2009-05-18 14:53:19

Gli Shabaab, legati ad Al Qaeda, e il Partito islamico, prendono sempre più potere in Somalia


Si rafforza il potere e il ruolo degli Shabaab in Somalia: sono ritenuti il braccio armato di Al Qaeda su territorio somalo. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Gli Shabaab, ritenuti il braccio armato somalo di al Qaeda, continuano ad avanzare e stamani sono entrati senza colpo ferire a Mahaday, un'altra città strategica della regione centrale del Medio Shebeli, poco più di 20 chilometri a nord di Jowhar, che avevano conquistato ieri, anche in quel caso senza trovare resistenza. Con la presa di Mahaday, tre dei quattro distretti del Medio Shebeli sono nelle mani degli insorti. La caduta di Mahaday ha anche una valenza particolare, poichè proprio in questa cittadina è nato il presidente del governo federale di transizione somalo, a guida islamica moderata, sheikh Sharif Ahmed. Del resto, tutta l'area è abitata da popolazioni del suo clan, quello degli Abgal, ed in tal senso era ritenuta un suo feudo. Ora, invece, sta capitolando agli Shabaab senza combattere. A Mogadiscio, intanto, la situazione appare per il momento più calma rispetto ai giorni scorsi: la battaglia, esplosa lo scorso 7 maggio, ha causato finora oltre 170 morti e 500 feriti, in larga parte civili, e l'esodo di circa 30 mila persone. Le truppe degli Shabaab e quelle del Partito islamico sembra controllino ormai quasi completamente la capitale somala.

 
Afghanistan - attentato a un fratello del presidente
Ahmad Wali Karzai, uno dei fratelli del presidente dell'Afghanistan, Hamid Karzai, è sopravissuto a un attentato terroristico dei talebani che ha preso di mira il suo convoglio, causando la morte di una delle sue guardie del corpo. L'imboscata è avvenuta mentre Wali Karzai viaggiava dalla provincia orientale di Nangarghar verso la capitale Kabul.

Salta il vertice tra Afghanistan, Pakistan e Iran
È stato rinviato a data da destinarsi un vertice sulla situazione in Afghanistan che si sarebbe dovuto tenere domani a Teheran con la partecipazione dei presidenti iraniano, pakistano e afghano. Lo ha detto oggi il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Hassan Qashqavi. Fonti di stampa di Islamabad avevano scritto nei giorni scorsi che il presidente pakistano, Asif Ali Zardari, era intenzionato a rinunciare ad essere presente all'incontro con i suoi colleghi iraniano, Mahmud Ahmadinejad, e afghano, Hamid Karzai, per non lasciare il suo Paese in un momento di grave crisi dopo l'offensiva lanciata dalle forze armate contro i miliziani talebani nella valle dello Swat.

In Iraq si annuncia il voto a gennaio 2010
Sono state fissate al 30 gennaio del 2010 le elezioni legislative in Iraq. Le ultime si erano tenute il 15 dicembre 2005 ed erano state vinte dall'alleanza sciita. Intanto, continuano gli episodi di violenza: nelle ultime ore, nella città di Mossul si sono verificati due attentati con la morte di tre poliziotti: nel centro della città e sulla sponda occidentale del fiume Tigri. Per le autorità dell’Iraq e per l’esercito americano, Mossul è “l'ultima città roccaforte di al Qaeda in Iraq”.

Medio Oriente
Per il 7 luglio prossimo è stata messa in programma una importante cerimonia al Cairo, alla presenza dei segretari generali di tutti i 13 gruppi palestinesi che annunceranno l'accordo di riconciliazione raggiunto alla fine dei negoziati in corso. Lo ha detto stasera ai giornalisti Nabil Shaath, ministro degli Esteri e principale rappresentante al Cairo di Al Fatah, il partito del presidente palestinese, Mahmoud Abbas. Dopo le dichiarazioni fatte in giornata dal capogruppo di Al Fatah nel Consiglio legislativo, Azzam Al Ahmed, per l'ultimatum dato ai palestinesi per il prossimo 5 luglio dal capo dei Servizi segreti egiziani, Omar Suleiman, Shaath ha aggiunto che il 5 luglio ci sarà una grande riunione per l'approvazione dei termini dell'accordo ed ha confermato che subito dopo una delegazione egiziana di esperti di sicurezza si recherà a Gaza per verificare sul territorio l'applicazione dell'accordo, specie per gli aspetti della sicurezza.

Elezioni in Lituania: eletta la commissaria dell’Ue, Grybauskaite
La commissaria al Bilancio dell’Unione Europea, Dalia Grybauskaite, è il nuovo presidente della Lituania. Ha vinto al primo turno di voto, con il 69,04% dei consensi, le elezioni presidenziali, tenutesi ieri. La commissaria succede al veterano Valdas Adamkus, 82 anni, per dieci anni alla guida di questa Repubblica ex sovietica divenuta membro dell'Ue nel 2004. È la prima volta per questo Paese baltico di una donna presidente. L’insediamento avverrà il 12 luglio prossimo.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite replica al governo italiano
“Gli attacchi immotivati e personali sono inaccettabili, non mutano e non muteranno l'impegno dell’agenzia dell’Onu per i Rifugiati nel perseguire il suo mandato e la sua missione umanitaria”. Lo ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Antonio Guterres, dopo i commenti giudicati “negativi e infondati” rivolti “da un esponente del governo italiano”. “Continueremo a esercitare il mandato - aggiunge - consapevoli delle sfide che l'immigrazione irregolare pone all'Italia e ad altri Paesi europei. Da parte sua, il ministro della Difesa italiano, Ignazio La Russa, ha detto stamane che il governo è “compatto” nel ritenere che l’Alto commissariato ONU sbagli nel criticare l'Italia sui riaccompagnamenti in Libia degli immigrati. Le prime critiche era state espresse dal ministro degli Esteri, Franco Frattini.

Perù
I dirigenti delle comunità indigene delle regioni amazzoniche del Perù hanno revocato l'appello alla “insurrezione” lanciato due giorni fa contro le misure del governo del presidente, Alan Garcia, considerate lesive dei loro diritti sulla terra e sulle risorse naturali, e hanno accettato un compromesso per ricercare una soluzione negoziale. Lo riferisce oggi la stampa peruviana. Il compromesso è stato raggiunto dopo che Garcia aveva ordinato ieri all'esercito di intervenire per ristabilire la normalità nelle regioni amazzoniche del Perù orientale, dove l'Associazione interetnica della foresta peruviana (Aidesep), che rappresenta circa diecimila indios di una cinquantina di tribù, stava attuando dal 9 aprile il blocco di strade e fiumi per impedire il trasporto di idrocarburi. La protesta era stata scatenata dalle misure adottate lo scorso anno dal governo per incentivare la produzione di idrocarburi tramite facilitazioni alle imprese per l'acquisto di terre nelle regioni amazzoniche, ricche di gas, petrolio e legname.

Appello della Croce Rossa Internazionale per Eugenio Vagni
Sarebbero stati persi i contatti con Eugenio Vagni, il cooperante italiano rapito 4 mesi fa nelle Filippine dai guerriglieri islamici di Abu Sayyaf. L'allarme arriva dalla Croce Rossa Internazionale che ha anche lanciato un appello ai sequestratori per liberarlo. Il governo di Manila, intanto, sta intensificando le ricerche. Sull’evoluzione della situazione, Roberta Rizzo ha intervistato il vicepresidente della Croce Rossa Internazionale, Massimo Barra:RealAudioMP3

R. - Non possiamo fare pronostici. Nessuno poteva immaginare innanzitutto l’evoluzione in questo modo. E’ un sequestro anomalo, nessuno poteva pensare che, per esempio, il capo delegazione più che liberato si ritrovasse libero. In realtà, lui si è ritrovato libero senza che ci fosse una volontà dei sequestratori, che in pratica se lo sono perso nella giungla, anche perché vanno a marce diverse. Vagni cammina con difficoltà, l’altro era più giovane, quindi, ad un certo punto, si è trovato libero. Non credo che dobbiamo essere pessimisti o che abbiamo elementi per essere pessimisti. Tra l’altro sembra - a detta dei sequestratori - che non avessero intenzioni di uccidere i loro sequestrati anche perché rappresentavano il loro "patrimonio": il potere contrattuale nei confronti del governo per diminuire l’attività bellica nei loro confronti. Nel momento in cui perdono il sequestrato, perdono il loro “asset”.

 
D. - Per quanto riguarda lo stato di salute, secondo lei, se si aggravasse la situazione di Vagni sarà possibile la liberazione?

 
R. - Questa potrebbe essere una buona motivazione. Nel momento in cui l’onere del sequestrato dovesse rivelarsi troppo elevato, ciò potrebbe essere un handicap che rende difficile o oneroso la gestione del sequestrato.

 
D. - I soldati filippini, in questo momento, stanno continuando le ricerche o si sono interrotte anche sul versante militare?

 
R. - C’è una volontà politica di arrivare ad una soluzione anche militare, però non tutti sono d’accordo su questo perché poi il rischio per la vita dell’ostaggio è elevato.

 
Cina-Brasile
Il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, è arrivato oggi a Pechino per una visita tesa a consolidare i forti legami economici esistenti tra i due Paesi. Lula, che incontrerà tutti i massimi dirigenti cinesi tra cui il presidente, Hu Jintao, è accompagnato da una corposissima delegazione di 240 imprenditori. Il presidente brasiliano ha iniziato venerdì scorso un viaggio che toccherà anche Arabia Saudita e Turchia. Lo stesso Lula ha affermato, in un'intervista ad un giornale brasiliano, che considera questa missione “una delle più importanti” dal 2003. La Cina ha superato gli Usa come maggior partner commerciale del Brasile e i due Paesi hanno lanciato nel 1993 una “collaborazione strategica”. Le esportazioni del Brasile in Cina sono aumentate nei primi quattro mesi dell'anno del 64,7%, mentre le sue importazioni dalla Cina calate del 17,2%.

Coree: stallo nel dialogo sul futuro della città industriale di Kaesong
La Corea del Nord ha ignorato la proposta della Corea del Sud per un vertice sul futuro della città industriale di Kaesong, che nelle intenzioni del governo di Seul si sarebbe dovuto tenere questa mattina. “La possibilità di un incontro è divenuta estremamente difficile - ha dichiarato oggi il portavoce per il Ministero dell'Unificazione sudcoreano, Lee Jong Joo - poichè Pyongyang non ha risposto al nostro invito”. Lee ha tuttavia ribadito che il governo di Seul tenterà di nuovo la strada del dialogo, facendo un'ulteriore proposta alla controparte nordcoreana “in tempi e modalità appropriati”. Venerdì scorso, Pyongyang aveva annunciato l'annullamento unilaterale degli accordi alla base del complesso industriale di Kaesong, l'ultimo progetto attivo di cooperazione economica intercoreana in cui oltre 100 aziende del sud danno lavoro a circa 39 mila operai del Nord. Il regime comunista chiede a Seul la rinegoziazione di alcuni punti fondamentali, tra cui un aumento dei salari per gli operai nordcoreani e il pagamento dei diritti di sfruttamento dei terreni da parte delle compagnie del sud fin dal 2010, quattro anni in anticipo rispetto alle intese originali. Pyongyang ha inoltre minacciato indirettamente la chiusura del complesso, invitando le aziende sudcoreane che non riconoscono i nuovi termini a lasciare l'area.

Georgia
Una delegazione della Duma russa - la Camera bassa del parlamento - guidata dal presidente Boris Grizlov arriverà oggi nella regione georgiana separatista dell'Abkhazia per la prima visita dalla guerra dello scorso agosto legata all'Ossezia del sud. Lo riferisce l'agenzia Itar-tass, citando una fonte della Duma stessa. La delegazione deporrà corone di fiori al Memoriale della gloria e incontrerà il presidente abkhazo Serghiei Bagapsh. “L'incontro sarà focalizzato sulla cooperazione politica ed economica, e sulle prospettive del turismo russo nel litorale locale del Mar Nero”, ha spiegato la fonte. I parlamentari russi visiteranno anche il monastero di Novi Afon, dove regaleranno ai monaci l'icona di S. Panteleimon, dipinta nel XIX secolo nel Monte Athos, perduta nel periodo sovietico e poi ritrovata. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 138

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