In una micidiale ondata di attentati, oltre 65 persone sono morte in meno di 24 ore
in Iraq, in gran parte a Baghdad, dove secondo fonti irachene tra le persone uccise
ci sono anche tre soldati americani e altri cinque sono tra i circa 150 feriti. Questa
mattina l'attentato più grave è stato messo a segno da un kamikaze che si è fatto
saltare in aria in un mercato del quartiere Dora di Baghdad, prendendo di mira una
pattuglia di soldati americani a piedi. Il bilancio è di 15 morti e 30 feriti, tra
cui i militari Usa e numerose donne e bambini. Alcune ore prima, nella città petrolifera
settentrionale di Kirkuk, uccisi sette membri della locale Sahwa, una delle milizie
tribali sunnite che, finanziate da Baghdad, combattono contro al Qaeda. Quasi allo
stesso tempo, nella capitale, due poliziotti uccisi e altre 20 persone ferite. L'attacco
più grave, nella serata di ieri, nel quartiere a maggioranza sciita al Shula di Baghdad:
il bilancio aggiornato è di 40 morti e 83 feriti.
Afghanistan Un
parà italiano è rimasto lievemente ferito ad un braccio in seguito ad uno scontro
a fuoco avvenuto a Bala Morghab, un villaggio a circa 120 chilometri da Herat, nella
zona occidentale dell’Afghanistan. La pattuglia di militari italiani ha risposto al
fuoco ed è rientrata alla base senza ulteriori conseguenze.
Iran Il
test missilistico dell'Iran “è un passo nella direzione sbagliata”. Gli Stati Uniti
non hanno nascosto oggi la loro “preoccupazione” per l'iniziativa di Teheran: il lancio
del nuovo missile terra-terra a media gittata che può colpire fino a 2.000 chilometri
di distanza, mettendo in pericolo – secondo gli esperti internazionali – Israele,
le basi militari americane nel Golfo Persico e, potenzialmente, il sud-est dell'Europa.
Sul significato di questo lancio, Salvatore Sabatino ha intervistato Alberto
Zanconato, responsabile della sede Ansa di Teheran:
R. – L’Iran
ha mostrato negli ultimi anni di aver accelerato il proprio programma missilistico,
in parallelo con il programma nucleare e proprio questo è uno degli aspetti che allarma
maggiormente la comunità internazionale, perchè ovviamente sviluppare missili a medio
o lungo raggio può significare volerli usare per portare a destinazione delle testate
non convenzionali. L’Iran mostra - in questo momento in cui c’è una possibilità di
riapertura di dialogo con la nuova amministrazione americana del presidente Obama
- che vuole continuare nella propria politica, quindi, nel programma nucleare e, a
questo punto, anche sul programma missilistico.
D.
– Nonostante Teheran e Washington siano indirizzati verso il dialogo, questo lancio
non rischia di far alzare di nuovo la tensione?
R.
– Sicuramente, si parla appunto di dialogo sia da parte americana, sia da parte iraniana.
Però fino a quando questo dialogo non comincia veramente a dare risultati, la tensione
rimane comunque alta e lo dimostra anche l’episodio della giornalista Roxana Saberi,
irano-americana, arrestata e tenuta in carcere a Teheran per tre mesi.
D.
– Una prima conseguenza concreta del lancio è stato l’annullamento della visita a
Teheran del ministro degli Esteri italiano Frattini. Come è stata accolta questa notizia?
R.
– L’Iran mi sembra non voglia dare grande peso alla decisione di Frattini, però ci
potrebbero essere decisioni anche abbastanza dure da parte di organi di stampa, in
particolare quelli conservatori.
Cisgiordania Sembra
sia stato il frutto di un equivoco la sparatoria che ha coinvolto la notte scorsa
forze israeliane e poliziotti dell'Autorità palestinese (Anp), con un bilancio di
tre feriti, durante una operazione congiunta contro militanti di Hamas e di altri
gruppi islamico radicali in Cisgiordania. Lo riferiscono fonti della sicurezza israeliana
sulla base delle prime indagini. L'episodio, verificatosi a Qalqilya (Cisgiordania),
si è consumato in pochi minuti, quando un poliziotto palestinese ha sparato contro
una pattuglia israeliana ferendo leggermente due militari e venendo a sua volta ferito
dal fuoco di risposta. Il generale israeliano Yoav Mordechai, coinvolto nell'operazione,
ha proposto ai responsabili delle forze di sicurezza palestinesi un'inchiesta comune
più approfondita, ma fonti del suo staff escludono fin d'ora l'ipotesi di “un gesto
intenzionale” tenuto conto che nella zona di Qalqilya le azioni coordinate di unità
israeliane e dell'Anp contro i gruppi estremisti sono ormai all'ordine del giorno.
In ogni caso nella retata sono stati fermati 26 sospetti.
Usa – Fed Per
superare la crisi economica alle banche statunitensi occorre ancora una gran quantità
di capitali. Lo sostiene Alan Greenspan, ex presidente della Federal Reserve (Fed),
la Banca centrale economica degli Stati Uniti d’America. Secondo Greenspan alle banche
commerciali americane serve molta più liquidità di quanto non sia emerso dall’ultimo
“stress test”, ovvero, una verifica condotta sui 19 maggiori istituti Usa per testarne
la solidità finanziaria nel caso di un peggioramento della crisi. Inoltre, sempre
secondo Greenspan, “finché i prezzi delle case continueranno a scendere, rimane il
rischio di una severa crisi dei mutui”, riconoscendo tuttavia che a livello mondiale
c'è “un indiscutibile miglioramento dell'economia e dei mercati finanziari”. L'istituto,
guidato attualmente da Ben Bernanke, parla di “evidenza” secondo cui “il ritmo della
contrazione dell'attività economica sta iniziando a diminuire”, con le condizioni
finanziarie che si sono “rafforzate” e una serie di indicatori che mostrano una ripresa
della fiducia di imprese e consumatori. Referendum California: respinte
le proposte del governatore Schwarzenegger I cittadini della California hanno
bocciato, col 60% di no, il piano anti crisi elaborato dal governatore Arnold Schwarzenegger.
Cinque quesiti dei sei proposti al referendum sono stati respinti dagli elettori californiani.
L’unico “sì” ha riguardato la proposta dei limiti agli stipendi ed alle diarie degli
uomini politici eletti nei momenti di crisi. Il risultato referendario giunge a pochi
mesi dalla fine del mandato governativo per Scwarzenegger. Da tempo lo Stato della
California vive un periodo difficile dal punto di vista economico. La crisi globale
ha aumentato il deficit delle casse statali. La bocciatura delle misure proposte,
comporterà ora il passaggio dai 15 ai 21 miliardi di dollari nell'esercizio 2010,
che ha inizio il primo luglio prossimo. Il governatore è intenzionato ad operare una
serie di drastici tagli nella pubblica istruzione e nei programmi sociali.
Oggi
il discorso di Obama su Guantanamo Per Barack Obama oggi è il giorno del discorso
dedicato alla chiusura della base Usa di Guantanamo, a Cuba, ai National Archives
di Washington. Il Senato americano ha recentemente bocciato lo stanziamento di 80
milioni di dollari richiesti dall’Amministrazione Obama per mettere i sigilli all’installazione
militare, dove attualmente sono detenuti 240 prigionieri accusati di terrorismo. Ma
il presidente statunitense rimane convinto della chiusura della base entro il 2010.
Sulle ragioni della linea di Obama su Guantanamo, Giada Aquilino ha intervistato
il prof.John Harper, docente di Storia Americana alla Johns Hopkins
University:
R. – Perché
ha promesso al suo elettorato, al mondo, che l’avrebbe fatto. In più perché ritiene
molto importante questo passo per ripulire l’immagine degli Stati Uniti di fronte
all’opinione mondiale. I problemi che ci sono, sono di tipo tecnico: non si può chiudere
Guantanamo da un giorno all’altro, ovviamente. Ci sono attualmente 240 detenuti per
cui bisogna trovare una sistemazione per queste persone.
D.
– Il predecessore di Obama, Bush, disse che di fatto non sapeva dove trasferire i
terroristi di Guantanamo. Alcuni degli Stati Usa già si sono detti contrari ad ospitare
questi prigionieri, e in Europa non prevale una linea unanime, al tal proposito. Dove
potrebbero essere trasferiti questi 240 detenuti?
R.
– Questa situazione è una “bella gatta da pelare” per gli Stati Uniti perché è stato
appena rilasciato uno studio dal Pentagono, attendibile, che dice che il 14 per cento
dei detenuti rilasciati sono tornati ad essere terroristi. Questo ha un po’ scosso
la classe politica americana che, votando contro i fondi per chiudere Guantanamo,
ha mandato un messaggio di non volere assolutamente ricevere questi detenuti negli
Stati Uniti. Alla fine, secondo me, gli Stati Uniti dovranno pagare - nel senso letterale
- per sistemare questi detenuti in Paesi amici; dovrà cioè finanziare le sistemazioni
di queste persone, come compenso, ai Paesi che le riceveranno, ma per questo, ci vorrà
del tempo.
Birmania: ripreso processo ad Aung San
Suu Kyi È ripreso questa mattina, a porte chiuse, il processo a carico della
leader dell'opposizione della Birmania Aung San Suu Kyi. Consentito ieri l’accesso
in aula a trenta diplomatici stranieri ed a dieci giornalisti, “ma solo per un giorno”.
La leader, che è apparsa in buone condizioni di salute, indossava la tradizionale
gonna birmana, rossa e rosa. Ha ringraziato i presenti, aggiungendo di sperare di
“incontrarli di nuovo in giorni migliori”. Il segretario di Stato americano Hillary
Clinton ha definito “scandaloso” il processo alla dirigente birmana Aung San Suu Kyi
e spera che si concluda presto con la sua liberazione. In tal senso nove Premi Nobel
per la Pace hanno rivolto un appello affinché il simbolo della lotta locale in difesa
dei diritti umani, torni libera. Alcuni appartenenti al partito di San Suu Kyi, la
Lega nazionale per la democrazia (Lnd), si sono radunati di fronte al penitenziario
di Insein, dove si tiene il processo. La donna è accusata di violazione delle regole
delle misure domiciliari, dopo l'intrusione di un cittadino americano nella sua casa.
La leader birmana ha trascorso tredici degli ultimi venti anni agli arresti domiciliari.
Vertice
Russia – Ue Si apre ufficialmente domani il vertice tra la Russia e la delegazione
dell’Unione Europea, in una sala conferenze universitaria, lungo il fiume Amur, che
ha origini nella Siberia orientale. Il vertice durerà due giorni ed avrà luogo a Khabarovsk,
la città più importante insieme a Vladivostok, nell’Estremo Oriente russo. Gli argomenti
nell'agenda del summit sono: il rinnovo della partnership con la Ue, energia, sicurezza,
crisi economica e questioni internazionali (Iran, Afghanistan, Pakistan, Medio Oriente,
Moldova e Georgia). Mosca resta il maggior fornitore di gas per la Ue (67% del suo
export), e il secondo di petrolio e derivati. La sede del summit è un luogo talvolta
più freddo della Siberia. Grande come l'Europa, e circa un terzo dell'intero Paese,
si estende dall'Oceano Artico al Mar del Giappone, dalla Siberia alla penisola vulcanica
della Ciukotka. E' lo scrigno delle ricchezze russe: gas, petrolio, carbone, diamanti,
metalli preziosi, sconfinate foreste di conifere, pesce (la produzione rappresenta
oltre il 60% di quella russa).
Daghestan Un ufficiale che lavorava
nella procura daghestana, il colonnello Seivutdin Kaziakhmedov, è stato ucciso a Makhachkala:
lo riferisce l'agenzia Itar-Tass citando una fonte delle forze dell'ordine. L'uomo
è stato ucciso mentre usciva di casa da uno sconosciuto, che con ogni probabilità
ha usato una pistola. Il Daghestan, come la vicina Inguscezia, è da tempo teatro di
attentati contro le autorità da parte degli estremisti islamici.
Elezioni
in Colombia: incertezza su data e candidatura del presidente Uribe Ancora incertezza
in Colombia, in vista delle prossime elezioni presidenziali. Ieri, c’era stato il
via libera, dal Senato, per la convocazione di un referendum popolare sulla possibilità,
per il capo dello Stato Alvaro Uribe, di candidarsi o meno ad un terzo mandato presidenziale.
Ma è diventato un “caso” politico il testo approvato dalla Camera Alta. Presenta infatti
delle differenze con quello passato alla Camera. La principale riguarda la data delle
elezioni. Per il Senato si andrebbe al voto nel 2014, per il Senato, se al referendum
vinceranno sì, il presidente uscente Uribe potrà ripresentarsi già alle presidenziali
del marzo 2010. Una commissione di conciliazione, nominata appositamente, dovrebbe
pronunciarsi sulla questione. L’ultima parola spetterà comunque alla Corte Costituzionale.
In
Brasile il presidente Lula annuncia che non ci sarà un suo terzo mandato Il
presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva ha dichiarato oggi che non intende
candidarsi per un terzo mandato alla guida del Paese, eventualità che richiede una
riforma costituzionale. Lo sottolineano i media locali, che hanno ripreso le dichiarazioni
che Lula ha fatto in Cina, dove il presidente ha chiuso oggi una missione di qualche
giorno.
Immigrazione irregolare Un barcone con 26 migranti è stato
intercettato da una motovedetta della Guardia di Finanza, a dieci miglia a Sud-Ovest
di Pozzallo. Ieri hanno fatto riflettere le parole del presidente della Commissione
Cei per i problemi sociali e il lavoro, mons. Arrigo Miglio. I migranti respinti dalle
autorità italiane in Libia sono stati costretti a tornare su strade di fame e di morte
– ha detto - non tutti erano bisognosi di asilo, non tutti sono santi ma poveri di
certo. La Chiesa - ha aggiunto - è per sua natura multi etnica e la solidarietà cui
è chiamata comprende sia il pane quotidiano sia l'apertura di cuore verso ogni persona.
Intanto si parla di un possibile incontro tra Italia, Malta, Libia e Alto commissariato
Onu per i Rifugiati, per una strategia comune. E da Tripoli il segretario generale
per la Sicurezza Pubblica respinge le accuse di trattamento inumano nei centri per
gli immigrati libici dicendo che questi non sono peggiori di quelli italiani. Non
è della stessa opinione padre Ambroise Tin, direttore di Caritas Senegal, intervistato
da Francesca Sabatinelli.
R. – Respingere
tutti questi migranti che cercano una vita migliore in Italia, mi sembra veramente
sbagliato a livello politico e strategico. La questione fondamentale è quella della
povertà e della dignità umana. In Africa, soprattutto in Senegal, Paese di transito
e di partenza, il 68 per cento della popolazione non riesce ad avere un euro al giorno
per vivere. Se questa gente, arrivando nel Mediterraneo o in Italia, viene respinta
- non rispettando la dignità umana e i diritti umani - verso la Libia, dove ci sono
almeno 25 centri di detenzione, di prigioni, significa mandarla all’inferno: non mangiano
come si deve, non hanno l’acqua e ogni tanto vengono spinti nel deserto, dove muoiono.
D.
– Padre Tin, in Italia il dibattito molto forte è sulla necessità di dover coniugare
l’accoglienza alle persone che entrano con la sicurezza dei cittadini...
R.
– Va bene, ci vogliono anche delle regole che possano permettere alla gente di venire
in Europa in modo degno. Sono d’accordo. Ma se facciamo un’analisi di queste regole,
vediamo che tutto il fenomeno della migrazione è percepito come una minaccia per il
benessere della gente in Europa. Il fenomeno viene anche incriminato e non è giusto.
Grecia La
guerriglia marxista greca è scesa oggi in campo contro gli scandali che stanno travolgendo
la vita politica nazionale affermando che “nessuna elezione” può ormai salvare il
Paese e rivendicando il diritto del popolo a difendersi “con ogni mezzo a disposizione”.
Il gruppo Lotta di Popolo si era già manifestato in passato e ieri, con un comunicato,
ha rivendicato l'attentato contro l'ufficio di un'impresa coinvolta nello scandalo
delle tangenti Siemens, ricordando che il capo dell’impresa è “amico della famiglia
di Giorgio Papandreou”, leader del Pasok, e che “negli ultimi tempi del governo” di
questi ottenne un appalto milionario per i sistemi di sicurezza dei Giochi olimpici
del 2004. I contenuti e il linguaggio usato nel comunicato, che se la prende anche
con imprenditori e polizia, ricorda quello di Lotta Rivoluzionaria e Setta dei rivoluzionari,
che hanno firmato attentati contro Stato, banche e poliziotti. (Panoramica internazionale
a cura di Fausta Speranza e Anna Villani)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 141 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.