Il post-terremoto in Abruzzo. Sono cominciati oggi i sopralluoghi disposti dalla Protezione
civile per verificare l'agibilità degli edifici nella cosiddetta zona rossa dell'Aquila,
l'area centrale e più colpita dal sisma del 6 aprile scorso. Intanto prosegue l’emergenza
caldo nelle tendopoli, dove è appena stata completata l’installazione dei condizionatori.
Il servizio di Linda Giannattasio:
Sono centinaia
le persone che questa mattina hanno raggiunto il centro storico de L’Aquila, finora
interdetto all’accesso. Sono proprietari e residenti della zona che accompagnano la
Protezione civile nelle ispezioni che verificheranno l’agibilità delle case più colpite
dal terremoto. Intanto, in tutta la zona il caldo continua ad essere asfissiante ed
è sempre più dura la vita nelle tendopoli, come spiega Giovanni Punzi,
consigliere nazionale Unitalsi e coordinatore del campo di Piazza d’Armi a L’Aquila:
R.
– L’Unitalsi in questo campo di Piazza d’Armi porta avanti il suo carisma: stare accanto
alle persone in difficoltà, ai disabili e agli ammalati. Siamo affianco alle persone
allettate, portiamo loro il pasto, le aiutiamo ad andare in bagno, le laviamo, e poi
cerchiamo soprattutto di essere loro vicini. Il caldo di questi giorni chiaramente
non facilita lo stare insieme. Tenga presente che nelle tende non ci sono spesso gli
stessi nuclei familiari, ma ci sono più nuclei familiari, magari anche di etnia diversa
o di nazionalità diversa, che prima magari non si conoscevano nemmeno. Abbiamo realizzato
qui, in una piccola zona, uno spazio che si chiama sollievo alla solitudine, proprio
perché la gente sa che qui c’è uno spazio dove potersi incontrare per poter chiacchierare,
scambiare due parole.
D. – Quali sono le maggiori
difficoltà in questo momento?
R. – Le difficoltà
più grosse sono quelle di avere una prospettiva. Le persone hanno bisogno di tempi
certi che in questo momento comunque non hanno; hanno bisogno di sapere quando lasceranno
il campo per andare sia pure in alcuni prefabbricati di legno ..
Dal
giorno del sisma nelle tendopoli è presente e forte l’appoggio dei sacerdoti che vivono
le difficoltà di ogni giorno al fianco degli sfollati, come racconta un
frate cappuccino del primo campo del capoluogo abruzzese:
R.
– Le persone hanno una grande capacità di relazionarsi con noi. Il nostro compito
è quello di stare vicini alla gente, vivere con loro la stessa situazione giornaliera,
quindi nelle tende, stare con loro anche con il caldo, andiamo a lavarci insieme,
mangiamo insieme … quindi, una vita quotidiana e poi da lì si parte per instaurare
dei rapporti; soprattutto, ecco, ci si arricchisce vicendevolmente.
D.
– Quanto è importante per queste persone un appoggio spirituale?
R.
– Bè, è molto importante. Sentono la vicinanza; la certezza di questi fratelli che
abbiamo incontrato qui è che loro si sentono aiutati attraverso la preghiera.
D.
– Chi ha officiato la Messa parlava di “pellegrinaggio della ricostruzione” …
R.
– Crediamo che la vita dell’uomo sia tutto un pellegrinaggio. Il cammino dell’uomo,
nel cercare di ricostruire la sua bellissima identità davanti all’immagine stupenda
del Signore: riuscire a fare questo, insieme, è la forza più grande che abbiamo. Da
soli non si può …