“Noi siamo i protagonisti della cultura della vita”: è il titolo del Messaggio diffuso
in Corea del Sud dalla Commissione episcopale per la Bioetica in occasione della 15.ma
Giornata della Vita che si celebrerà nel Paese asiatico domani,giorno di Pentecoste.
La Commissione, presieduta da mons. Gabriel Chang Bong-hun, esorta tutti i fedeli
ad assumersi le proprie responsabilità nel vivere, testimoniare e diffondere la “cultura
della vita”. “Molti di noi – si legge nel testo – nella situazione in cui viviamo,
dove prevale la ‘cultura della morte’, devono riconoscere l’urgenza di recuperare
una consapevolezza del rapporto con Dio e la necessità di discernere i valori autentici”.
Il documento esprime, inoltre, seria preoccupazione per la crisi che il valore della
vita attraversa nella società di oggi, dove persone e mezzi violano la vita umana,
soprattutto nel campo della bioetica, nell’indifferenza generale. Il messaggio ricorda
che la vita umana non è mai un mezzo ma sempre un fine e che dunque non può e non
deve essere strumentalizzata. Nessuno può arrogarsi il diritto di porre fine a una
vita e nessuna autorità può legittimamente autorizzare o avallare questo diritto.
“Noi crediamo nel Signore della vita, risorto dalla morte nella gloria: per questo
– si legge nel documento ripreso dall’agenzia Fides - viviamo nella speranza certa
che la vita vincerà sulla morte. Dio, che ama la vita e che ce la dona con generosità,
è dalla parte della vita e dunque bontà, gioia e autentico progresso sono dalla parte
della vita”. Il messaggio esorta tutti i fedeli a essere “guardiani della vita”e ricorda
a tutti il ruolo e la responsabilità di essere “protagonisti della cultura della vita”.
(A.L.)