2009-05-28 15:01:24

La Chiesa si prepara alla Pentecoste. Padre Cantalamessa: lo Spirito Santo, presenza di Cristo risorto nei cuori


La Chiesa universale si prepara, domenica prossima, a festeggiare il giorno di Pentecoste, che conclude il tempo della Pasqua, a ricordo dell’effusione dello Spirito Santo sugli apostoli raccolti insieme a Maria nel Cenacolo, a Gerusalemme. Roberta Gisotti ha intervistato padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia sul significato di questa solennità: RealAudioMP3

D. – Padre Cantalamessa, in vista della prossima solennità della Pentecoste, come prepararsi a quest’evento? Che cosa possiamo attenderci, oggi, quali discepoli di Cristo, dalla discesa tra noi dello Spirito Santo?
 
R. – Per prepararci abbiamo un mezzo comune che è la liturgia con le sue letture, i suoi riti, che culmineranno con la Veglia di Pentecoste e la Festa. Poi, c’è la preparazione naturalmente anche individuale che consiste nel desiderare lo Spirito. La condizione unica che Gesù ha posto per avere lo Spirito non è di doverlo pagare - che tanto non si può comprare - ma è di avere sete: “Chi ha sete venga a me e beva”, dice nel Vangelo di Giovanni. L’evangelista commenta dicendo: “Egli parlava dello Spirito Santo”. Che cosa ci aspettiamo, ai nostri giorni, dalla festa di Pentecoste, è una cosa molto semplice: che si verifichi per noi una nuova Pentecoste cioè che la Pentecoste non sia solo una festa che celebriamo ma un’esperienza che facciamo. E noi abbiamo bisogno dello Spirito Santo disperatamente. Il filosofo Heidegger, diceva, nel secolo scorso: “Solo un Dio ci può salvare”. Io direi che questo Dio, che ci può salvare, può salvare la nostra società tecnologizzata, arida.
 
D. – Quindi, padre Cantalamessa, c’è anche il rischio, per noi cristiani, di mancare questo appuntamento?
 
R. – Sì, questo rischio c’è in effetti, anche per un equivoco, diciamo, che si trascina. Noi siamo abituati a considerare, soprattutto nella teologia preconciliare, lo Spirito Santo come una specie di appendice, un 'optional' che si aggiunge all’organismo cristiano, ai mezzi della grazia, ma con uno scopo marginale di dare alla Chiesa la forza di portare il messaggio ai confini della Terra. Questa è una visione molto parziale ed incompleta. Lo Spirito Santo è la salvezza, è il principio della nuova Alleanza. Certo che Gesù, sulla Croce, con la sua morte e la sua resurrezione, ha compiuto tutto, ha realizzato la nuova ed eterna Alleanza. Ma è lo Spirito che rende questa redenzione di Cristo, attuale, disponibile ad ogni uomo ed in ogni momento della storia. Quindi, per evitare questo rischio, io direi che i pastori, i teologi, le guide spirituali della comunità, dovrebbero presentare la vera immagine dello Spirito Santo che non è una astrazione, non è un’idea ma è una presenza, è la presenza di Cristo risorto in mezzo al cuore dei cristiani.
 
D. – Padre Cantalamessa, lo Spirito Santo, è la terza Persona della Santissima Trinità, che quindi dobbiamo avere sempre presente nell’esperienza del nostro vivere quotidiano...
 
R. – Sì, anzi, lo Spirito Santo, secondo la Scrittura, è quello che rende la Trinità presente nel cuore, è l’inabitazione dello Spirito Santo in noi che si fa tempio di Dio, tempio dello Spirito Santo. Questo deve avvenire sempre, la festa di Pentecoste deve servire come una specie di accelerazione, di presa di coscienza; tutta la vita della Chiesa, la liturgia tende a metterci in contatto, giorno per giorno, con questa sorgente che è lo Spirito Santo.







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