Rapporto sugli abusi in Irlanda: intervista con l'arcivescovo di Dublino
“Non è un rapporto da archiviare nello scaffale”: è quanto ha affermato l’arcivescovo
di Dublino, mons. Diarmuid Martin riguardo al Rapporto della Commissione governativa
irlandese che ha indagato sugli abusi - perpetrati tra la fine degli anni ’30 e la
fine degli anni ’70 - in alcune scuole ed istituti gestiti da religiosi, che accoglievano
minori in difficoltà. Ascoltiamo il presule al microfono di Emer McCarthy:
R. – La prima
cosa che direi è che i commenti brevi e superficiali non rendono onore alla sofferenza
delle vittime. Questo abuso sistematico è durato per decenni: leggendo il Rapporto
– sono cinque volumi – le realtà raccontate sono orribili, sono ripugnanti. Il coraggio
delle vittime nel raccontare le loro storie, è ammirevole. Io trovo interessante che
la Commissione fa appello alle Congregazioni religiose, e anche io faccio mio questo
appello, a compiere un processo di discernimento ed identificare i motivi che hanno
loro permesso di discostarsi dal loro autentico carisma in una maniera così sconcertante.
Spero che intraprenderanno un cammino di rinnovamento e anche di conversione.
D.
– Lei ha detto che questo non è un Rapporto da archiviare in uno scaffale …
R.
– Questo non è un Rapporto destinato ad una copertura giornalistica di due giorni,
tanto meno un Rapporto destinato all’archivio. Le raccomandazioni indicano, in maniera
più generale, la necessità, nei servizi per la protezione dei bambini, di trovare
la maniera di far sentire la voce dei bambini, le loro grida, le loro angosce. In
questa storia, i bambini hanno sofferto e nessuno ha voluto ascoltarli, né in passato
e neanche recentemente. La migliore maniera di pentirsi del passato è di impegnarsi
per un futuro veramente diverso. Lo so che la Chiesa cattolica in Irlanda sta intraprendendo
questo processo, ma l’impegno dev’essere intensificato e reso molto più urgente.