La Camera dei deputati ha votato "sì" al disegno di legge sulla sicurezza messo a
punto dal governo Berlusconi, il quale l’ha definita “una legge assolutamente necessaria”,
tanto che ieri l’esecutivo aveva posto in Aula ben tre voti di fiducia su propri maxiemendamenti.
Il controverso ddl tornerà ora all’esame del Senato per il varo definitivo. Il servizio
di Roberta Gisotti:
In diretta televisiva
da Montecitorio le dichiarazioni di voto, con scontri verbali e gestuali tra governo
e opposizione: 297 "sì", 255 "no" e 3 astenuti. L’obiettivo ora è che il testo diventi
legge entro maggio, prima degli appuntanti elettorali di giugno, ha sottolineato il
ministro dell’Interno, Roberto Maroni, dopo i distinguo nella stessa maggioranza che
hanno accompagnato l’iter di questo provvedimento. Ddl contestato in più punti dall’opposizione,
oltre che da enti e movimenti della società civile e criticato anche della Chiesa
italiana, laddove pone misure restrittive ritenute lesive dei diritti umani delle
persone immigrate regolarmente o meno. “Il grande tema tenuto sotto silenzio” - ha
ribadito padre Gianromano Gnesotto, direttore dell’Ufficio Cei per la Pastorale degli
immigrati e dei profughi - è quello “dell’integrazione”, per ottenere la quale “sono
prioritarie le strategie della difesa dell'unità familiare, dei ricongiungimenti familiari,
dei minori tutelati'', ignorati in questo "pacchetto" sicurezza. Sono in molti a chiedere
che il testo venga corretto e la stessa maggioranza non esclude che si possa e si
debba farlo nelle norme più controverse e di dubbia interpretazione, che riguardano
l’assistenza sanitaria per tutti, l’iscrizione a scuola dei minori e la tutela delle
donne incinte. Collegato al tema sicurezza, il dibattito sui respingimenti in Libia
degli immigrati irregolari, che ha sollevato le proteste dell’ONU. L’Italia non farà
passi indietro, ha ripetuto oggi il ministro Maroni, sollecitando l’Unione Europea
a sostenere i Paesi più esposti agli sbarchi clandestini, come l’Italia.