Il saluto di mons. Chacour: continuiamo a proclamare la Buona Notizia nonostante le
grandi difficoltà e il dolore per l'esodo di tanti cristiani
All’inizio della Messa di Nazareth l’ordinario greco-melkita per la Galilea Elias
Chacour ha rivolto al Papa l’indirizzo di saluto. Ne diamo un’ampia sintesi:
Santità,
A nome mio e a nome delle Chiese Cattoliche nella Terra Santa e a nome
di tutti i presenti, porgo un saluto caloroso dicendo: “Benedetto Colui che viene
nel nome del Signore”. Cristo e risorto! Lui è veramente risorto. Questo è il nostro
auguro pasquale a Sua Santità, proclamato dalle nostre Chiese antiche. Questo
Cristo risorto dai morti è il Figlio di questo nostro Paese, figlio di Nazareth, di
questa Nazareth che saluta Sua Santità con gioia e amore filiale. Infatti, qui a Nazareth
il Verbo si è fatto carne per venire ad abitare tra noi. Santità,
la Chiesa della Galilea custodisce sempre l’alleanza della Resurrezione, proclamando
continuamente la Buona Notizia nonostante le grandi difficoltà e i pericoli che minacciano
la sua presenza in Terra Santa. L'esodo dei cristiani ci angoscia con dolore e ci
mostra una prospettiva poco incoraggiante. Santità, abbiamo bisogno delle sue preghiere
e del suo sostegno morale e spirituale. Gli sfollati di ”Bourom e Ikreth”, qui presenti,
aspettano con speranza un sostegno per poter ritornare ai loro villaggi e vivere nelle
loro case così come fanno gli altri cittadini di questo Paese. Noi
abbiamo un grande amore per San Pietro di cui Lei, per la grazia di Dio, è il degno
Successore. Ringraziamo Dio per la comunione profonda con la Santa Sede. In tutta
umiltà vogliamo annunciare la nostra fede davanti al mondo intero: Tu sei la pietra
e su questa pietra Gesù ha costruito la sua Chiesa, e le porte degli inferi, molte
nei nostri giorni, non prevarranno. Ringraziamo Sua Santità
per la benedizione della Prima pietra del Centro Mondiale per la famiglia cristiana
nella città della Santa Famiglia, Nazareth. Si tratta della Prima pietra della prima
istituzione accademica araba cristiana in Terra Santa così come in Galilea e in Israele.
Siamo lieti per aver permesso di dare il suo nome a quest’Università, che si chiama
appunto “Università Papa Benedetto XVI”. Ringraziamo il Consiglio israeliano per l’Insegnamento
superiore per il suo riconoscimento di questa istituzione accademica. Continuiamo
ad aspettare sempre più sostegno dalle autorità israeliane, come cittadini di questo
Paese: siamo convinti che rispetteranno i nostri diritti. Le nostre istituzioni educative,
le nostre scuole sono la nostra prima priorità perché questo è lo strumento per diffondere
il messaggio di Cristo, per diffondere lo spirito di riconciliazione. Le nostre scuole
lottano per la sopravvivenza, fanno grandi sacrifici, ma andiamo avanti: le nostre
scuole sono di altissimo livello. La ringraziamo per la sua
presenza tra noi. Così Lei rinnova la presenza del grande Figlio di Nazareth. Dio
benedica questa sua presenza. Continui ad essere nostro padre, padre dei discepoli
di Cristo nella terra di Cristo. Stiamo camminando sulle sue orme. Vogliamo giustizia
e rettitudine per godere della pace e della sicurezza per tutti.