Messaggio finale della plenaria dei vescovi latinoamericani e caraibici
“Siamo coscienti delle difficoltà e delle resistenze legate al processo di rinnovamento
delle strutture ecclesiali affinché siano missionarie, e alla formazione degli operatori
di pastorale, presbiteri, consacrati e laici, affinché siano discepoli missionari.
È quanto affermano i vescovi rappresentanti delle 22 Conferenze episcopali dell’America
Latina e dei Caraibi, nel Messaggio diffuso al termine della 32ma Assemblea plenaria
del Celam (Consiglio episcopale latinoamericano), che si è svolta per la prima volta
in Nicaragua, dall’11 al 15 maggio, come riporta l'agenzia Fides. "Riconosciamo -
scrivono i presuli nel loro Messaggio - che la conversione pastorale sta portando
ad una traformazione e le nostre Chiese stanno rispondendo. La ferma chiamata rivolta
ad Aparecida a realizzare la Missione Continentale sta dando i suoi frutti”. I vescovi
ricordano poi che ad Aparecida “si è affermato con chiarezza che la Diocesi è il luogo
privilegiato per vivere la comunione”. A tal proposito riconoscono e apprezzano “gli
sforzi che sono stati fatti a vari livelli per promuovere la comunione”, in un momento
in cui “la testimonianza di unità nella Chiesa si trasforma in pietra angolare per
dare una testimonianza credibile alla società”. Allo stesso tempo, i presuli apprezzano
le diverse attività del Celam orientate a favorire la Missione continentale, con la
convinzione che questa offra "la provvidenziale opportunità di contemplare Cristo
Resuscitato che ha garantito la vittoria del bene sul male”. “Questa percezione –
si legge ancora nel Messaggio - richiede il meglio dei nostri sforzi per fortificare
il cammino ed articolare i diversi processi. Condividere le esperienze è la chiave
affinché nella pluralità si mantenga l’unità”. D’altro canto, condividendo le realtà
dei diversi Paesi, i vescovi hanno constatato alcune delle principali sfide del momento
attuale, come ad esempio: “la crisi economica globale; il flusso della povertà in
vari Paesi; un certa delusione della democrazia che ha portato alla ricerca di nuovi
modelli politici mescolati con il populismo"; e ancora "la fragilità" dei loro Stati
"nel garantire pienamente i diritti umani; la corrente secolarizzata che tace sui
valori religiosi e morali, pretendendo di negare alla Chiesa la sua responsabilità
nel collaborare ad una cultura centrata sulla dignità della persona umana, garantendo
la vita dalla fecondazione fino alla morte naturale”. I presuli aggiungono che proprio
“l’apporto storico della Chiesa cattolica, avendo creato una cultura fondata sui valori
del Vangelo, è stato l’anima" dei loro Paesi ed "ha edificato un tessuto sociale con
la propria identità, fraterno, solidale ed aperto oltre le sue frontiere”. Per questo
manifestano il loro dolore nel constatare “gli attacchi" in vari Paesi latinoamericani,
"che sostenendo il progresso e lo sviluppo, pretendono di portarci alla dittatura
del relativismo”. La nota del Celam si conclude con la manifestazione di solidarietà
verso i “fratelli nell’Episcopato che sono stati fatti oggetto di calunnia, di discredito,
e perfino di violenza, insieme ad altri presbiteri, consacrati e fedeli che donano
in maniera eroica la loro vita per il Vangelo”. (R. G.)