Urne aperte in Europa per il rinnovo dell'europarlamento
Urne aperte in Irlanda, dove si vota per le elezioni europee. Ieri è stato il turno
di Olanda e Gran Bretagna, con cui ha preso il via il voto per il rinnovo del parlamento
di Strasburgo. Nei Paesi Bassi si registra una netta avanzata della formazione di
estrema destra. Nel Regno Unito, invece, si diffonderanno i risultati solo domenica
sera, come stabilito dalle regole dei 27. Tuttavia l’esito delle elezioni locali evidenzia
una sonora sconfitta per i laburisti. Ad ogni modo, forte astensione e voto di protesta
sono, secondo molti opinionisti, i due elementi caratterizzanti di questa tornata
elettorale, indicatori della profonda disaffezione nei confronti dell’Europa. Quali
le motivazioni? Francesca Sabatinelli lo ha chiesto al professor Yves Meny,
presidente dell’istituto universitario europeo di Firenze.
R. – In un
certo modo il popolo europeo - questo è particolarmente grave per i più giovani -
ha perso le ragioni di sperare. La politica è anche l’arte di proporre una visione
del futuro. Oggi sarebbe difficile rispondere se faccio questa domanda: chi propone
una visione chiara del futuro dell’Europa? E, soprattutto, una visione di un futuro
che ha voglia di andare avanti. Oggi, l’Europa come d’altra parte i sistemi nazionali,
non è più in grado o non sa più proporre una visione che mobiliti l’elettorato a favore
di un progetto di lungo termine. D. - Ma questo voto in che
direzione andrà? R. - Purtroppo non esiste più una matrice democristiana
nei Paesi europei che sia in grado di proporre un programma decisivo di integrazione
europea di natura federalista. Oggi c’è ancora la matrice democristiana in alcuni
Paesi, ma in molti altri c’è più una destra di stampo liberale che non fa più dell’Europa
il suo programma preferito. D. – Questo voto di protesta andrà
in una direzione che è quella della destra? R. – No, ci sarà
anche un voto di protesta dell’estrema sinistra e ci sarà anche un voto di protesta
di tutti gli interessi, di tutte le lobby che si organizzano in "partitini qualunquisti".
Quindi, ci sarà una grande dispersione del voto di protesta. Tutti questi voti sparpagliati
contribuiscono a delegittimare il progetto europeo. La sconfitta dei laburisti
alle elezioni amministrative va ad aggravare la crisi in atto nell’esecutivo di Gordon
Brown. Il primo ministro britannico sta lavorando in queste ore ad un rimpasto di
governo dopo che ben cinque ministri hanno annunciato le dimissioni nel giro di tre
giorni a causa dello scandalo dei rimborsi spese. Secondo un portavoce di Downing
Street la prima modifica ha riguardato il ministero dell’Interno alla cui guida è
stato nominato Alan Johnson, già ministro della Sanità, in sostituzione del dimissionario
Jacqui Smith.