2009-05-18 15:22:24

Messaggio finale della plenaria dei vescovi latinoamericani e caraibici


“Siamo coscienti delle difficoltà e delle resistenze legate al processo di rinnovamento delle strutture ecclesiali affinché siano missionarie, e alla formazione degli operatori di pastorale, presbiteri, consacrati e laici, affinché siano discepoli missionari. È quanto affermano i vescovi rappresentanti delle 22 Conferenze episcopali dell’America Latina e dei Caraibi, nel Messaggio diffuso al termine della 32ma Assemblea plenaria del Celam (Consiglio episcopale latinoamericano), che si è svolta per la prima volta in Nicaragua, dall’11 al 15 maggio, come riporta l'agenzia Fides. "Riconosciamo - scrivono i presuli nel loro Messaggio - che la conversione pastorale sta portando ad una traformazione e le nostre Chiese stanno rispondendo. La ferma chiamata rivolta ad Aparecida a realizzare la Missione Continentale sta dando i suoi frutti”. I vescovi ricordano poi che ad Aparecida “si è affermato con chiarezza che la Diocesi è il luogo privilegiato per vivere la comunione”. A tal proposito riconoscono e apprezzano “gli sforzi che sono stati fatti a vari livelli per promuovere la comunione”, in un momento in cui “la testimonianza di unità nella Chiesa si trasforma in pietra angolare per dare una testimonianza credibile alla società”. Allo stesso tempo, i presuli apprezzano le diverse attività del Celam orientate a favorire la Missione continentale, con la convinzione che questa offra "la provvidenziale opportunità di contemplare Cristo Resuscitato che ha garantito la vittoria del bene sul male”. “Questa percezione – si legge ancora nel Messaggio - richiede il meglio dei nostri sforzi per fortificare il cammino ed articolare i diversi processi. Condividere le esperienze è la chiave affinché nella pluralità si mantenga l’unità”. D’altro canto, condividendo le realtà dei diversi Paesi, i vescovi hanno constatato alcune delle principali sfide del momento attuale, come ad esempio: “la crisi economica globale; il flusso della povertà in vari Paesi; un certa delusione della democrazia che ha portato alla ricerca di nuovi modelli politici mescolati con il populismo"; e ancora "la fragilità" dei loro Stati "nel garantire pienamente i diritti umani; la corrente secolarizzata che tace sui valori religiosi e morali, pretendendo di negare alla Chiesa la sua responsabilità nel collaborare ad una cultura centrata sulla dignità della persona umana, garantendo la vita dalla fecondazione fino alla morte naturale”. I presuli aggiungono che proprio “l’apporto storico della Chiesa cattolica, avendo creato una cultura fondata sui valori del Vangelo, è stato l’anima" dei loro Paesi ed "ha edificato un tessuto sociale con la propria identità, fraterno, solidale ed aperto oltre le sue frontiere”. Per questo manifestano il loro dolore nel constatare “gli attacchi" in vari Paesi latinoamericani, "che sostenendo il progresso e lo sviluppo, pretendono di portarci alla dittatura del relativismo”. La nota del Celam si conclude con la manifestazione di solidarietà verso i “fratelli nell’Episcopato che sono stati fatti oggetto di calunnia, di discredito, e perfino di violenza, insieme ad altri presbiteri, consacrati e fedeli che donano in maniera eroica la loro vita per il Vangelo”. (R. G.)







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