Sri Lanka: resta l'emergenza profughi dopo la fine della guerra
Il Comitato della Croce Rossa internazionale ha annunciato una temporanea interruzione
degli aiuti nel campo per sfollati di Vavuniya, con 130.000 persone il più grande
del nord-est. L’interruzione, ha reso noto l’organizzazione, è stata determinata dalle
restrizioni imposte agli operatori umanitari che vogliono recarsi in soccorso dei
civili nelle zone teatro della recente offensiva contro le Tigri per la liberazione
della patria Tamil (LTTE). “La Croce rossa e altre organizzazioni umanitarie – ha
precisato la portavoce Monica Zanarelli all'agenzia Misna - deplorano questa situazione
inaccettabile, che ci ha costretti a interrompere la distribuzione e che sta avendo
ripercussioni su migliaia di nuovi sfollati che fino a poco fa hanno patito indicibili
sofferenze nelle zone di guerra”. Nonostante gli appelli, diffusi anche dalle Nazioni
unite, il governo di Colombo infatti non ha ancora consentito l’accesso incondizionato
ai civili, intrappolati nella cosiddetta ‘zona di sicurezza’, in realtà teatro di
violenti combattimenti contro le LTTE. È di oggi inoltre la denuncia – da parte di
una coalizione di ong contro lo sfruttamento di minori-soldato – di rapimenti e sequestri
di bambini tamil con il consenso del governo centrale. “Nell’area di Vavuniya gruppi
di paramilitari alleati del governo centrale hanno avuto libero accesso ai campi”
rende noto un comunicato della coalizione secondo cui “il sequestro di bambini, anche
di 12 anni o più piccoli, viene utilizzato come arma di ricatto nei confronti delle
famiglie”, mentre in altri casi, “minori ritenuti alleati delle LTTE vengono presi
per essere interrogati o per rivelare i loro legami con le tigri”. “Le limitazioni
imposte dalle autorità per l’accesso ai campi dei rifugiati riducono le possibilità
di assistere queste persone; è urgente che arrivino gli aiuti ai campi profughi” ha
denunciato il portavoce dell'Alto Commissariato ONU per i Rifugiati, sottolineando
anche la necessità di allestire nuove strutture. Da sabato scorso, squadre di Medici
Senza Frontiere lavorano con il Ministero della Salute dello Sri Lanka per assicurare
la prima assistenza medica presso il principale checkpoint dove transitano i profughi:
vengono individuati i casi più gravi e si cerca di curare i pazienti direttamente
sul luogo. Ogni giorno arrivano in media 10 mila persone. Msf sta allestendo un nuovo
ospedale da campo d’emergenza a Manik Farm che può disporre di 100 letti. Sta inoltre
fornendo supporto medico all’Ospedale del Ministero della Salute a Pampaimadu. Oggi
intanto raggiungerà il Paese il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon per visitare
personalmente i campi profughi e verificare i progressi negli aiuti di emergenza,
ricostruzione e dialogo politico per arrivare a una soluzione duratura per la questione
tamil; da decenni la minoranza denuncia gravi discriminazioni e ambisce all’autonomia
dei territori del nord e dell’est dove vive. Nella comunità internazionale resta infatti
la preoccupazione per una vera pacificazione che non è mai avvenuta come dimostrano
le ultime operazione dell’esercito nei pressi di Mullaivaikal per eliminare le ultime
sacche di resistenza. Secondo alcuni esperti nel paese restano ancora commando di
ribelli tamil, in particolare nell’est. Tra la popolazione civile si sono poi registrate
reazioni di segno opposto alla notizia della vittoria finale sulle tigri e dell’uccisione
del loro capo storico, Vellupillai Prabhakaran: nelle città a maggioranza cingalese
proseguono i festeggiamenti, mentre la minoranza tamil resta chiusa in casa. (M.G.)