La visita del Papa a Montecassino: l'Europa riparta dalla forza spirituale e morale
di San Benedetto
Ultimi preparativi a Cassino alla vigilia della visita di Benedetto XVI nella cittadina
laziale. Domani, Solennità dell’Ascensione, il Papa celebrerà la Messa, alle ore 10.15,
nella centrale Piazza Miranda. Nel pomeriggio, poi, si recherà nell’Abbazia benedettina
di Montecassino per recitare i Vespri con la comunità monastica. Tante le iniziative
promosse dalla diocesi, in questi giorni, per accogliere il Papa: ieri sera, si è
tenuta una veglia nella Chiesa madre con il vescovo abate. Stasera, invece, i ragazzi
di Cassino si ritroveranno in Piazza Labriola per uno spettacolo intitolato “Aspettando
B16”. Il viaggio del Papa si caratterizzerà in particolare per la sua dimensione benedettina.
Fin dall’infanzia in Baviera, come confidò nella sua prima udienza generale dopo l’elezione
alla Cattedra di Pietro, il Papa è sempre stato legato alla figura di San Benedetto.
Per questo la visita alla diocesi di Montecassino assume un significato davvero particolare,
come ci riferisce il nostro inviato Alessandro Gisotti: “Abbiamo
bisogno di uomini come San Benedetto” che a Montecassino mise insieme le forze “per
formare un mondo nuovo”: basta ricordare queste parole pronunciate dall’allora cardinale
Ratzinger nell’aprile 2005, pochi giorni prima della sua elezione a Pontefice, per
cogliere immediatamente il significato simbolico della visita di Benedetto XVI nella
culla del monachesimo occidentale. Molti a Cassino ricordano con orgoglio che il Papa
è di casa in questa terra benedettina. Nell’abbazia di Montecassino, nel 2001, l’allora
porporato tedesco scrisse il libro-colloquio “Dio e il mondo”. E nel 2004 vi tornò
per celebrare una Messa per la Pontificia Accademia delle Scienze. La visita di domani,
pur se concentrata in una sola giornata, vivrà quattro momenti diversi, tutti particolarmente
intensi: innanzitutto la Messa, celebrata con i vescovi del Lazio, nella centrale
Piazza Miranda che si chiamerà d’ora in poi “Piazza Benedetto XVI”. Qui, nonostante
il caldo torrido di questi giorni, sono attesi almeno 20 mila fedeli, molti dei quali
arriveranno dai paesi vicini già alle prime luci del giorno. Dopo
la recita del Regina Caeli, il Pontefice inaugurerà la Casa della Carità, presso l’ospedale
“Gemma de Bosis”. Una struttura per immigrati senza fissa dimora voluta dall’abate
di Montecassino, dom Pietro Vittorelli. Nel pomeriggio, dunque, il terzo momento con
la recita dei Vespri nella suggestiva cornice dell’Abbazia, dove riposano le spoglie
di San Benedetto, che proprio qui a Montecassino, intorno al 534, dettò la Regola
dell’Ordine monastico da lui fondato. Con questa Regola, sottolineò Benedetto XVI
all’Angelus del 10 luglio del 2005, San Benedetto gettò il seme di una nuova civiltà
capace di integrare i valori cristiani con l’eredità classica. E spiegò, come poi
avrebbe ribadito nel memorabile discorso al College des Bernardins di Parigi, che
scopo fondamentale di San Benedetto e dei monaci era cercare Dio, Quaerere Deum. Una
ricerca, è il suo costante appello, che rimane anche oggi il fondamento di ogni vera
cultura. Ultimo evento della giornata, altrettanto significativo,
sarà la visita di Benedetto XVI al cimitero polacco, dove riposano oltre mille soldati,
caduti nella sanguinosa battaglia che, nel 1944, vide contrapposte le forze alleate
e le truppe del Terzo Reich sulla cosiddetta “Linea Gustav”. Una visita in forma privata,
eppure di grande valore che si inscrive nell’impegno di Papa Benedetto per la purificazione
della memoria e la riconciliazione, che lo ha già portato ad Auschwitz-Birkenau, nel
2006, e allo Yad Vashem, la settimana scorsa. A dare ancor più rilevanza a questa
visita è la coincidenza con il 65.mo anniversario del terribile bombardamento della
città cassinate e dell’Abbazia di Montecassino da parte dell’aviazione americana.
L’ultima delle distruzioni sofferte dal monastero fondato da San Benedetto nel 529:
prima i longobardi nel 574, poi i saraceni nell’883 e ancora un devastante terremoto
nel 1349. Ma fedele al suo motto, “Succisa virescit”, l’Abbazia è sempre tornata a
germogliare, ad essere centro di irradiazione del Vangelo e scrigno di un patrimonio
culturale inestimabile. Per guardare con fiducia al futuro,
l’Europa deve ripartire da San Benedetto, dai suoi insegnamenti, ha detto tante volte
il Papa. Ed oggi, in questo luogo simbolo della civiltà europea risuonano forti le
parole pronunciate da Benedetto XVI il 9 aprile del 2008 nell’udienza generale dedicata
al fondatore dell’Ordine benedettino: “Per creare una unità nuova e duratura sono
certo importanti” gli strumenti politici ed economici, “ma occorre anche suscitare
un rinnovamento etico e spirituale che attinga alle radici cristiane del Continente,
altrimenti non si può ricostruire l’Europa”.