India: il cardinale Gracias chiede attenzione a poveri e dalit
“Sono orgoglioso del mio Paese”. E’ quanto afferma ad AsiaNews il cardinale Oswald
Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana (Ccbi),
dopo le elezioni legislative che hanno visto la netta affermazione del partito del
Congresso di Sonia Gandhi. I nazionalsiti hindu dello schieramento Bharatiya Janata
(Bjp) hanno ammesso la sconfitta: “Accettiamo il verdetto del popolo”, ha dichiarato
Arun Jaitly, segretario generale del partito. Per il cardinale Oswald Gracias il voto
esprime “un chiaro mandato a favore della libertà di religione” ed il riconoscimento
che il Paese “può crescere e prosperare solo rispettando l’intuizione dei suoi padri
fondatori che si trova nella nostra costituzione”. La consultazione riflette “il cuore
della gente comune” che desidera “il rispetto di tutte le religioni e chiede in modo
accorato di vivere in pace ed armonia”. L’arcivescovo è soddisfatto, in particolare,
per il “senso di responsabilità dimostrato dalla popolazione”. Il porporato vede nella
vittoria del Partito del Congresso “una conferma dell’approvazione verso la politica
del governo uscente" e "questa ora è un’opportunità per il governo di portare a termine
le promesse ancora incompiute”. Il cardinale Oswald Gracias si attende dal nuovo esecutivo
un deciso impegno per “l’inclusione di tutte le fasce della popolazione: le minoranze,
i dalit e i tribali” affinché possano anch’esse “partecipare alla ricchezza e alla
prosperità della nostra patria”. “Desidero profondamente che il governo sia capace
di prendere iniziative più audaci e sviluppare programmi che potrebbero apparire a
prima vista impopolari, ma che in realtà serviranno per il bene comune della nazione”.
Il cardinale parla di “iniziative urgenti” su cui il prossimo esecutivo dovrebbe
concentrarsi. “Educazione, salute, politiche specifiche rivolte alle bambine e alle
donne” sono alcuni degli obiettivi che il porporato considera prioritari nell’agenda
di chi guiderà il Paese per i prossimi cinque anni. “Il governo - afferma il cardinale
- dovrebbe astenersi da misure populiste e sviluppare invece politiche a lungo termine
per i poveri che contribuiranno al bene comune della popolazione e a risollevare le
sorti dei più bisognosi”. “I nostri poveri delle campagne, le bambine e le donne,
i tribali e i dalit hanno bisogno di assistenza sanitaria di base e di poter accedere
all’educazione”, sottolinea infine l’arcivescovo. Prendere provvedimenti che rispondano
a queste necessità equivale dar vita ad una “rivoluzione sociale” che “contribuirà
ad accrescere l’autorità morale dell’India all’interno della comunità internazionale”.
La Conferenza episcopale dell'India ha diffuso infine un comunicato congratulandosi
e ringraziando tutti gli elettori indiani che hanno confermato il sostegno a una visione
laica e democratica per il governo del Paese. I vescovi “sono fiduciosi che il Congresso
e i suoi alleati terranno fede alle promesse di tutelare il Paese dalle forze che
intendono frammentarlo. La comunità cristiana in India ha sempre sostenuto i partiti
politici che difendono i diritti dei poveri e degli emarginati”. I vescovi hanno anche
chiesto agli elettori di salvaguardare il carattere pluralista della grande democrazia
indiana e gli elettori hanno chiaramente scelto di difendere questo patrimonio culturale,
bocciando i programmi politici nazionalisti, integralisti e discriminatori. La Chiesa
cattolica spera ora che la sconfitta dei movimenti e dei partiti fautori dell’ideologia
nazionalista dell’hindutva possa far recedere i movimenti integralisti nella società
e dare nuova linfa a quanti difendono le libertà e i diritti di tutti i cittadini,
al di là della religione, della cultura e del gruppo sociale di appartenenza. (A.L.)