Domenica prossima la visita del Papa a Montecassino: il legame speciale tra Benedetto
XVI e San Benedetto
La Chiesa di Montecassino attende con trepidazione la visita pastorale di Benedetto
XVI, domenica prossima. Uno dei momenti forti del viaggio sarà la celebrazione dei
Vespri nell’Abbazia benedettina con gli abati e le badesse di tutto il mondo. Un momento
per sottolineare quanto il Papa sia legato alla figura di San Benedetto da Norcia.
In questo servizio di Alessandro Gisotti, ripercorriamo alcune riflessioni
offerte da Benedetto XVI sul Patrono d’Europa, padre del monachesimo occidentale:
(Canti gregoriani) San
Benedetto non è solo nel nome del Papa. E’ innanzitutto nel suo cuore. Pochi giorni
prima di essere eletto alla Cattedra di Pietro, il primo aprile 2005, Joseph Ratzinger
è al Monastero di Santa Scolastica a Subiaco dove pronuncia un discorso memorabile
sul valore permanente della fede cristiana di fronte ai limiti dell’attuale cultura
razionalista. “Abbiamo bisogno di uomini come Benedetto da Norcia - è la sua esortazione
- il quale in un tempo di dissipazione e decadenza” riuscì “a fondare a Montecassino
la città sul monte” e a mettere “insieme le forze dalle quali si formò un mondo nuovo”.
“Abbiamo bisogno - afferma ancora l'allora porporato - di uomini”, che come San Benedetto,
“tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando da lì la vera umanità”. Tre
settimane dopo, il 27 aprile, in piazza San Pietro, il nuovo Pontefice tiene la sua
prima udienza generale e si sofferma sulla scelta del nome Benedetto, sottolineando
quanto il Patriarca del monachesimo occidentale sia venerato nella sua terra natale,
la Baviera: “San Benedetto (…) costituisce un fondamentale punto di
riferimento per l’unità dell’Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici
cristiane della sua cultura e della sua civiltà”. Il
Papa rammenta la raccomandazione lasciata da Benedetto ai monaci nella sua Regola:
“Nulla assolutamente antepongano a Cristo”. Un monito che il Pontefice fa suo all’inizio
del ministero petrino: “All’inizio del mio servizio come
Successore di Pietro chiedo a San Benedetto di aiutarci a tenere ferma la centralità
di Cristo nella nostra esistenza. Egli sia sempre al primo posto nei nostri pensieri
e in ogni nostra attività!” Del modello benedettino,
della sua attualità, il Papa parla al mondo della cultura al Collège des Bernardins
di Parigi, nel settembre 2008. Le radici della cultura europea, ribadisce, affondano
nel terreno fertile del monachesimo occidentale. I monaci, rileva, cercando Dio fondarono
una nuova civiltà. Un’esperienza che va riscoperta: “Quaerere
Deum, chercher Dieu et se laisser trouver par Lui..." “Quaerere
Deum, cercare Dio e lasciarsi trovare da Lui: questo - è la riflessione del Papa
- oggi non è meno necessarioche in tempi passati”. E mette in
guardia da una cultura “meramente positivistica” che rimuova la domanda circa Dio.
Sarebbe, avverte, “un tracollo dell’umanesimo”. “Ciò che ha fondato la cultura dell’Europa,
la ricerca di Dio e la disponibilità ad ascoltarLo - ribadisce - rimane anche oggi
il fondamento di ogni vera cultura”. E il 20 settembre 2008, ricevendo agli abati
benedettini di tutto il mondo, li esorta ad annunciare senza compromessi il primato
di Dio, specie in un mondo sempre più desacralizzato: “Nei
vostri monasteri, voi per primi rinnovate e approfondite quotidianamente l’incontro
con la persona del Cristo, che avete sempre con voi come ospite, amico e compagno.
Per questo i vostri conventi sono luoghi dove uomini e donne, anche nella nostra epoca,
accorrono per cercare Dio e imparare a riconoscere i segni della presenza di Cristo,
della sua carità, della sua misericordia”. A San Benedetto, “astro
luminoso”, come lo definì San Gregorio Magno, il Papa dedica la catechesi dell’udienza
generale del 9 aprile dell’anno scorso. E mette l’accento sul significato della costruzione
dell’abbazia di Montecassino: “Nell’anno 529 Benedetto lasciò Subiaco
per stabilirsi a Montecassino. (…) questa decisione gli si impose perché era entrato
in una nuova fase della sua maturazione interiore e della sua esperienza monastica.
(…) la vita monastica nel nascondimento ha una sua ragion d’essere, ma un monastero
ha anche una sua finalità pubblica nella vita della Chiesa e della società, deve dare
visibilità alla fede come forza di vita”. Il Papa esorta dunque l’Europa
smarrita, alla ricerca della propria identità, a guardare a San Benedetto e ai suoi
insegnamenti: “Per creare un’unità nuova e duratura, sono
certo importanti gli strumenti politici, economici e giuridici, ma occorre anche suscitare
un rinnovamento etico e spirituale che attinga alle radici cristiane del Continente,
altrimenti non si può ricostruire l’Europa (...) Cercando il vero progresso, ascoltiamo
anche oggi la Regola di san Benedetto come una luce per il nostro cammino. Il grande
monaco rimane un vero maestro alla cui scuola possiamo imparare l’arte di vivere l’umanesimo
vero”. (Canti gregoriani)