2009-05-23 13:26:56

Il Papa ai futuri diplomatici della Santa Sede: preoccupatevi della santità non della carriera o del plauso della gente


C’è un “codice” che permette ai cristiani di decifrare le problematiche del mondo: il Vangelo. A questo codice Benedetto XVI ha invitato a fare costante riferimento parlando agli allievi della Pontificia Accademia Ecclesiastica, i futuri sacerdoti destinati al servizio diplomatico della Santa Sede. Il Papa li ha sollecitati a coltivare una forte identità spirituale per non cedere alle lusinghe di una comoda carriera o lasciarsi deviare, ha detto, da “logiche troppo terrene”. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Essere nel mondo senza essere del mondo. Se ci sono uomini, all’interno della Chiesa, per i quali la sapienza di questa frase è “tagliata” su misura, questi sono senza dubbio i sacerdoti che lavorano nelle nunziature apostoliche sparse nel mondo. Un servizio di grande importanza e al contempo - ha riconosciuto con schiettezza Benedetto XVI – esposto al rischio di una contaminazione quando la saldezza spirituale dovesse entrare in conflitto con logiche che non appartengono a chi è di Cristo:
 
“In effetti, il servizio nelle nunziature apostoliche si può considerare, in qualche misura, come una specifica vocazione sacerdotale, un ministero pastorale che comporta un particolare inserimento nel mondo e nelle sue problematiche spesso assai complesse, di carattere sociale e politico. E' allora importante che impariate a decifrarle, sapendo che il 'codice', per così dire, di analisi e di comprensione di queste dinamiche non può essere che il Vangelo e il perenne Magistero della Chiesa”.
 
Dunque, pienamente formati “alla lettura attenta delle realtà umane e sociali”, ma anche pienamente “intimi” di Gesù: su questi pilastri, ha proseguito il Papa, si regge l’architrave di questo particolare impegno. L’essere "uomini di intensa preghiera”, ha indicato Benedetto XVI ai giovani di fronte a sé, vi aiuterà a superare solitudini e incomprensioni e a non perdere di vista l’essenzialità del servizio:
 
“Quella capacità di dialogo con la modernità che vi è richiesta, nonché il contatto con le persone e le istituzioni che esse rappresentano, esigono una robusta struttura interiore e una solidità spirituale in grado di salvaguardare e anzi di evidenziare sempre meglio la vostra identità cristiana e sacerdotale. Solo così potrete evitare di risentire degli effetti negativi della mentalità mondana, e non vi lascerete attrarre né contaminare da logiche troppo terrene”.
 
Il Pontefice ha invitato gli allievi della Pontificia Accademia Ecclesiastica a vivere con particolare intensità l’Anno sacerdotale che inizierà il prossimo 19 giugno. “Valorizzate al massimo questa opportunità - ha detto loro - per essere sacerdoti secondo il cuore di Cristo, come san Giovanni Maria Vianney”:
 
“Il Signore ci vuole santi, cioè tutti ‘suoi’, non preoccupati di costruirci una carriera umanamente interessante o comoda, non alla ricerca del plauso e del successo della gente, ma interamente dediti al bene delle anime, disposti a compiere fino in fondo il nostro dovere con la consapevolezza di essere 'servi inutili', lieti di poter offrire il nostro povero apporto alla diffusione del Vangelo”.







All the contents on this site are copyrighted ©.