Questa sera si apre la 62.ma edizione del Festival di Cannes
Quest’anno i grandi festival internazionali celebrano i creatori del cinema di animazione.
Così se Venezia annuncia il Leone d’oro alla carriera al genio della Pixar John Lasseter,
già autore di “Toy Story”, “Bug’s Life” e “Cars”, e Locarno dedica una retrospettiva
alle “anime” giapponesi rese immortali da Hayao Miyazaki, questa sera Cannes inaugura
la sua 62.ma edizione con la prima mondiale di “Up” di Pete Docter, proiettato in
formato digitale tridimensionale. Il film, che vede come protagonisti un anziano venditore
ambulante e un boy scout in volo verso il Sud America a bordo di una casa sollevata
da migliaia di palloncini colorati, rischia di compiere il miracolo di un altro celebrato,
recente lavoro di animazione, “Wall-E”, che ha coinvolto grandi e piccoli in una fantasia
visionaria segnata da umorismo e emozioni. Vedremo se si collocheranno sullo stesso
livello anche gli altri film della selezione ufficiale, che si presenta con un programma
ricco di nomi celebri, ma anche di indiscrezioni sulfuree che rischiano di suscitare
polemiche prima ancora che i film vengano proiettati. Il riferimento è ovviamente
al regista danese Lars Von Trier, che, alla ricerca continua dello scandalo, si presenta
con un film dal titolo inquietante di “Antichrist”. Ma pensiamo anche a “Inglorious
Bastards” di Quentin Tarantino, a “Vengeance” di Johnny To, a “Thirst” di Park Chan-wook
, che annunciano un mix di violenza e azione su un ritmo forsennato tutto teso al
divertimento. Fortunatamente c’è anche altro. E dunque confidiamo molto in “Bright
Star” di Jane Campion, “Taking Woodstock” di Ang Lee, “Looking for Erik” di Ken Loach,
“The Time that Remains” di Elia Suleiman, “Les Herbes Folles” di Alain Resnais, “Vincere”
di Marco Bellocchio. Dopo il gala di stasera, da domani si parte. Per ora sulla carta
sono tutte rose e fiori. Si vedrà col passare dei giorni se questa è una grande edizione
o se il cinema, come dice qualcuno, è in una fase di transizione e la cosiddetta modernità
presenta qualche crepa. (Da Cannes, Luciano Barisone)