Gli Shabaab, legati ad Al Qaeda, e il Partito islamico, prendono sempre più potere
in Somalia
Si rafforza il potere e il ruolo degli Shabaab in Somalia: sono ritenuti il braccio
armato di Al Qaeda su territorio somalo. Il servizio di Fausta Speranza:
Gli Shabaab,
ritenuti il braccio armato somalo di al Qaeda, continuano ad avanzare e stamani sono
entrati senza colpo ferire a Mahaday, un'altra città strategica della regione centrale
del Medio Shebeli, poco più di 20 chilometri a nord di Jowhar, che avevano conquistato
ieri, anche in quel caso senza trovare resistenza. Con la presa di Mahaday, tre dei
quattro distretti del Medio Shebeli sono nelle mani degli insorti. La caduta di Mahaday
ha anche una valenza particolare, poichè proprio in questa cittadina è nato il presidente
del governo federale di transizione somalo, a guida islamica moderata, sheikh Sharif
Ahmed. Del resto, tutta l'area è abitata da popolazioni del suo clan, quello degli
Abgal, ed in tal senso era ritenuta un suo feudo. Ora, invece, sta capitolando agli
Shabaab senza combattere. A Mogadiscio, intanto, la situazione appare per il momento
più calma rispetto ai giorni scorsi: la battaglia, esplosa lo scorso 7 maggio, ha
causato finora oltre 170 morti e 500 feriti, in larga parte civili, e l'esodo di circa
30 mila persone. Le truppe degli Shabaab e quelle del Partito islamico sembra controllino
ormai quasi completamente la capitale somala.
Afghanistan
- attentato a un fratello del presidente Ahmad Wali Karzai, uno dei fratelli
del presidente dell'Afghanistan, Hamid Karzai, è sopravissuto a un attentato terroristico
dei talebani che ha preso di mira il suo convoglio, causando la morte di una delle
sue guardie del corpo. L'imboscata è avvenuta mentre Wali Karzai viaggiava dalla provincia
orientale di Nangarghar verso la capitale Kabul.
Salta il vertice tra Afghanistan,
Pakistan e Iran È stato rinviato a data da destinarsi un vertice sulla situazione
in Afghanistan che si sarebbe dovuto tenere domani a Teheran con la partecipazione
dei presidenti iraniano, pakistano e afghano. Lo ha detto oggi il portavoce del Ministero
degli Esteri iraniano, Hassan Qashqavi. Fonti di stampa di Islamabad avevano scritto
nei giorni scorsi che il presidente pakistano, Asif Ali Zardari, era intenzionato
a rinunciare ad essere presente all'incontro con i suoi colleghi iraniano, Mahmud
Ahmadinejad, e afghano, Hamid Karzai, per non lasciare il suo Paese in un momento
di grave crisi dopo l'offensiva lanciata dalle forze armate contro i miliziani talebani
nella valle dello Swat.
In Iraq si annuncia il voto a gennaio 2010 Sono
state fissate al 30 gennaio del 2010 le elezioni legislative in Iraq. Le ultime si
erano tenute il 15 dicembre 2005 ed erano state vinte dall'alleanza sciita. Intanto,
continuano gli episodi di violenza: nelle ultime ore, nella città di Mossul si sono
verificati due attentati con la morte di tre poliziotti: nel centro della città e
sulla sponda occidentale del fiume Tigri. Per le autorità dell’Iraq e per l’esercito
americano, Mossul è “l'ultima città roccaforte di al Qaeda in Iraq”.
Medio
Oriente Per il 7 luglio prossimo è stata messa in programma una importante
cerimonia al Cairo, alla presenza dei segretari generali di tutti i 13 gruppi palestinesi
che annunceranno l'accordo di riconciliazione raggiunto alla fine dei negoziati in
corso. Lo ha detto stasera ai giornalisti Nabil Shaath, ministro degli Esteri e principale
rappresentante al Cairo di Al Fatah, il partito del presidente palestinese, Mahmoud
Abbas. Dopo le dichiarazioni fatte in giornata dal capogruppo di Al Fatah nel Consiglio
legislativo, Azzam Al Ahmed, per l'ultimatum dato ai palestinesi per il prossimo 5
luglio dal capo dei Servizi segreti egiziani, Omar Suleiman, Shaath ha aggiunto che
il 5 luglio ci sarà una grande riunione per l'approvazione dei termini dell'accordo
ed ha confermato che subito dopo una delegazione egiziana di esperti di sicurezza
si recherà a Gaza per verificare sul territorio l'applicazione dell'accordo, specie
per gli aspetti della sicurezza.
Elezioni in Lituania: eletta la commissaria
dell’Ue, Grybauskaite La commissaria al Bilancio dell’Unione Europea,
Dalia Grybauskaite, è il nuovo presidente della Lituania. Ha vinto al primo turno
di voto, con il 69,04% dei consensi, le elezioni presidenziali, tenutesi ieri. La
commissaria succede al veterano Valdas Adamkus, 82 anni, per dieci anni alla guida
di questa Repubblica ex sovietica divenuta membro dell'Ue nel 2004. È la prima volta
per questo Paese baltico di una donna presidente. L’insediamento avverrà il 12 luglio
prossimo.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite replica al governo italiano “Gli
attacchi immotivati e personali sono inaccettabili, non mutano e non muteranno l'impegno
dell’agenzia dell’Onu per i Rifugiati nel perseguire il suo mandato e la sua missione
umanitaria”. Lo ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati,
Antonio Guterres, dopo i commenti giudicati “negativi e infondati” rivolti “da un
esponente del governo italiano”. “Continueremo a esercitare il mandato - aggiunge
- consapevoli delle sfide che l'immigrazione irregolare pone all'Italia e ad altri
Paesi europei. Da parte sua, il ministro della Difesa italiano, Ignazio La Russa,
ha detto stamane che il governo è “compatto” nel ritenere che l’Alto commissariato
ONU sbagli nel criticare l'Italia sui riaccompagnamenti in Libia degli immigrati.
Le prime critiche era state espresse dal ministro degli Esteri, Franco Frattini.
Perù I
dirigenti delle comunità indigene delle regioni amazzoniche del Perù hanno revocato
l'appello alla “insurrezione” lanciato due giorni fa contro le misure del governo
del presidente, Alan Garcia, considerate lesive dei loro diritti sulla terra e sulle
risorse naturali, e hanno accettato un compromesso per ricercare una soluzione negoziale.
Lo riferisce oggi la stampa peruviana. Il compromesso è stato raggiunto dopo che Garcia
aveva ordinato ieri all'esercito di intervenire per ristabilire la normalità nelle
regioni amazzoniche del Perù orientale, dove l'Associazione interetnica della foresta
peruviana (Aidesep), che rappresenta circa diecimila indios di una cinquantina di
tribù, stava attuando dal 9 aprile il blocco di strade e fiumi per impedire il trasporto
di idrocarburi. La protesta era stata scatenata dalle misure adottate lo scorso anno
dal governo per incentivare la produzione di idrocarburi tramite facilitazioni alle
imprese per l'acquisto di terre nelle regioni amazzoniche, ricche di gas, petrolio
e legname.
Appello della Croce Rossa Internazionale per Eugenio Vagni Sarebbero
stati persi i contatti con Eugenio Vagni, il cooperante italiano rapito 4 mesi fa
nelle Filippine dai guerriglieri islamici di Abu Sayyaf. L'allarme arriva dalla Croce
Rossa Internazionale che ha anche lanciato un appello ai sequestratori per liberarlo.
Il governo di Manila, intanto, sta intensificando le ricerche. Sull’evoluzione della
situazione, Roberta Rizzo ha intervistato il vicepresidente della Croce Rossa
Internazionale, Massimo Barra:
R. - Non
possiamo fare pronostici. Nessuno poteva immaginare innanzitutto l’evoluzione in questo
modo. E’ un sequestro anomalo, nessuno poteva pensare che, per esempio, il capo delegazione
più che liberato si ritrovasse libero. In realtà, lui si è ritrovato libero senza
che ci fosse una volontà dei sequestratori, che in pratica se lo sono perso nella
giungla, anche perché vanno a marce diverse. Vagni cammina con difficoltà, l’altro
era più giovane, quindi, ad un certo punto, si è trovato libero. Non credo che dobbiamo
essere pessimisti o che abbiamo elementi per essere pessimisti. Tra l’altro sembra
- a detta dei sequestratori - che non avessero intenzioni di uccidere i loro sequestrati
anche perché rappresentavano il loro "patrimonio": il potere contrattuale nei confronti
del governo per diminuire l’attività bellica nei loro confronti. Nel momento in cui
perdono il sequestrato, perdono il loro “asset”.
D.
- Per quanto riguarda lo stato di salute, secondo lei, se si aggravasse la situazione
di Vagni sarà possibile la liberazione?
R. - Questa
potrebbe essere una buona motivazione. Nel momento in cui l’onere del sequestrato
dovesse rivelarsi troppo elevato, ciò potrebbe essere un handicap che rende difficile
o oneroso la gestione del sequestrato.
D. - I soldati
filippini, in questo momento, stanno continuando le ricerche o si sono interrotte
anche sul versante militare?
R. - C’è una volontà
politica di arrivare ad una soluzione anche militare, però non tutti sono d’accordo
su questo perché poi il rischio per la vita dell’ostaggio è elevato.
Cina-Brasile Il
presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, è arrivato oggi a Pechino per una
visita tesa a consolidare i forti legami economici esistenti tra i due Paesi. Lula,
che incontrerà tutti i massimi dirigenti cinesi tra cui il presidente, Hu Jintao,
è accompagnato da una corposissima delegazione di 240 imprenditori. Il presidente
brasiliano ha iniziato venerdì scorso un viaggio che toccherà anche Arabia Saudita
e Turchia. Lo stesso Lula ha affermato, in un'intervista ad un giornale brasiliano,
che considera questa missione “una delle più importanti” dal 2003. La Cina ha superato
gli Usa come maggior partner commerciale del Brasile e i due Paesi hanno lanciato
nel 1993 una “collaborazione strategica”. Le esportazioni del Brasile in Cina sono
aumentate nei primi quattro mesi dell'anno del 64,7%, mentre le sue importazioni dalla
Cina calate del 17,2%.
Coree: stallo nel dialogo sul futuro della città
industriale di Kaesong La Corea del Nord ha ignorato la proposta della Corea
del Sud per un vertice sul futuro della città industriale di Kaesong, che nelle intenzioni
del governo di Seul si sarebbe dovuto tenere questa mattina. “La possibilità di un
incontro è divenuta estremamente difficile - ha dichiarato oggi il portavoce per il
Ministero dell'Unificazione sudcoreano, Lee Jong Joo - poichè Pyongyang non ha risposto
al nostro invito”. Lee ha tuttavia ribadito che il governo di Seul tenterà di nuovo
la strada del dialogo, facendo un'ulteriore proposta alla controparte nordcoreana
“in tempi e modalità appropriati”. Venerdì scorso, Pyongyang aveva annunciato l'annullamento
unilaterale degli accordi alla base del complesso industriale di Kaesong, l'ultimo
progetto attivo di cooperazione economica intercoreana in cui oltre 100 aziende del
sud danno lavoro a circa 39 mila operai del Nord. Il regime comunista chiede a Seul
la rinegoziazione di alcuni punti fondamentali, tra cui un aumento dei salari per
gli operai nordcoreani e il pagamento dei diritti di sfruttamento dei terreni da parte
delle compagnie del sud fin dal 2010, quattro anni in anticipo rispetto alle intese
originali. Pyongyang ha inoltre minacciato indirettamente la chiusura del complesso,
invitando le aziende sudcoreane che non riconoscono i nuovi termini a lasciare l'area.
Georgia Una
delegazione della Duma russa - la Camera bassa del parlamento - guidata dal presidente
Boris Grizlov arriverà oggi nella regione georgiana separatista dell'Abkhazia per
la prima visita dalla guerra dello scorso agosto legata all'Ossezia del sud. Lo riferisce
l'agenzia Itar-tass, citando una fonte della Duma stessa. La delegazione deporrà corone
di fiori al Memoriale della gloria e incontrerà il presidente abkhazo Serghiei Bagapsh.
“L'incontro sarà focalizzato sulla cooperazione politica ed economica, e sulle prospettive
del turismo russo nel litorale locale del Mar Nero”, ha spiegato la fonte. I parlamentari
russi visiteranno anche il monastero di Novi Afon, dove regaleranno ai monaci l'icona
di S. Panteleimon, dipinta nel XIX secolo nel Monte Athos, perduta nel periodo sovietico
e poi ritrovata. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 138 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
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