Italia, ridotta la parata militare per la festa della Repubblica, fondi destinati
all'Abruzzo
Si è svolta stamani a Roma, lungo via dei Fori imperiali, la parata militare del 2
giugno, sul tema “La Repubblica italiana e le sue Forze armate”. Il 2 e 3 giugno 1946
ebbe luogo il referendum istituzionale con il quale gli italiani furono chiamato alle
urne per confermare la Monarchia o scegliere la Repubblica. Da allora, il 2 giugno,
divenne festa nazionale. Alla parata hanno partecipato per la prima volta anche due
ferrovieri delle Ferrovie dello Stato in segno di riconoscimento per l’impegno nelle
operazioni di soccorso alla popolazione aquilana colpita dal terremoto. Per il presidente
Giorgio Napolitano, ancora oggi i valori della Repubblica - unità, indipendenza e
libertà - sono la guida per una nazione “coesa e solidale”. Il servizio di Luca
Collodi:
Nel suo
messaggio, il capo dello Stato, Napolitano, ha sottolineato l’importanza dell’unità
del Paese, "indispensabile per le riforme e il progresso della nazione". Quest’anno
la Difesa ha reso la sfilata più sobria riducendone la durata a soli 80 minuti, diminuendo
il personale impegnato e ridimensionando i tradizionali allestimenti previsti lungo
il percorso dei Fori Imperiali. Il Ministero della Difesa ha così potuto devolvere
un milione di euro a favore delle zone terremotate dell’Abruzzo, soldi destinati in
particolare al ripristino della viabilità tra l’Aquila e le località vicine. La parata
si è articolata in sette settori, con la partecipazione di 264 bandiere e medaglieri,
oltre 5.800 militari, 500 civili, 284 mezzi e 9 velivoli. L’inizio della sfilata è
stato dedicato alle missioni internazionali, per sottolineare l’impegno delle Forze
armate in tante regioni del mondo per garantire pace, stabilità e sicurezza e le condizioni
per il bene comune e il progresso. Presenti anche reparti in rappresentanza delle
forze armate di nazioni che collaborano con i militari italiani nelle missioni all’estero,
come la Spagna, gli Stati Uniti, la Germania e la Francia. Un settore è stato riservato
ai corpi non armati che hanno preso parte anche alla sfilata in rappresentanze dei
Vigili del Fuoco e della Protezione civile con i gonfaloni della regione Abruzzo,
della provincia e del Comune dell’Aquila. Le
Forze armate italiane sono da anni in prima linea nei tanti teatri di crisi dove viene
minacciato progresso civile dell’umanità e sono colpiti i diritti dell'uomo. Oggi,
sono in prima linea anche al fianco della popolazione abruzzese, colpita da un disastroso
sisma. Al microfono di Luca Collodi, ne parla l'arcivescovo Vincenzo Pelvi,
ordinario Militare per l’Italia: R.
- Abbiamo bisogno delle Forze armate, che ci sostengono nel riconoscerci in un patrimonio
comune di storia. Unendo le nostre forze, noi possiamo dare un valido contributo anche
alla costruzione dell’Europa oltre che all’avvenire di pace per il nostro Paese.
D.
- Mons. Pelvi, oggi il ruolo delle Forze armate va dalla lotta al terrorismo internazionale
ai compiti di intervento per calamità naturali - ad esempio nel sisma in Abruzzo -
per operazioni contro la criminalità, ma anche per operazioni che interessano la sicurezza
dei cittadini...
R. - Le Forze armate hanno assunto
un ruolo di pacificazione, ossia di organizzazione deputata ad intervenire nelle situazioni
di rischio per la sicurezza, ma direi per il bene e il benessere comune. La compagine
militare arricchisce la società civile di etica di solidarietà e garantisce una correttezza,
una dignità dell’uomo, un’attenzione alla persona non indifferente. Assumendo il ruolo
di pacificatore e non di "guerriero", credo che metta la sua sensibilità professionale
al servizio dei valori etici che ispirano una condotta prudente, razionale, nella
gestione di una convivenza pacifica. (Montaggio a cura di Maria Brigini)