Gerusalemme: poveri tre bambini palestinesi su quattro
Tre bambini palestinesi su quattro vivono a Gerusalemme al di sotto della soglia di
povertà: è la denuncia contenuta in un rapporto sullo “Stato dei diritti umani a Gerusalemme
Est” diffuso dall’Associazione israeliana per i diritti civili (Acri) e ripreso dall’agenzia
Misna. Secondo lo studio, i bambini in questione sono figli del 66,8% delle famiglie
palestinesi che vivono nella parte orientale della città e che a loro volta vivono
con meno di due dollari al giorno. A loro corrispondono il 23% delle famiglie ebraiche
nelle stesse condizioni. “La discriminazione tra la percentuale di famiglie povere
palestinesi ed ebraiche è dovuta in gran parte al fatto che queste ultime ricevono
sussidi, agevolazioni sanitarie e servizi che per i palestinesi sono del tutto inaccessibili”
precisa il rapporto, secondo cui questa strategia “mira a spingere i palestinesi a
lasciare la città, assicurandole una popolazione in maggioranza ebraica”. La parte
orientale della città, aggiunge inoltre lo studio, “ha subìto pesantissime ripercussioni
e quasi uno strangolamento economico in conseguenza della costruzione del muro che
separa Israele dalla Cisgiordania e che sta lentamente portando al collasso dell’economia
palestinese”. Occupata e quindi annessa alla Giordania dopo la guerra del 1948, in
seguito alla creazione dello stato di Israele, la parte est di Gerusalemme – che alcuni
vorrebbero capitale di un futuro stato palestinese indipendente – fu occupata dall’esercito
israeliano durante la guerra del 1967. Nel 1980 il Parlamento approvò la legge fondamentale
di Gerusalemme “capitale indivisa di Israele”, dichiarata nulla e priva di validità
dalla risoluzione 478 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che invitò gli stati membri
a spostare le loro missioni diplomatiche fuori dalla città. Ancora oggi lo status
di Gerusalemme costituisce uno dei nodi del processo di pace tra israeliani e palestinesi.
(A.L.)