Messico. Mons. Chávez: la missione è anzitutto maggiore fedeltà a Cristo
“Metterci in strada, tutti noi battezzati, per assumere in maniera cosciente, fedele
e comunitaria la missione integrale che Gesù Cristo affida alla sua Chiesa”. Lo afferma
mons. José Luis Chávez Botello, arcivescovo di Antequera-Oaxaca, in Messico, in un
Messaggio indirizzato a tutti i fedeli e diffuso dalla Fides, che spiega cosa significhi
“aver dichiarato l’Arcidiocesi in stato di missione”. Le Chiese sono vuote, ricorda
con rammarico il presule, molti battezzati non hanno ricevuto la Cresima né la Prima
Comunione, molti vivono formando già una famiglia pur senza aver ricevuto il sacramento
del Matrimonio; non viene curata la trasmissione e la formazione alla fede nelle case
e non si ricevono regolarmente i sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia. Molti
“vivono la fede in maniera privata ed individualista e, per la maggioranza, la Chiesa
rappresenta solo un’istituzione di servizi religiosi”. Per questo è necessaria la
missione, che “non è semplicemente un cambiamento strategico per raggiungere una maggiore
efficienza, ma innanzitutto una maggiore fedeltà a Gesù Cristo nella sua Chiesa”.
Rispetto ai luoghi della missione, vengono segnalati la famiglia, “culla della fede”,
i quartieri o comunità, “posti privilegiati per la convivenza e le espressioni di
fraternità”, la parrocchia, che è “il volto ufficiale più concreto dove la Chiesa
realizza la sua missione”.Infine, mons. Chávez ricorda che “senza l’azione dello Spirito
Santo non ci sono comunità ecclesiali autentiche, né testimoni fedeli, né sacerdoti
santi né Chiesa”. (S.G.)