2009-06-03 14:01:33

Mons. Zimowski all'Assemblea mondiale della sanità: urge "codice etico comune" per garantire assistenza sanitaria ai Paesi poveri senza abusi


Stabilire un “codice etico comune” che difenda, su scala internazionale, il principio dell’equità nel campo delle cure sanitarie e che tuteli dalle sperequazioni soprattutto le fasce povere del pianeta. E’ quanto ha chiesto il presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, l’arcivescovo Zygmunt Zimowski, intervenuto nei giorni scorsi ai lavori della 62.ma Assemblea mondiale della sanità a Ginevra. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Il settore della salute non è immune da abusi e ingiustizie. Lo sanno bene i Paesi più poveri, che devono fare i conti con governi sprovvisti di mezzi per affrontare il deficit sanitario e con aiuti internazionali via via più asfittici, a causa della crisi economica globale ma anche di logiche affaristiche che non si fanno scrupoli di lucrare dove annida la miseria. A denunciarlo con forza è stato mons. Zimowski, a capo della delegazione vaticana presente a Ginevra per la recente Assemblea mondiale della sanità. “L’attuale crisi economica - ha osservato il presule - ha fatto affiorare lo spettro della cancellazione o di una drastica riduzione dei programmi di assistenza esterna, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Ciò - ha proseguito - metterà drammaticamente a repentaglio i loro sistemi sanitari, che sono già al collasso per la forte incidenza di malattie endemiche, epidemiche e virali”.
 
Riferendosi a una ricerca del ’98, condotta dal Pontificio Consiglio del quale ha assunto da poco la guida, mons. Zimowski ha rimarcato che “una delle sfide maggiori è l’applicazione del principio di equità”. Ebbene, ha constatato, dieci anni dopo questa sfida è, purtroppo, “ancora attuale” e per questo la Santa Sede appoggia l’appello levato da Ginevra perché i governi nazionali sviluppino “strategie tendenti a migliorare la salute pubblica, con uno sguardo particolare alle ingiustizie nel campo della salute”. I “più vulnerabili” a causa della crisi economica, “alimentata - ha affermato il rappresentante vaticano, "da bramosie ed egoismi” - sono certamente i bambini, milioni dei quali “non raggiungono il loro pieno potenziale a causa delle grandi differenze” esistenti in campo sanitario. Dunque, ha concluso il presule, “è necessario ‘un codice etico comune’, le cui norme non abbiano solo un carattere convenzionale, ma siano radicate - ha detto - nella legge naturale inscritta dal Creatore nella coscienza di ogni essere umano” poiché, ha soggiunto, “la giustizia non si può creare nel mondo solo con modelli economici buoni”, pur necessari.







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