Lo psicologo Cantelmi: la Chiesa è in prima linea nel combattere la pedofilia
“La percentuale di pedofilia nell’ambito della vita celibataria e consacrata non è
superiore a quella che si trova in altre categorie. La pedofilia è un problema gravissimo
ma non strutturale del celibato”. Lo afferma Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione
italiana psicologi e psichiatri cattolici, interpellato dal Sir sui casi di abusi
sessuali emersi in Irlanda. “C’è quindi – prosegue lo psichiatra - una criminalizzazione
della vita celibataria e consacrata che non ha senso”. Altra considerazione dell’esperto
è il numero dei casi di pedofilia emersi in Italia in ambito ecclesiastico. “Parliamo
– sottolinea Cantelmi - di 60 casi in Italia su una popolazione di 400 mila persone
che hanno fatto una scelta di vita consacrata. E stiamo parlando di 60 casi emersi
in dieci anni, dal 2000 al 2009. E’ chiaro che un prete pedofilo scandalizza molto
di più rispetto ad altre categorie. Perché il sacerdote è un uomo di Dio, per cui
siamo di fronte ad una forte contraddizione. Ma da qui a dire che è un problema strutturale
della Chiesa, mi sembra non solo eccessivo ma anche una falsità colossale”. Cantelmi
ha fatto parte come esperto della Commissione parlamentare per l’infanzia due legislature
fa, e fu impegnato in un’indagine sulla pedofilia in Italia. “Si calcolò – ricorda
- che i pedofili in Italia potessero essere circa 100 mila. Il vero problema quindi
è la pedofilia, che esiste e va combattuta”. E la Chiesa? “La Chiesa – risponde -
è l’istituzione più coraggiosa al mondo da questo punto di vista. Ha sempre fatto
un discorso molto chiaro e molto serio. Non c’è nessuna copertura. Lo dimostra il
fatto che uno dei motivi fondamentali della presenza degli psicologi nei seminari
è proprio questa perché quand’anche ci fosse un solo caso, la scelta della Chiesa
italiana è quello di intervenire perché i casi non siano solo pochi ma siano pari
a zero. C’è quindi un allerta massima. Ormai tutti i seminari italiani hanno aiuti
psicologici e soprattutto non c’è nessun tipo di connivenza. Su questo la scelta è
chiarissima. Lo dimostrano i documenti, le operazioni svolte in questi anni, gli interventi.
E’ stato anche elaborato un documento vaticano che prevede la presenza degli psicologi
nei seminari. In Italia, non c’è seminario, non c’è casa di formazione e non c’è congregazione
che non abbia al suo interno uno psicologo che aiuti a dirimere tutte le possibili
situazioni”. (R.P.)