2009-06-03 15:33:48

Comincia in Arabia Saudita la missione diplomatica di Obama in Medio Oriente. Domani al Cairo l'atteso discorso al mondo musulmano


Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è oggi in Arabia Saudita, prima tappa del suo viaggio in Medio Oriente ed Europa. L’appuntamento più atteso, però, resta quello di domani a Il Cairo, dove pronuncerà un atteso discorso al mondo musulmano. Intanto, il numero due di Al Qaeda, Al Zawahiri, ha lanciato un nuovo proclama contro gli Stati Uniti, mentre Al Jazira ha annunciato che nel prossimo notiziario trasmetterà un nuovo messaggio audio di Osama bin Laden nel quale viene attaccata la politica del presidente Obama. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Comincia a Riad, con l’incontro con il sovrano saudita Re Abdullah, il viaggio di Barack Obama in Medio Oriente, destinato, nelle attese, ad aprire un nuovo corso nei rapporti con i Paesi arabi. La tappa in Arabia Saudita servirà discutere sull’equilibrio dell’intero assetto regionale, ampliando le prospettive anche a Pakistan e Afghanistan, dove Riad ha una vasta influenza. Tutte le attenzioni della comunità internazionale sono però rivolte al discorso al mondo musulmano che il presidente americano pronuncerà domani all’Università de il Cairo, nel quale incoraggerà ad abbracciare i valori delle democrazia e della libertà senza però imporre il modello occidentale. Ma al centro di tutta la missione sarà anche il rilancio del processo di pace israelo-palestinese per arrivare alla soluzione dei due Stati. In questo senso, continuano anche in questi giorni le pressioni dell’amministrazione statunitense su Israele per il congelamento dei nuovi insediamenti in Cisgiordania. L’eccezionalità del viaggio viene in un certo senso confermata dall’intervento dell’ideologo di Al Qaeda, Al Zawahiri, che ha rotto il suo silenzio con un messaggio sul web che sorta gli egiziani ad agire contro l’inquilino della Casa Bianca.

 
Disastro aereo
I resti avvistati nell'Oceano Atlantico sono ''senza alcun dubbio'' del volo Air France scomparso dai radar lunedì, mentre era in volo tra Rio de Janeiro e Parigi con 228 persone a bordo. Lo ha confermato il ministro della Difesa brasiliano, Jobim. Intanto, è stata ufficialmente avviata da parte delle autorità francesi l'inchiesta per stabilire le cause dell’incidente. Ieri, il Santo Padre ha espresso la sua personale vicinanza ai familiari mentre il presidente della Conferenza episcopale francese e arcivescovo di Parigi, il cardinale Andrè Vingt-Trois, ha invitato a parlare per le vittime. Oggi pomeriggio, alle ore 16, si terrà nella Cattedrale parigina di Notre Dame la celebrazione ecumenica in suffragio delle vittime del disastro aereo.

Corea del Nord crisi missilistica
Il leader nordcoreano, Kim Jong-Il, impegnato in un aspro confronto con la comunità internazionale per la corsa al riarmo nucleare decisa dal suo governo, ha designato il figlio terzogenito, Kim Jong-Un, alla successione. L’annuncio è stato dato dopo aver ottenuto il sostegno delle gerarchie militari nordcoreane, fedeli al regime di Pyongyang. Intanto, il Consiglio di sicurezza dell’Onu sta ancora valutando come rispondere alle provocazioni e alle minacce della Corea del Nord che prosegue i preparativi del lancio del missile a media gittata, in grado di raggiungere le coste del Nord America. E la crisi determinata dai test balistici di Pyongyang è stata al centro anche del colloquio telefonico di questa mattina tra Barack Obama e il suo omologo cinese, Hu Jintao.

Somalia, ostaggi Buccaneer
“Stiamo male, liberateci, scarseggiano acqua e cibo” è il drammatico appello lanciato da Mario Iarloi comandante della Buccaneer la nave italiana, con 16 membri d’equipaggio, sequestrata l’11 aprile scorso dai pirati somali nel Golfo di Aden. Attualmente il natante è ancorato a largo del Puntland. Massimiliano Menichetti ha raggiunto telefonicamente a Nairobi Massimo Alberizzi, inviato del Corriere della Sera, che ha raccolto l’appello del comandante della Buccaneer:RealAudioMP3

R. - Sono lì, non sanno se ci sono trattative in corso. Le trattative, peraltro, mi sono state negate dal capo dei pirati, che mi ha detto che nessuno si occupa di loro e probabilmente loro lo sanno, perché erano praticamente disperati.

 
D. - Sei membri dell’equipaggio sarebbero stati portati a terra: ce lo puoi confermare?

 
R. - Ho cercato di verificare con la San Giorgio, la nave italiana che è alla fonda proprio vicino alla Bucaneer e quindi controlla tutto. Hanno detto però di non sapere niente. Io ho qualche dubbio, nonostante il comandante abbia confermato con me al telefono che i sei sono a terra: ho qualche dubbio che questo non sia vero, e che cioè siano sulla barca, ma loro dicono che sono a terra proprio per attirare panico ed attenzione.

 
D. - Comunque, se fosse confermato il trasferimento, la situazione si farebbe ancora più difficile…

 
R. - E’ una cosa molto grave, perché se ci fosse un blitz, a questo punto sarebbe impossibile risolvere l'empasse perché gli altri sei rimarrebbero in ostaggio sulla costa.

 
D. - I pirati ti hanno detto che non c’è trattativa. Ma qual è la loro richiesta iniziale?

 
R. - Loro hanno chiesto inizialmente 30 milioni di dollari. Poi si è aperta una trattativa: gli italiani hanno mandato un somalo, ma lui ha fallito la sua mediazione. Non so esattamente perché l’abbia fallita, comunque loro chiedevano 30 milioni di dollari e lui invece ha detto: “No, dovete rilasciarli incondizionatamente”.

 
D. - Niente soldi, dunque. Si punta sulle pressioni politiche?

 
R. - Gli italiani credono che le pressioni politiche sui somali possano essere sufficienti a farli rilasciare. Io, francamente, su questo ho qualche dubbio, anzi, parecchi dubbi, perché questi sono dei banditi che non hanno un obiettivo politico. Vogliono del denaro e basta.

 
Nuova influenza
L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha reso noto che il grado di allerta a livello mondiale per la Nuova influenza sta per raggiungere il livello 6, vale a dire il più alto nella scala di valutazione di un’eventuale pandemia. A preoccupare gli esperti è in particolare il numero crescente di casi riscontrati in Paesi fin qui non colpiti, come l’Egitto e il Cile. In Messico, il Paese da cui è partita epidemia, sono diventate 103 le vittime accertate del virus H1N1. Secondo l’ultimo bollettino dell'Oms, complessivamente si contano 18.965 contagi in 64 Paesi del mondo. Almeno 117 i morti.
 Al Qaeda, turista ucciso
Al Qaeda in Maghreb ha annunciato l'esecuzione di un britannico preso in ostaggio lo scorso gennaio tra il e Niger il Mali, insieme con altri tre turisti europei, fra i quali due donne liberate lo scorso aprile. La risposta del premier britannico, Gordon Brown, è stata dura: l'uccisione di Dyer "rafforza la determinazione della Gran Bretagna a non cedere mai alle richieste dei terroristi, né pagheremo alcun riscatto". Per la liberazione del britannico il gruppo terroristico aveva chiesto il rilascio di un cittadino giordano, Abu Qatada.

Iran violenze interconfessionali
Escalation delle violenze interconfessionali fra sciiti e sunniti nel sudest dell’Iran. Il bilancio di tre giorni di scontri tra le due comunità è di sei morti, tra i quali un agente di polizia, e di 150 arresti. Secondo il vicecapo della polizia, ora la calma è tornata a Zahedan, capoluogo della provincia del Sistan-Baluchistan, che confina con Pakistan e Afghanistan ed è abitata da una forte minoranza sunnita in un Paese dove oltre il 90 per cento della popolazione è sciita, come il sistema di governo religioso.

Morto in Afghanistan soldato britannico
Ancora violenze in Afghanistan. Un soldato britannico è morto per l’esplosione di un ordigno, avvenuta nei pressi di Gereshk, nella provincia di Helmand. Il militare al momento della morte stava effettuano un pattugliamento nel sud dell’Afghanistan. La notizia è stata resa nota oggi dal Ministero della difesa britannico.

Algeria
In Algeria, almeno 11 persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite in un attacco terroristico, presumibilmente di matrice islamica, avvenuto a Issers, circa 50 chilometri a sudest di Algeri. Tra le vittime ci sono sette ufficiali di polizia e due insegnanti, a bordo di un convoglio che trasportava le copie degli esami di fine anno a Timezrit.

Tienanmen-Amnesty
Ricorre oggi il ventesimo anniversario della repressione di piazza Tienanmen. Nella notte tra il 3 e il 4 giugno del 1989 l’esercito cinese pose fine nel sangue alle proteste degli studenti che chiedevano riforme democratiche. A vent’anni di distanza, Amnesty International, organizzazione impegnata per la difesa dei diritti dell’uomo, ha chiesto alle autorità cinesi di aprire un’inchiesta indipendente per stabilire fatti e responsabilità. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

 

 Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 154

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