Spagna: messaggio dei vescovi per la Giornata pro orantibus
Domenica prossima, Solennità della Santissima Trinità, si celebra in Spagna la “Giornata
pro Orantibus” in favore della vita consacrata e contemplativa. Per l’occasione, la
Commissione episcopale spagnola per la vita consacrata, guidata da mons. Jesús Sanz
Montes, ha redatto un messaggio in cui si ribadiscono, in primo luogo, i tre obiettivi
della Giornata: “Il primo è pregare a favore dei religiosi e delle religiose della
vita contemplativa, in segno di riconoscimento, stima e gratitudine per ciò che rappresentano
e per il ricco patrimonio spirituale dei loro Istituti nella Chiesa. Il secondo obiettivo
è quello di tenere delle catechesi che facciano conoscere la vocazione soprattutto
contemplativa, tanto attuale e necessaria nella Chiesa. Infine, il terzo scopo è quello
di attuare iniziative pastorali che promuovano la vita di preghiera e la dimensione
contemplativa nelle Chiese particolari, offrendo l’occasione ai fedeli, là dove è
possibile, di partecipare alle celebrazioni liturgiche nei monasteri, sempre salvaguardando
le norme e le esigenze della clausura”. Partendo dalla Lettera di San Paolo ai Romani,
in particolare dal capitolo 8, mons. Sanz Montes si sofferma su quella che i biblisti
chiamano “teologia dei gemiti”, spiegando che “si tratta di una pedagogia che ci insegna,
come popolo di Dio, a pregare patendo dall’ascolto dei gemiti”. In primo luogo, continua
il presule, il gemito della creazione, che “ha a che fare con questo mondo incompiuto,
come se si trattasse di una sinfonia incompleta. Per questo motivo geme la terra,
geme la storia, geme l’umanità in tutte le generazioni, perché peccati vecchi e nuovi,
disastri antichi e moderni seminano di errori ed orrori il cammino dell’uomo”. Il
secondo gemito riguarda, invece, i fedeli stessi, che hanno ricevuto “le primizie
della fede”: “La nostra libertà – scrivono i vescovi – si mette in gioco ogni giorno,
nel nobile intento di rispondere alla grazia che ci chiama e ci accompagna”. Infine,
il terzo gemito è quello dello Spirito: “Tutta la realtà incompiuta della storia dell’umanità
e della storia personale di ciascuno di noi non si conclude fatalmente nel pianto
disperato e sterile del nostro essere orfani, ma nel grido di Dio, “l’Abba, Padre”
con il quale il suo Spirito ci trasforma in figli”. Un grido che, ribadisce la Commissione
episcopale spagnola per la vita consacrata, “pone nella nostra condizione orfana la
gioia della filiazione divina”. Quindi, i vescovi ricordano: “I contemplativi sono
i custodi di questi tre gemiti, in modo particolare di quello di Dio, in un’incessante
preghiera”. Per questo, conclude il messaggio, i contemplativi “rimangono in silenzio
ed amano la solitudine: per poter ascoltare i tre gemiti, uniti alla Parola di Dio
e per poterli testimoniare nella Presenza del Signore”.