2009-05-21 15:03:41

"Dio o gli dei": presentato il nuovo libro di mons. Crepaldi. Intervista con l'autore


E’ stato presentato in questi giorni a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, il nuovo libro di mons. Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace: l’opera, intitolata “Dio o gli dei”, si compone di quattro parti: nuovi aspetti della questione antropologica; fede, ragione e politica; i diritti umani oggi; il recente Magistero sociale della Chiesa. Luca Collodi ha intervistato lo stesso mons. Crepaldi, chiedendogli innanzitutto di spiegare il significato del titolo:RealAudioMP3

R. – Il titolo l’ho preso da un’omelia del Santo Padre Benedetto XVI, il quale ragionando della situazione del mondo attuale, ha detto che se noi scacciamo Dio dalla nostra vita, e anche dalla nostra vita sociale, rischiamo di cadere in braccio agli dei. E gli dei sono quelli che privano l’uomo della sua libertà, della sua responsabilità e anche della possibilità del suo sviluppo. Se anche nella nostra vita collettiva, quando affrontiamo problemi politici o economici o di carattere sociale, non facciamo riferimento a Dio, rischiamo che la soluzione a questi problemi non sia all’altezza e rispettosa della dignità dell’uomo, ma sia contro la sua dignità, il suo sviluppo, i suoi diritti fondamentali. Dio non è un nemico dell’uomo, ma una grande opportunità per l’uomo e anche per il suo sviluppo integrale e solidale.
 
D. – Davanti ai problemi economici, finanziari che ricadono sul mondo del lavoro, che hanno poi ricadute sul piano sociale, la Chiesa ha gli strumenti adatti, oggi, per affrontare questo capitolo?
 
R. – Non è che la Chiesa abbia una serie di ricette di carattere tecnico per affrontare le problematiche finanziarie, economiche o di altro genere; però, la dottrina sociale della Chiesa è quella sapienza che la Chiesa coglie nel Vangelo stesso per dare un giudizio di carattere morale sulle varie situazioni concrete dell’uomo. Proprio la crisi economico-finanziaria che stiamo vivendo, mette in luce quanto sia pertinente e opportuna questa dottrina sociale della Chiesa. Perché in fin dei conti non si tratta di una crisi tecnico-finanziaria, ma si tratta di una crisi più profonda, di carattere valoriale, quindi, che si gioca sul fronte dei valori e di carattere, dunque, morale e antropologico. Ed è del tutto evidente che noi abbiamo lasciato il mercato finanziario sregolato, senza regole, e quindi la responsabilità è anche della politica, che non ha dettato una cornice etico-giuridica anche ai mercati finanziari o a qualsiasi altro tipo di mercato. L’etica, i valori, non sono nemici del buon funzionamento della finanza e dell’economia, ma sono loro amici più alleati.
 
D. – Mons. Crepaldi, lei partecipa al Congresso nazionale della Cisl: ecco, il sindacato come può tornare a dare dignità al lavoro dell’uomo?
 
R. – Tornando a fare il sindacato. Oppure, continuando a farlo, direi. Ritengo che una buona igiene sociale preveda la presenza del sindacato. Una società che non ha questo soggetto, non è una società più ricca, ma è una società più povera. Nel senso che la dottrina sociale della Chiesa certamente ha sempre stigmatizzato la lotta di classe ma ha sempre valorizzato un sano conflitto sociale, perché è nelle cose: gli interessi degli imprenditori non sono gli interessi di un lavoratore. E al giorno d’oggi, che ci sia un soggetto che continua l’opera di promozione e di difesa del lavoro e del lavoro decente, del diritto al lavoro e dei diritti nel lavoro, mi sembra assolutamente molto importante. Indubbiamente, anche i sindacati devono trovare modalità per aggiornarsi, per rinnovarsi, per aprirsi anche in tempi di globalizzazione ad altre istanze presenti in altri contesti geografici, però, insomma, io credo che il sindacato abbia ancora un grande ruolo da giocare nella nostra società.
 
D. – Tutti aspettano la nuova Enciclica del Papa che dovrebbe trattare anche problematiche simili a quelle di cui stiamo parlando: la crisi economica, il mondo del lavoro … Questo che cosa significa? Che la politica si aspetta una parola illuminante da altre fonti, come ad esempio la dottrina sociale della Chiesa?
 
R. – Io credo che la nuova Enciclica sociale, quella che il Santo Padre ci ha promesso, potrà essere uno strumento per far recuperare alla politica la sua funzione: quella di disegnare le strutture architettoniche del nostro vivere sociale nella direzione della giustizia, della libertà, della verità e della solidarietà, quei quattro grandi valori che Giovanni XXIII nella “Pacem in terris” poneva come pilastri di una convivenza umana autentica e vera. Io credo che tutti l’aspettiamo: l’aspettiamo con grande ansia e sarà una grande opportunità, non solo per il mondo della politica ma per tutte le persone che, ad un certo punto, vogliono trovare un senso al loro vivere insieme, vogliono trovare un senso ai loro rapporti sociali, ai loro rapporti economici, ai loro rapporti politici per realizzare insieme una società più determinata dalla giustizia e dalla pace. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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