2009-05-16 15:22:33

Le sfide sociali più urgenti al centro dell’incontro di 29 movimenti ecclesiali al Pontificio Consiglio per i Laici. Intervista con mons. Clemens


Crisi economico-finanziaria e crisi etica: presso il Pontificio Consiglio per i Laici, a Roma, si è parlato oggi delle più importanti sfide della società. Partecipano all’incontro i rappresentanti di 29 movimenti ecclesiali, che mettono a confronto le loro diverse esperienze nel mondo del laicato. Fausta Speranza ha chiesto a mons. Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, una riflessione sulle sfide che comporta la crisi:RealAudioMP3

R. - La prima cosa è rendersi conto della dimensione etica. Si capisce che non esiste una realtà umana senza il legame etico, per così dire. Anche i grandi finanzieri che hanno creato questa situazione hanno capito, o devono capire, che esiste questa dimensione. Anche il mondo finanziario non è solo un qualcosa di automatico che funziona secondo certe regole del mercato finanziario, ma c’è sempre di mezzo l’uomo. L’uomo può agire bene, vedendo il bene dell’altro o il bene della società, e può anche agire solo per se stesso, per il bene proprio, per la propria industria, per la propria banca. Adesso abbiamo sotto gli occhi il grandissimo problema che vive il mondo finanziario, frutto di molti fattori ma anche della volontà dell’uomo che ha agito male.
 
D. - Il messaggio di sempre della Chiesa è quello di mettere la persona al centro di tutte le dinamiche sociali. In questo momento, la Chiesa che cosa chiede ai laici?
 
R. - Chiede che riflettano bene, profondamente, su questi problemi e si chiedano poi: “Cosa posso fare io?”. Una delle cose possibili da fare è unirsi come stiamo facendo adesso nel nostro piccolo incontro: unire le forze per capire, ma anche avere il coraggio di parlare pubblicamente, non solo tra di noi, ma di parlare ad extra. Mi sembra questo un momento in cui la fede cristiana ha molto da dire. Non sono solo parole che possono fare da ornamento a decisioni e regole del mercato, ma è un messaggio che può cambiare profondamente la realtà economica, perché il cristianesimo vede l’altro e vede il bene dell’altro. Il presupposto è l’amore, per così dire, applicato e null’altro.
 
D. - Nella realtà dei laici fedeli al credo cristiano, c’è quella forte dei movimenti ecclesiali. Hanno un ruolo particolare…
 
R. – Certamente noi siamo riuniti qui come movimenti. Sono 29 i movimenti internazionali presenti nel nostro Consiglio. Hanno capito che ci vuole prima la riflessione comune e poi anche l’azione comune, per dimostrare che sono membri attivi della Chiesa e che la Chiesa vuol dare il suo contributo.
 
D. - Mons. Clemens, che cosa l’ha colpita degli interventi finora da parte di alcuni laici?
 
R. - Abbiamo ascoltato una testimonianza sull’Africa. Ci sono persone che vivono realtà particolari e constatano che i problemi sono grandi e che non si può andare avanti così: dimenticando l’altro o dimenticando grandi aree del mondo dove si soffre di più. Quando noi, che viviamo nel benessere, soffriamo un momento di crisi dobbiamo ricordarci che quelli che in un certo senso dipendono dai nostri mercati e dipendono dai nostri aiuti soffrono certamente di più.







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