Un concerto alla presenza di Giorgio Napolitano e del cardinale Bertone per celebrare
i 140 anni del Bambin Gesù. Intervista col prof. Profiti
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù festeggia il traguardo dei 140 anni di attività.
Un concerto, questa sera alle 19.30 in Piazza del Campidoglio - alla presenza tra
gli altri del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e del presidente della
Repubblica italiana, Giorgio Napolitano - offrirà la cornice celebrativa per una benemerita
istituzione sanitaria, che ha fatto dell’eccellenza professionale in campo pediatrico
la sua cifra più caratteristica. Nel corso della serata, la Lupa capitolina, simbolo
della città, verrà consegnata al presidente dell’Ospedale, il prof. Giuseppe Profiti,
che tratteggia la storia del Bambin Gesù al microfono di Alessio Orlandi:
R.
- L’ospedale nasce da un gesto di alcuni bambini della famiglia Salviati, che diedero
- simbolicamente - ai genitori la prima somma necessaria per una donazione, per la
nascita dell’ospedale. Un ospedale che più tardi viene consegnato nelle mani del Papa,
un ospedale che cresce nei secoli e diventa l’ospedale di Roma, diventa l’ospedale
dei bambini di tutta l’Italia. Diventa l’ospedale dove nasce la prima cardiochirurgia
pediatrica, dove avviene il primo trapianto di cuore pediatrico di questo Paese, ed
è l’ospedale che festeggia i suoi 140 anni vedendo oggi i suoi medici operare in 43
Paesi del mondo, ed ospitando al suo interno, circa cento medici che provengono da
questi Paesi.
D. - Cosa significa essere medico, infermiere
ecc... al Bambino Gesù e richiamarsi ai valori cristiani?
R.
- Noi lo consideriamo un valore aggiunto, un valore importante, che aggiunge qualcosa
alla prestazione della scienza, la arricchisce, e purtroppo, laddove la scienza non
arriva, è quello che riusciamo e che amiamo offrire.
D.
- C’è un momento, in questi 140 anni di attività, di particolare importanza?
R.
- Quello che segnerei, fondamentalmente, è il momento in cui l’ospedale viene affidato
nelle mani della Santa Sede, e quindi nelle mani del Papa, al cuore del Papa. Credo
che sia questo il motore di tutto, anche dei momenti più significativi di crescita
dell’ospedale. Uno per tutti: la nascita del centro cardiologico e cardiochirurgico,
che oggi è uno dei più grandi d’Europa ed il primo in Italia.
D.
- Quanti utenti servite ogni anno, da dove vengono, quali sono le patologie più frequenti
che curate?
R. - L’ospedale ogni anno ha un milione
di visite ambulatoriali. Nelle sue quattro sedi presta 40 mila ricoveri e circa 60
mila accessi al pronto soccorso. Sulle elevate, altissime specializzazioni, individuerei
sicuramente il modello del Centro unico dei trapianti pediatrici, ovvero un modello
che garantisce tutti i trapianti di organi di tessuto, all’interno di un percorso
che si sviluppa con tutte le altre specialità pediatriche.
D.
- Progetti e prospettive future per l’ospedale Bambino Gesù?
R.
- Ricercare la grandezza in termini di qualità e quantità di prestazioni da garantire
ai bisogni pediatrici locali, nazionali ed internazionali, tenendo sempre più stretto
e quindi sviluppandolo il connubio tra ricerca ed assistenza.