2009-06-03 13:41:26

All'udienza generale, il Papa parla di Rabano Mauro, monaco che unì il servizio agli altri allo studio e alla contemplazione


Un personaggio dell’Occidente latino veramente straordinario: così il Papa, all’udienza generale nell’assolata ma fresca Piazza San Pietro, ha presentato stamani la figura di Rabano Mauro. Il monaco, nato a Magonza nel 780, entrato giovanissimo in monastero e divenuto abate del famoso Monastero di Fulda e poi arcivescovo di Magonza, fu consigliere saggio di principi all'interno della società carolingia. Del valore dei suoi insegnamenti oggi, ci riferisce nel servizio Fausta Speranza:RealAudioMP3

Un uomo di Chiesa di grande cultura che secondo la tradizione è l’autore di uno dei più belli e conosciuti inni della Chiesa latina, il "Veni Creator Spiritus", che si è messo a servizio di tanti senza per questo smettere di proseguire i suoi studi. Lo ricorda il Papa sottolineando:

 
“Dimostrando con l’esempio della sua vita che si può essere simultaneamente a disposizione degli altri, senza privarsi per questo di un congruo tempo per la riflessione, lo studio e la meditazione”.

 
Rabano Mauro fu esegeta, filosofo, poeta. Benedetto XVI ricorda che poesia e forma pittorica spesso si sono fuse per esprimere verità di fede, basti pensare ai codici miniati della Bibbia. Oggi lo chiameremmo metodo multimediale - dice - per poi spiegarne un valore profondo:

 
“Esso dimostra in ogni caso in Rabano Mauro una consapevolezza straordinaria della necessità di coinvolgere, nella esperienza della fede, non soltanto la mente e il cuore, ma anche i sensi mediante quegli altri aspetti del gusto estetico e della sensibilità umana che portano l’uomo a fruire della verità con tutto se stesso, 'spirito, anima e corpo'. Questo è importante: la fede non è solo pensiero, ma tocca tutto il nostro essere. Poichè Dio si è fatto uomo in carne e ossa, è entrato nel mondo sensibile, noi in tutte le dimensioni del nostro essere dobbiamo cercare e incontrare Dio. Così la realtà di Dio, mediante la fede, penetra nel nostro essere e lo trasforma".

 
Il Papa sottolinea la grande cultura del monaco dell’Alto Medio Evo, ma al contempo ci tiene a sottolineare che “se ne serviva con libertà e attento discernimento”. Al proposito riporta sue parole ad un corepiscopo:

 
“Al termine dell’'Epistola prima' diretta a un 'corepiscopo' della diocesi di Magonza, per esempio, dopo aver risposto alle richieste di chiarimento sul comportamento da seguire nell’esercizio della responsabilità pastorale, prosegue: 'Ti abbiamo scritto tutto questo così come lo abbiamo dedotto dalle Sacre Scritture e dai canoni dei Padri. Tu però, santissimo uomo, prendi le tue decisioni come sembra meglio a te, caso per caso, cercando di temperare la tua valutazione in modo tale da garantire in tutto la discrezione, perché essa è la madre di tutte le virtù'. Si vede così la continuità della fede cristiana, che ha i suoi inizi nella Parola di Dio; essa però è sempre viva, si sviluppa e si esprime in nuovi modi, sempre in coerenza con tutta la costruzione, con tutto l'edificio della fede".

Altro insegnamento fondamentale e sempre attuale è quello della contemplazione: chi è negligente nella contemplazione - scrive il monaco - si priva da se stesso della visione della luce di Dio. Il Papa, commentando a braccio, aggiunge:

 
“Penso che Rabano Mauro rivolga queste parole anche a noi oggi: nei tempi del lavoro, con i suoi ritmi frenetici, e nei tempi delle vacanze dobbiamo riservare momenti a Dio. Aprire a Lui la nostra vita rivolgendoGli un pensiero, una riflessione, una breve preghiera, e soprattutto non dobbiamo dimenticare la domenica come il giorno del Signore, il giorno della liturgia, per percepire nella bellezza delle nostre chiese, della musica sacra e della Parola di Dio la bellezza stessa di Dio, lasciandolo entrare nel nostro essere. Solo così la nostra vita diventa grande, diventa vera vita".

 
Nei saluti in varie lingue, il Papa è tornato sugli insegnamenti fondamentali di questo uomo di Chiesa: “Studio, profonda contemplazione e costante preghiera”. In particolare, in francese Benedetto XVI ha rivolto un pensiero al movimento Fede e Vita, in inglese ai pellegrini da Inghilterra, Irlanda, Filippine e Stati Uniti, in spagnolo al movimento Familias en Alianza, in polacco ai membri del movimento Luce-Vita, con il ricordo del 30.mo anniversario del primo pellegrinaggio di Giovanni Paolo II in patria, che cade in questi giorn. Infine, in italiano, il del Papa è andato ai fedeli della diocesi di Cremona, guidati dal loro vescovo mons. Dante Lanfranconi, ai partecipanti al Capitolo generale dei sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù-Dehoniani, ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Poi l’annuncio della celebrazione, la prossima domenica, della solennità della Santissima Trinità.







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