2009-05-22 15:24:41

Sri Lanka: la Chiesa in prima linea nell’assistenza agli sfollati


Nei giorni in cui ancora si celebra la vittoria sulle Tigri Tamil dopo circa 28 anni di conflitto, la Chiesa dello Sri Lanka rivolge le sue preoccupazioni alle migliaia di feriti e sfollati civili tamil, la cui sorte continua ad essere incerta, e guarda alla ricostruzione della pace e alla riconciliazione nazionale. Questo stesso spirito anima i cristiani di tutto il Paese come confermano le parole di padre Nihal Ivan Perera, sacerdote di Negombo, che nella messa di domenica scorsa ha sottolineato la necessità di sanare le ferite profonde che devono cicatrizzare da entrambe le parti, esortando i fedeli a offrire cibo ai rifugiati, secondo quanto rende noto la Zenit: “E’ nostro dovere come cristiani prenderci cura dei nostri fratelli”. Nel nord del Paese, a Vavuniya, nel cuore della regione devastata dai combattimenti, padre Emilianuspillai Santhiapillai, parroco della chiesa di Sant'Antonio, ha parlato ai fedeli del soccorso alla “popolazione civile, che vive grandi sofferenze”. In India, l'Arcivescovo di Madras-Mylapore (Stato del Tamil Nadu), monsignor Chinnappa, ha espresso la propria preoccupazione per gli sfollati, ricordando che “devono essere rispettati i diritti” dei tamil originari del sud dell'India che vivono nello Sri Lanka da secoli, così come quelli delle altre popolazioni dell'isola. Da parte sua, il portavoce del Consiglio dei vescovi cattolici del Tamil Nadu e direttore della Commissione statale per le minoranze, padre Chinnadurai, ha chiesto che i colpevoli del “genocidio di civili innocenti” siano identificati e puniti. Anche Papa Benedetto XVI ha pregato questa domenica a San Pietro per le “migliaia di bambini, donne, anziani, a cui la guerra ha tolto anni di vita e di speranza”, rivolgendo un appello “alle istituzioni umanitarie, comprese quelle cattoliche”, a “non lasciare nulla d’intentato per venire incontro alle urgenti necessità alimentari e mediche dei profughi”. Intanto, secondo l'Onu, più di 200 mila rifugiati civili sono ammassati nei campi del Governo, in condizioni sempre più critiche. Mentre la Caritas ha segnalato che devono essere ancora compiuti alcuni passi prima che la Nazione possa dichiarare la pace. Tra questi il miglioramento delle condizioni di vita negli accampamenti di sfollati e l'aiuto alle persone che sono rimaste senza casa perché possano ricostruire la propria vita. La Caritas ha inoltre dichiarato che i campi non rispettano le norme internazionali in materia di sicurezza e condizioni di vita, e che famiglie traumatizzate continuano ad essere divise. L’organizzazione cattolica ha anche evidenziato che a quanti sono stati costretti a fuggire dalle proprie case deve essere garantito il diritto di tornarvi. Quello che serve ora secondo la Caritas è soprattutto un clima di giustizia che risponda alle necessità di tutti gli abitanti dello Sri Lanka, inclusa la minoranza tamil, che rappresenta il 18% della popolazione. (M.G.)







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