Orissa: nel Kandhamal i cristiani ancora nel mirino degli estremisti
Tensioni e scontri tra polizia e fanatici indù dopo l’arresto di un leader dello Sangh
Parivar, colpevole dell’omicidio di alcuni cristiani tribali e di agenti della Polizia
centrale. È accaduto nel villaggio di Sirsapanga, nel distretto del Kandhamal, nello
Stato indiano dell'Orissa. Il 6 giugno, - riferisce l'agenzia AsiaNews - la vedova
di un cristiano tribale ucciso a ottobre da estremisti indù, ha riconosciuto l’assassino
del marito mentre si trovava al mercato. Kalia Pradhan, questo il nome dell’omicida,
aveva fatto perdere le sue trace da nove mesi, ma di recente era stato visto in diversi
luoghi pubblici del villaggio. Testimoni raccontano che la donna, non appena ha riconosciuto
l’uomo, ha iniziato ad urlare: “L’assassino di mio marito è qui” suscitando così agitazione
tra i presenti. Interpellato da AsiaNews, Sajan K George, presidente del Global Council
of Indian Christians racconta che “la donna si è recata al posto di polizia per chiedere
l’arresto di Kalia Pradhan. Gli agenti per un po’ hanno tergiversato. Solo l’insistenza
del fratello della donna, che ha telefonato al coordinatore e al sopraintendente della
polizia, ha portato all’intervento degli agenti e all’arresto dell’uomo”. Dopo l’operazione
delle locali forze di sicurezza, i sostenitori del Sangh Parivar hanno iniziato a
manifestare presso il posto di polizia di Raikia chiedendo la liberazione dell’assassino.
Gli agenti hanno poi disperso il gruppo di manifestanti, ma a seguito dell’avvenimento
hanno allertato sacerdoti e fedeli della zona temendo rappresaglie. Il villaggio di
Sirsapanga è diventato teatro di nuove tensioni da quando il governo ha deciso il
ritiro delle forze di polizia, cominciato il 31 maggio. In coincidenza con l’inizio
della smobilitazione degli agenti, stanziati nella zona a protezione dei cristiani,
sono state bruciate tre case appartenenti a famiglie cattoliche. (R.P.)