India: anche quattro cristiani nel governo di Manmohan Singh
Primo giorno di lavoro per i 78 membri del consiglio dei ministri del governo indiano.
Il premier Manmohan Singh lo ha definito “un misto di esperienza ed energia giovane”.
Mons. Stanislaus Fernandes, segretario generale della Conferenza episcopale indiana
(Cbci), apprezza il nuovo esecutivo. “Il governo - dice ad AsiaNews - deve tenere
in conto tutti gli aspetti di diversità e pluralità che caratterizzano il Paese, il
nostro ricco e variegato patrimonio culturale, le nostre di diversità etniche, la
dimensione linguistica e le necessità dei diversi Stati”. Dei 78 ministri 33 fanno
parte del Gabinetto del premier. Nel Gabinetto siedono 5 dalit e nel computo totale
dei ministri ci sono anche 9 donne, tra cui Agata Sangma, cattolica, già al suo secondo
mandato parlamentare. Figlia di Shri Sangma, leader del National Congress Party, Agatha
è una dei 4 cristiani chiamati a ricoprire l’incarico di ministro nel nuovo esecutivo.
Gli altri sono A. K. Antony, ministro della Difesa, K. Thomas e Vincent Pala, nominati
ministri di Stato. Alla Sangma è stato affidato il dicastero dello sviluppo rurale
insieme a Pradeep Jain del Indian National Congress. Mons. Fernandes auspica che “il
nuovo Gabinetto lavori per mettere fine a quella cultura che tollera la corruzione,
l’inefficienza, la discriminazione di casta ed il fondamentalismo”. Il vescovo spera
che “il governo risolva l’annosa questione dell’eguaglianza dei diritti per i dalit
cristiani”. “La Conferenza episcopale indiana - afferma mons. Fernandes - non limita
la sua preoccupazione solo ai problemi dei cristiani” perché serve “un buon governo
capace di lavorare per lo sviluppo delle fasce più deboli della società”. Per il vescovo
la vera sfida del nuovo esecutivo è quella di “assicurare a tutta la popolazione uguale
diritto di cittadinanza e di riconoscere ad ognuno il suo giusto posto nella società”.
(A.L.)