2009-06-08 16:19:43

Cardinale Bagnasco: la disoccupazione lede le innate aspirazioni dell’uomo


“Beati i costruttori di lavoro perché parteciperanno all'edificazione del bene comune”: così il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, nell'omelia pronunciata ieri mattina, al Santuario genovese di Nostra Signora della Guardia, in occasione dell'annuale Pellegrinaggio del mondo del lavoro – di cui riferisce l’agenzia Sir - organizzato dai Cappellani del lavoro e dalle Società operaie cattoliche. “Il lavoro - ha affermato il porporato - è parte speciale di quelle condizioni indispensabili che una società veramente umana deve garantire perché ognuno, singoli e gruppi, possa non solo sopravvivere e vivere ma ancora di più realizzare sé stesso secondo il disegno di Dio”. Se l'uomo perde il lavoro, ha aggiunto, “si sente toccato nell'intimo della sua dignità e delle sue innate aspirazioni ossia esprimere sé stesso e sentire di partecipare alla vita della comunità”. “La mancanza di lavoro - ha osservato ancora il cardinale Bagnasco - incide pesantemente anche sul tessuto familiare”, tanto che “i rapporti non di rado si fanno più tesi” e la casa “anziché essere lo spazio dove si rientra volentieri diventa il luogo di nuovi problemi e tensioni”. “La disoccupazione - ha quindi affermato l’arcivescovo di Genova - affligge tristemente il mondo dei giovani, specie in rapporto al loro futuro personale e sociale” al punto che “il progetto famiglia si allontana nei tempi”, “crescono i fenomeni della disgregazione” ed “aumenta la tentazione della criminalità” al punto che “è la stessa società che si scompagina”. Il cardinale ha poi sottolineato che “nonostante tutto la disoccupazione morde” anche se “i segnali positivi non mancano”, come non mancano “la volontà, l'intelligenza e l'energia di molti per tenere le attuali posizioni lavorative, per inventare ed innovare”. “Per questo - ha auspicato il presidente della Cei - la disperazione ed il disfattismo non devono prevalere e paralizzare gli sforzi, da qualunque parte vengano”. Il cardinale Bagnasco nella sua omelia ha anche accennato al tema della globalizzazione, osservando che se essa “ambiva a porsi come il destino maturo del mondo”, finora “ha mostrato i lati della sua fragilità e l'incompiutezza rispetto alla necessaria vocazione ad essere strumento costruttivo per il bene dei Paesi e dei popoli”. Concludendo che “le iniziative indispensabili per rivedere i meccanismi di governo globale dell'economia sembrano per ora deboli e poco efficaci”. (R.G.)







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