Oggi ricorre il bicentenario della nascita del cardinale Guglielmo Massaja
Ricorre oggi il bicentenario della nascita del Servo di Dio Guglielmo Massaja, missionario
cappuccino e Vicario Apostolico in Etiopia. Nacque a Piovà d’Asti, ora Piovà Massaja,
l’8 giugno 1809; vestì il saio cappuccino nel 1826 e venne ordinato sacerdote nel
1832 a Vercelli. Durante il decennio 1836-1846 fu insegnante di filosofia e teologia
nel convento di Moncalieri (Torino), assistendo spiritualmente il futuro Re Vittorio
Emanuele II e il patriota Silvio Pellico. Nel 1846 Gregorio XVI istituì il Vicariato
Apostolico dei Galla e chiamò a reggerlo il Massaja, che fu consacrato vescovo in
S. Carlo al Corso, a Roma, il 24 maggio dello stesso anno. Il 4 giugno lasciò l’Italia
e raggiunse il territorio della sua missione solo il 21 novembre 1852, con grandi
sofferenze e peripezie. Alla missione tra i Galla (1852-1863) seguirono quelle dello
Scioa e di Fekerié e Finfinni, elevata a capitale dell’Etiopia con il nome di Addis
Abeba nel 1889. L’esilio decretato dall’imperatore Joannes IV il 3 ottobre 1879 pose
fine all’attività evangelizzatrice del Massaja, costringendolo alla rinunzia (1880).
Tornato in patria fu creato cardinale da Leone XIII il 10 novembre 1884. Negli anni
che lo separavano dalla morte, avvenuta a San Giorgio a Cremano (Napoli) il 6 agosto
1889, si dedicò alla stesura delle sue “Memorie”, che occupano un posto eminente nella
letteratura missionaria internazionale. Nel corso della missione in terra d’Africa,
il Vicario Apostolico unì all’azione evangelizzatrice un’instancabile opera di promozione
umana: in campo sanitario, con la profilassi contro malattie endemiche, nell’ambito
dell’istruzione, con la creazione di scuole e l’elaborazione di manuali scolastici
e sotto il profilo umanitario, attraverso l’istituzione di centri assistenziali nei
periodi di conflitti e carestie. Si adoperò per l’abolizione della schiavitù e per
la pacificazione di contese tribali. Redasse un catechismo e la prima grammatica della
lingua galla e improntò tutta l’attività pastorale ad una marcata attenzione alla
mentalità locale e alla sensibilità religiosa delle popolazioni. Del cappuccino piemontese
è in corso la causa di beatificazione, avviata nel 1914. Ieri pomeriggio il cardinale
Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio, ha aperto le celebrazioni del bicentenario,
con una Santa Messa a Piovà d’Asti, località natale, come si è detto, del missionario.
Un Convegno storico è anche in programma domani e dopodomani presso il Collegio internazionale
S. Lorenzo da Brindisi a Roma, cui faranno seguito durante tutto l’anno numerose altre
iniziative: celebrazioni, mostre, pubblicazioni, incontri. (M. V.)