2009-05-18 18:15:28

Filippine. Nuovo appello della CRI per Eugenio Vagni


Sarebbero stati persi i contatti con Eugenio Vagni, il cooperante italiano rapito 4 mesi fa nelle Filippine dai guerriglieri islamici di Abu Sayyaf. L'allarme arriva dalla Croce Rossa Internazionale che ha anche lanciato un appello ai sequestratori per liberarlo. Il governo di Manila, intanto, sta intensificando le ricerche. Sull’evoluzione della situazione, Roberta Rizzo ha intervistato il vicepresidente della Croce Rossa Internazionale, Massimo Barra:RealAudioMP3  

R. - Non possiamo fare pronostici. Nessuno poteva immaginare innanzitutto l’evoluzione in questo modo. E’ un sequestro anomalo, nessuno poteva pensare che, per esempio, il capo delegazione più che liberato si ritrovasse libero. In realtà, lui si è ritrovato libero senza che ci fosse una volontà dei sequestratori, che in pratica se lo sono perso nella giungla, anche perché vanno a marce diverse. Vagni cammina con difficoltà, l’altro era più giovane, quindi, ad un certo punto, si è trovato libero. Non credo che dobbiamo essere pessimisti o che abbiamo elementi per essere pessimisti. Tra l’altro sembra - a detta dei sequestratori - che non avessero intenzioni di uccidere i loro sequestrati anche perché rappresentavano il loro "patrimonio": il potere contrattuale nei confronti del governo per diminuire l’attività bellica nei loro confronti. Nel momento in cui perdono il sequestrato, perdono il loro “asset”.

 

D. - Per quanto riguarda lo stato di salute, secondo lei, se si aggravasse la situazione di Vagni sarà possibile la liberazione?

 

R. - Questa potrebbe essere una buona motivazione. Nel momento in cui l’onere del sequestrato dovesse rivelarsi troppo elevato, ciò potrebbe essere un handicap che rende difficile o oneroso la gestione del sequestrato.

 

D. - I soldati filippini, in questo momento, stanno continuando le ricerche o si sono interrotte anche sul versante militare?

 

R. - C’è una volontà politica di arrivare ad una soluzione anche militare, però non tutti sono d’accordo su questo perché poi il rischio per la vita dell’ostaggio è elevato.








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