2009-06-06 16:04:50

Somalia nel caos, quasi 100 mila i profughi


Si allarga il conflitto in Somalia. Violenti scontri sono scoppiati ieri per il controllo di Wabho, importante città del centro del Paese. I combattimenti si aggiungono a quelli in corso, tra insorti islamici e truppe governative, per la capitale Mogadiscio. I profughi, secondo l'Onu, sono ormai 96 mila. La stabilizzazione del Corno d’Africa sarà al centro dei lavori della Riunione del Gruppo di Contatto sulla Somalia, a cui parteciperanno diversi esponenti dei Paesi della regione, che si terrà a Roma il 9 e il 10 giugno. Sui motivi di queste continue violenze in Somalia, Giada Aquilino ha intervistato Nino Sergi, segretario generale dell’organizzazione umanitaria Intersos, che opera nel Paese africano dal 1992:RealAudioMP3

R. - Queste violenze sono la continuazione di qualche cosa che già esiste da qualche settimana. C’è stato un processo che è stato formalizzato a metà del 2008 per cercare una soluzione unitaria alla crisi somala. Questa soluzione unitaria è stata però solo parziale: la parte di somali che non hanno accettato questo processo, che dunque è rimasta fuori, ovviamente non la vede come soluzione unitaria. E si sono posti in opposizione dura: opposizione armata. Questa opposizione dura si è manifestata in due modi: una prima ondata di conquista del territorio è iniziata dal maggio dello scorso anno quando un missile americano ha centrato un leader degli “shabab” – gli “shabab” sono questi giovani mujaheddin che sono un po’ le forze, le milizie di questa prima opposizione; con quell’uccisione c’è stata una reazione: conquistare il territorio. E nel giro di un anno, hanno conquistato quasi tutto il territorio del centro-sud della Somalia. Dal maggio 2009, c’è stata un’alleanza tattica con altre opposizioni che fino ad ora erano rimaste politiche, con scontri armati al governo e alle istituzioni transitorie, alle istituzioni di unità nazionale – come sono state definite – e che stanno provocando oggi pesanti conseguenze negative per la popolazione. Sono stati toccati da queste violenze ormai due milioni di persone, se poi contiamo anche quelle che subiscono gli effetti della cecità, sono tre milioni di persone che sono in un bisogno enorme.







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