2009-06-05 14:12:22

I vescovi del Venezuela in visita "ad Limina" in Vaticano. Il cardinale Urosa Savino: lavoriamo per la rinascita spirituale e morale del Paese


Dall’inizio del mese, i vescovi del Venezuela sono in Vaticano in visita ad Limina per presentare a Benedetto XVI e alla Curia romana la situazione della loro Chiesa. Una comunità che oggi conta 45 presuli a capo di una popolazione che si professa cattolica per oltre il 90% dei circa 27 milioni di abitanti presenti nel Paese. Come per le altre Chiese latinoamericane, anche quella del Venezuela ha ricevuto nuovi impulsi spirituali e pastorali dalla quinta Conferenza generale dell’episcopato di Aparecida. Al microfono di Alina Tufani, il primate della Chiesa venezuelana, il cardinale arcivescovo di Caracas Jorge Urosa Savino, prende spunto dal documento di Aparecida per spiegare il rinnovamento in atto nella sua Chiesa:RealAudioMP3

R. - Se està desarrollando...
Stiamo seguendo appunto la linea tracciata dal Consiglio plenario del Venezuela, dal documento di Aparecida: quella di avvicinare la missione evangelizzatrice della Chiesa ai giovani. Credo sia una grande sfida e nello stesso tempo un grande impegno pastorale: dobbiamo fare un grande sforzo per rendere più presente Cristo nel mondo giovanile. Un’altra grande sfida posta da Aparecida e dal nostro Consiglio plenario è rappresentata dalla pastorale familiare perché, come in molte altre parti dell’America Latina e del mondo, in Venezuela la famiglia è molto debole, disgregata e colpita dal secolarismo, dal relativismo e dall’egoismo del mondo moderno. È un’area di impegno pastorale cui vogliamo dedicare impegno ed entusiasmo. Una sfida ineludibile è poi quella della pastorale vocazionale, perché anche se in alcune parti del Paese c’è stata una crescita delle vocazioni alla vita sacerdotale - meno alla vita consacrata, soprattutto femminile - a Caracas e nella parte orientale del Paese la situazione è più complessa, ci sono meno vocazioni.

D. - Negli ultimi anni, la Chiesa venezuelana non ha mancato di denunciare la situazione critica che vive il Venezuela, caratterizzata da una forte conflittualità e polarizzazione. Come affronta la vostra Chiesa questa fase di tensione sociale e politica?

 
R. - Hay una grande conflictividad...
In effetti, in Venezuela c’è una conflittualità, una grande polarizzazione, un processo di rivoluzione sociopolitico ed economico portato avanti dal governo. Ed è quanto abbiamo sottolineato in questa importante lettera pastorale pubblicata lo scorso aprile: la Chiesa sta facendo la sua opera evangelizzazione, di annuncio del messaggio di Cristo, e vuole essere un fattore di unità in questa difficile situazione di polarizzazione che il popolo venezuelano sta subendo. E questo lo facciamo nonostante la grande ostilità di alcuni membri del governo verso l’episcopato. Cosa che noi certamente respingiamo, perché non abbiamo fatto assolutamente nulla né contro la Costituzione, né contro le leggi. Abbiamo voluto semplicemente evidenziare alcuni motivi di preoccupazione che, a nostro avviso, mettono a rischio la pace sociale e politica e minacciano la vita democratica del Venezuela. Lo abbiamo spiegato con grande moderazione e serenità e senza nessuna faziosità, ma semplicemente con l’intenzione di dare un contributo alla pace e al progresso in Venezuela e per aiutare a risolvere i problemi del popolo venezuelano.

 
D. - Nell’ultimo rapporto della Commissione USA sulla libertà religiosa internazionale il Venezuela risulta inserito nella lista dei Paesi sotto osservazione. Esiste, secondo lei, una reale minaccia alla libertà religiosa nel Paese?

 
R. - En la medida en que el gobierno...
Nella misura in cui il governo è ostile, attacca e aggredisce l’episcopato si creano movimenti di persone che turbano la vita della Chiesa e la libertà religiosa in generale. Credo che quando un governo vuole controllare tutto, ogni forma di dissidenza, di manifestazione popolare non controllata dalle autorità è scomoda e quindi si verificano aggressioni e atteggiamenti negativi, come l’attacco alla nunziatura. Tutto questo configura una situazione difficile e credo sia importante stare attenti a difendere, tra i molti diritti del popolo venezuelano, quello alla libertà religiosa.







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