riempirsi»
di opere significative e deve saper assumersi degli impegni”. Lo sottolineano i vescovi
Kothgasser, Bressan, Scheuer e Golser nella lettera pastorale scritta insieme alla
vigilia della festa del Sacro Cuore, in cui partendo dalle vicende del passato, riflettono
sulla realtà presente. Parlando della libertà religiosa, i vescovi dell’antico Tirolo
sottolineano l’importanza del dialogo, basato sulla conoscenza delle proprie radici.
I quattro vescovi ricordano infine che “libertà di religione significa anche consentire
alla Chiesa di impegnarsi, a servizio del bene comune, per i diritti di tutte le persone,
compresi i bambini non nati, i diversamente abili, i malati e coloro che hanno bisogno
di assistenza”. (A.D.G.)