7500 giovani di tutta Europa in preghiera sul Monte delle Beatitudini: un momento
particolare dopo la partenza del Papa dalla Terra Santa
7500 giovani riuniti sul Monte delle Beatitudini in Galilea, per un incontro di preghiera
e di festa subito dopo il viaggio del Papa in Terra Santa. E’ avvenuto ieri pomeriggio
e protagonisti sono stati giovani provenienti dalle comunità del movimento neocatecumenale
di tutta Europa. Fausta Speranza ha intervistato don Rino Rossi che
da tanti anni vive in Galilea e che ha vissuto questo particolare pomeriggio:
R. – Io
ho visto che questa Terra, per i giovani, è stata come una calamita che li ha attirati.
Io ho anche detto, ad alcuni di loro, quando sono venuti qua: “Voi siete figli di
questa Terra, figli di questa montagna”. Si vedeva la gioia, l’allegria che manifestavano
nei canti, nella loro partecipazione. Erano anche impressionanti i momenti di silenzio
perché non è facile contenere otto mila giovani provenienti da tutta l’Europa: tedeschi,
scandinavi, russi, polacchi, italiani.
D. – Spesso
si parla dei giovani come di persone in formazione soggette a tutta la superficialità
che questa società porta con sé come modelli, come istanze. Non è così, invece, quando
si incontrano molti di loro: si sente una voglia di vita vissuta in tutta la sua pienezza
ed in tutto il suo significato…
R. – Qui tocchiamo
un punto molto serio; tanti giovani, oggi, sono vittime in parte dell’ambiente del
mondo di oggi che è tutto centrato sull’edonismo, sull’avere. Sembra che se non si
hanno certe cose non si può vivere. Sembra che la vita sia questo, tutta basa sul
piacere e sul vivere comodamente. Io vedo che questi giovani cominciano, grazie alla
Chiesa, ad avere un nuovo orizzonte, cioè hanno la speranza, hanno il futuro aperto
e qual è questo futuro? Quello del vangelo, che Kiko, il fondatore del movimento neocatecumenale
ha annunciato loro ieri. Ha fatto una catechesi sulla destinazione che ha l’uomo che
non è solamente vivere qui alcuni giorni ma è una destinazione eterna. Siamo figli
di Dio è questo l’annuncio, il kerigma che la Chiesa veramente sempre ha dato e ci
dà anche oggi.
D. – Quella del movimento neocatecumenale,
è un’esperienza particolare di iniziazione cristiana però tutti i ragazzi in tutte
le parrocchie vivono un cammino spirituale, di avvicinamento a Cristo e forse per
tutti sarebbe molto bello ritrovarsi in Terra Santa. Alcune parrocchie organizzano
ma molte altre no, forse anche per paura di tutta una organizzazione logistica. Invece,
è più facile di quanto si pensi, venire in Terra Santa e pregare sulla Terra di Cristo…
R.
– E’ vero che in molti hanno paura perché la Terra Santa si presenta anche come un
ambiente di guerra. E’ vero che esiste una conflittualità che tutti conosciamo e di
cui ha parlato anche il Papa, però, per i pellegrinaggi non c’è problema e infatti
sono ripresi numerosi. Devo dire che noi siamo riusciti ad organizzare in brevissimo
tempo, l’arrivo di tutte queste migliaia di giovani. Ci si può muovere tranquillamente
in Terra Santa, non ci sono problemi.
D. – Dunque,
il racconto di questa iniziativa si fa invito per tantissimi giovani?
R.
– Senz’altro. Venire o tornare in questa Terra è sempre un aiuto enorme. Tutto è partito
da qui, Gesù Cristo è nato in questa Terra, figlio del popolo ebraico ha vissuto,
ha predicato, ha fondato la sua Chiesa, che ha patito, sofferto. E’ risorto ed è sceso
al cielo. Ecco, tutto è partito da qui.