Il cardinale Bagnasco in apertura dell'Assemblea Cei: insufficienti le politiche migratorie
che badano solo alla tutela dell'ordine pubblico
Riaffermiamo il rispetto per ogni persona umana. Con queste parole, il segretario
generale della Conferenza episcopale italiana, mons. Mariano Crociata, è ritornato
stamattina, in conferenza stampa, sulla questione del respingimento degli immigrati
irregolari. Ieri, in apertura dei lavori dell'assemblea generale della Cei, il cardinale
Angelo Bagnasco aveva dedicato al tema una parte consistente della sua prolusione,
parlando di un rischio di inadeguatezza delle politiche migratorie se esse - invece
di collocarsi in una strategia più ampia - si limitano alla tutela dell'ordine pubblico.
Non poteva mancare anche un pensiero al terremoto in Abruzzo, per il quale il presidente
dei vescovi italiani ha chiesto che la ricostruzione sia “sollecita, senza intoppi
e senza sprechi”. Alessandro Guarasci.
Agli attraversamenti
del Mediterraneo, “le nostre autorità hanno risposto con la controversa prassi dei
respingimenti, già sperimentata in altre stagioni come pure in altri Paesi”. Il cardinale
Bagnasco si sofferma con queste parole sulla politica immigratoria del governo:
“Se
la sovrapposizione con la campagna elettorale non ha sempre assicurato l’obiettività
necessaria ad un utile confronto, non può sfuggire il criterio fondamentale con cui
valutare questi episodi, al di là delle contingenze legate allo spirito polemico o
alla stagione politica. Ossia il valore incomprimibile di ogni vita umana, la sua
dignità, i suoi diritti inalienabili”. Al diritto a vivere dignitosamente
nel proprio Paese, esiste anche il diritto ad emigrare, e la risposta non può essere
solo “di ordine pubblico” e nemmeno di un “malinteso multiculturalismo”. Bisogna comunque
guardare tutto in un’ottica più ampia e dunque rafforzare la cooperazione internazionale.
Un pensiero poi al terremoto in Abruzzo. Il cardinale mette in luce la risposta del
Paese che “sotto i colpi della tragedia, viene fuori per quello che è il suo volto
vero”. La Chiesa comunque non allenterà la sua vicinanza nei riguardi della popolazione.
Il presidente della Cei riconosce che “la politica si è subito attivata” e ora “dovrà
ora curare che per l’inizio dell’autunno tutte le famiglie abbiano una sistemazione
adeguata”. Sulla crisi, il presidente dei vescovi afferma che è “improponibile una
concezione meramente mercantile del lavoro umano” e chiede attenzione in modo particolare
ai precari, lavoratori per i quali gli ammortizzatori sociali sono davvero modesti.
Quindi, la tutela della vita, in ogni momento:
“Non
c’è contraddizione tra mettersi il grembiule per servire le situazioni più esposte
alla povertà e rivolgere ai Responsabili della democrazia un rispettoso invito affinché
in materia di fine vita non si autorizzi la privazione dell’acqua e del nutrimento
vitale a chi è in stato vegetativo. È una questione di coerenza”. Il
cardinale chiude la sua prolusione con una nota di speranza, rivolgendosi soprattutto
ai giovani che hanno voglia di ideali alti. Serve quindi registrare le voci che nonostante
tutto anticipano i segni di una rinascita. Vicinanza poi al Papa: “Resta per noi incomprensibile
come l’umiltà e la bontà d’animo, la finezza e la tranquillità interiore che lo contraddistinguono
possano da taluni non essere colte per ciò che sono”.