2009-05-26 11:06:27

Guatemala: il cardinale Rodolfo Quezada Toruño parla della grave situazione del Paese


Domenica scorsa, alla fine della Santa Messa, l’arcivescovo di Città del Guatemala, cardinale Rodolfo Quezada Toruño, con riferimento al clima di scontro e confronto nonché di violenza in atto nella nazione, ha lanciato un forte appello affinché nessuno “contribuisca, con parole o azioni, ad aumentare la già grave conflittualità sociale del Paese”. Da alcune settimane dopo l’assassinio di Rodrigo Ronserburg Marzano, importante avvocato, le tensioni sociali e politiche sono molto aumentate nel Paese, riflettendosi pesantemente sulla stampa. “Di fronte a questa triste realtà di scontro e polarizzazione”, per il porporato “è naturale chiedersi sull’atteggiamento che devono assumere le persone oneste”. “Questo stato di conflitto, osserva l’arcivescovo, è il risultato d’ingiustizie secolari, dell’emarginazione di grandi settori sociali, dall’esclusione di altri, da comportamenti razzisti e prepotenti. La verità, e che spesso facciamo fatica ad ammettere, è che sopravviviamo in una situazione di disuguaglianze abissali nel campo sociale, culturale ed economico. Mentre una minoranza possiede beni fondamentali in abbondanza, come l’educazione, la cura della salute, l’alloggio e il lavoro”, d’altra parte, “sfortunatamente una grande maggioranza non ha questi beni che Dio stesso ha creato per tutti e non solo come privilegio per coloro che contano”. Il cardinale Quezada Toruño nelle sue riflessioni ha voluto ricordare anche questa situazione di per sé già molto preoccupante si è vista ulteriormente aggravata con nuovi fatti di violenza e con l’impunità. “Quasi tutte le famiglie guatemalteche hanno subìto queste violenze”, ricorda il porporato che aggiunge: “Siamo un Paese di vedove e orfani, angosciato e disperato per la mancanza di sicurezza”. Dopo questa descrizione di una realtà preoccupante il cardinale arcivescovo della capitale del Guatemala chiede che siano “adottate urgentemente misure audaci affinché la maggiore quantità possibile di guatemaltechi abbiano accesso ai beni umani” necessari per la “loro realizzazione come persone dotate di una dignità immensa, a prescindere della propria condizione sociale”. “E’ assolutamente necessario, spiega il porporato, che un tutti i casi di violenza, e non solo gli ultimi, si arrivi alla verità e ciò richiede un’indagine profonda, indipendente, tecnica e imparziale”. Infine, sottolinea il cardinale Quezada Toruño, “raggiunta la verità occorre punire esemplarmente i responsabili dei crimini”. A conclusione delle sue riflessioni sulla situazione del Guatemala, l’arcivescovo ha voluto ricordare le parole di Giovanni Paolo II che rivolgendosi ai guatemaltechi diceva: “Per evitare qualsiasi tipo di estremismo e consolidare la pace autentica, non c’è nulla di meglio che restituire la dignità a coloro che soffrono disprezzo, emarginazione e la miseria”. (A cura di Luis Badilla)







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