Al vertice di Roma le strategie per contenere la diffusione dell'Influenza A, che
ha contagiato 25 mila persone nel mondo
Con l’obiettivo di fare il punto sul virus A/H1N1 e per valutare le strategie possibili
sul contrasto alla diffusione della nuova influenza, si sono riuniti ieri a Roma,
all’Istituto superiore di sanità, esperti di tutto il mondo in un confronto sulle
strategie intraprese in Italia e a livello internazionale. A presiedere l’incontro,
il viceministro italiano della Salute, Ferruccio Fazio. Il servizio di Giada Aquilino:
Oltre 25
mila casi di infezione in 73 Paesi del mondo e 139 vittime. Questo l’ultimo aggiornamento
sulla nuova influenza A/H1N1 fornito dall'Organizzazione mondiale della sanità: le
cifre indicano, in base ai dati precedenti, un andamento crescente del contagio. La
maggioranza delle infezioni continua ad essere segnalata in Nord America. In Italia
sono saliti a 50 i casi riconosciuti. Se ne è parlato ieri in una riunione a Roma,
all’Istituto Superiore di Sanità, con esperti di tutto il mondo a confronto sulle
strategie di contrasto alla diffusione della Nuova influenza. A fare il punto sul
virus A/H1N1 è stato il viceministro italiano della Salute, Ferruccio Fazio: “Per
adesso, la malattia è leggera, però esiste la possibilità - teorica, ma c’è sempre
stata - che in un domani si possa per così dire ‘riassortare’ con altri ceppi, per
esempio di influenza aviaria, e diventare più aggressiva. Noi adesso abbiamo attivato
una serie di misure di contenimento. Sono due i sistemi di trasmissione più importanti:
uno, quello a distanza, dovuto alle persone soprattutto di mezza età che viaggiano,
e l’altro è quello dei ragazzi, a scuola. Una cosa sembra abbastanza chiara, e che
cioè non sarà comunque un vaccino unico da unire all’influenza stagionale. Più o meno
da fine ottobre in poi dovrebbero essere pronti”. Ma che tipo di virus
è quello denominato A/H1N1? Ce lo spiega Gianni Rezza, capo del
Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità: R.
- Questo è un virus che viene probabilmente originariamente dal maiale, ma che dopo
è diventato un virus umano e che quindi si può trasmettere da persona a persona. Non
sembra essere più aggressivo rispetto ai virus della normale influenza stagionale:
l’unico problema che c’è è che la totalità della popolazione è suscettibile e quindi
sembra diffondersi, e sembra essere in grado di diffondersi, molto rapidamente. D.
- Nell'immediato, quali sono le linee di azione a livello internazionale? R.
- Naturalmente, nei Paesi in cui ancora non c’è una diffusione dell’infezione nel
Paese: in questi Paesi è ancora possibile contenere l’infezione, cioè impedire che
l’infezione si trasmetta dai viaggiatori ad altre persone. Naturalmente, in Paesi
come il Messico e gli Stati Uniti, dove l’infezione invece già si è diffusa, si adottano
quelle strategie di mitigazione: ovvero, si chiudono ad esempio le scuole quando ci
sono persone malate, oppure si tendono ad evitare le aggregazioni in luoghi molto
affollati, in modo da ridurre l’impatto dell’infezione.