2009-05-18 15:22:17

Pakistan: cristiani, musulmani, indù e sikh pregano per la pace


Fedeli musulmani, cristiani, indù e sikh esprimono una condanna unanime per le violenze compiute dai talebani in Pakistan. “Attivisti e società civile hanno dato vita a diverse iniziative – spiega il vescovo di Faisalabad, mons. Joseph Coutts, ad AsiaNews – e questo sta a dimostrare che la società civile alza la propria voce contro la ‘talebanizzazione’ del Pakistan”. Il presule ricorda poi che di recente ha partecipato ad un incontro interconfessionale, promosso da organizzazioni non governative locali, al quale hanno partecipato cristiani, musulmani, indù, e sikh. Tutti hanno condannato le “violenze compiute dai talebani” e ribadito “il sostegno all’esercito governativo”. In questi giorni il Pakistan deve affrontare l’esodo di massa più grande dal 1947, anno della sua fondazione. L’agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) riferisce che più di 834 mila civili hanno lasciato la valle di Swat per sfuggire alle violenze. La scorsa settimana le forze governative hanno lanciato un’offensiva contro le milizie fondamentaliste nella valle di Swat. Gli estremisti sono accusati di aver violato l’accordo che prevedeva l’introduzione della legge islamica in cambio della tregua. All’introduzione della sharia è seguita una drammatica campagna contro le minoranze. Migliaia di persone hanno abbandonato Mingora, la città più importante della valle di Swat, e i vicini distretti di Kanju e Kabal, approfittando della sospensione del coprifuoco decisa dai vertici militari. Fra le persone in fuga, vi sono anche 60 famiglie cristiane, sfuggite alle persecuzioni dei fondamentalisti. Secondo fonti dell’esercito pachistano, nelle ultime ore sono stati uccisi 124 talebani e 9 soldati. Il bilancio complessivo, ancora provvisorio, è di  almeno 870 morti fra gli estremisti islamici e 45 tra i soldati governativi. (A.L.)







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