La preghiera al Muro del Pianto e l'incontro con i Gran Rabbini: ebrei e cristiani
uniti nella difesa della vita, della famiglia e della libertà religiosa
Dopo la visita alla Spianata delle Moschee il Papa si è recato al Muro Occidentale,
più noto come Muro del Pianto, dove ha letto un salmo in latino. Poi si è raccolto
in preghiera silenziosa e ha posto un biglietto tra le fessure del Muro. Ecco il testo
della preghiera del Papa:
Dio di tutti i tempi, nella
mia visita a Gerusalemme, la “Città della Pace”, dimora spirituale
per ebrei, cristiani e musulmani, porto davanti a Te le gioie, le
speranze e le aspirazioni, le angosce, le sofferenze e le pene di
tutto il Tuo popolo sparso nel mondo. Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe,
ascolta il grido degli afflitti, degli impauriti, dei disperati, manda
la Tua pace su questa Terra Santa, sul Medio Oriente, sull’intera
famiglia umana; risveglia il cuore di tutti coloro che chiamano il
Tuo nome affinché vogliano camminare umilmente sul cammino della
giustizia e della pietà. “Buono è il Signore con chi spera in lui, con
l`anima che lo cerca”. (Lam 3, 25)
Quindi il Papa ha incontrato i due
Gran Rabbini di Israele al Centro Hechal Shlomo. Il Pontefice ha sottolineato i progressi
nel dialogo tra Santa Sede e Gran Rabbinato. “Ebrei e Cristiani – ha detto - sono
ugualmente interessati ad assicurare rispetto per la sacralità della vita umana, la
centralità della famiglia, una valida educazione dei giovani, la libertà di religione
e di coscienza per una società sana. Questi temi di dialogo rappresentano solo la
fase iniziale di ciò che noi speriamo sarà un solido, progressivo cammino verso una
migliorata reciproca comprensione. Una indicazione del potenziale di questa serie
di incontri – ha proseguito il Papa - si è subito vista nella nostra condivisa preoccupazione
di fronte al relativismo morale e alle offese che esso genera contro la dignità della
persona umana. Nell’avvicinare le più urgenti questioni etiche dei nostri giorni,
le nostre due comunità si trovano di fronte alla sfida di impegnare a livello di ragione
le persone di buona volontà, additando loro simultaneamente i fondamenti religiosi
che meglio sostengono i perenni valori morali”. Infine il Papa ha ribadito: “Oggi
ho l’opportunità di ripetere che la Chiesa Cattolica è irrevocabilmente impegnata
sulla strada decisa dal Concilio Vaticano Secondo per una autentica e durevole riconciliazione
fra Cristiani ed Ebrei”. Ecco il testo integrale del discorso del Papa:
Distinti
Rabbini, Cari Amici, vi sono
riconoscente per l’invito fattomi a visitare Hechal Shlomo e ad incontrarmi con voi
durante questo mio viaggio in Terra Santa come Vescovo di Roma. Ringrazio Sephardi
Rabbi Shlomo Amar e Ashknazi Rabbi Yona Metzger per le loro calorose parole di benvenuto
e per il desiderio da loro espresso di continuare a fortificare i vincoli di amicizia
che la Chiesa Cattolica e il Gran Rabbinato si sono impegnati così diligentemente
a far avanzare nell’ultimo decennio. Le vostre visite in Vaticano nel 2003 e 2005
sono un segno della buona volontà che caratterizza le nostre relazioni in crescita. Distinti
Rabbini, contraccambio tale atteggiamento esprimendo a mia volta i miei personali
sentimenti di rispetto e di stima per voi e per le vostre comunità. Vi assicuro del
mio desidero di approfondire la vicendevole comprensione e la cooperazione fra la
Santa Sede, il Gran Rabbinato di Israele e il popolo Ebraico in tutto il mondo. Un
grande motivo di soddisfazione per me fin dall’inizio del mio pontificato è stato
il frutto prodotto dal dialogo in corso tra la Delegazione della Commissione della
Santa Sede per le Relazioni Religiose con gli Ebrei e il Gran Rabbinato della Delegazione
di Israele per le Relazioni con la Chiesa Cattolica. Desidero ringraziare i membri
di entrambe le Delegazioni per la loro dedizione e il faticoso lavoro nel perfezionare
questa iniziativa, così sinceramente desiderata dal mio venerato predecessore, Papa
Giovanni Paolo II, come egli volle affermare nel Grande Giubileo del 2000. Il
nostro odierno incontro è un’occasione molto appropriata per rendere grazie all’Onnipotente
per le tante benedizioni che hanno accompagnato il dialogo condotto dalla Commissione
Bilaterale, e per guardare con speranza alle sue future sessioni. La buona volontà
dei delegati nel discutere apertamente e pazientemente non solo i punti di intesa,
ma anche i punti di disaccordo, ha anche spianato la strada per una più efficace collaborazione
nella vita pubblica. Ebrei e Cristiani sono ugualmente interessati ad assicurare rispetto
per la sacralità della vita umana, la centralità della famiglia, una valida educazione
dei giovani, la libertà di religione e di coscienza per una società sana. Questi temi
di dialogo rappresentano solo la fase iniziale di ciò che noi speriamo sarà un solido,
progressivo cammino verso una migliorata reciproca comprensione. Una
indicazione del potenziale di questa serie di incontri si è subito vista nella nostra
condivisa preoccupazione di fronte al relativismo morale e alle offese che esso genera
contro la dignità della persona umana. Nell’avvicinare le più urgenti questioni etiche
dei nostri giorni, le nostre due comunità si trovano di fronte alla sfida di impegnare
a livello di ragione le persone di buona volontà, additando loro simultaneamente i
fondamenti religiosi che meglio sostengono i perenni valori morali. Possa il dialogo
che è stato avviato continuare a generare idee su come sia possibile a Cristiani ed
Ebrei lavorare insieme per accrescere l'apprezzamento della società per i contributi
caratteristici delle nostre tradizioni religiose ed etiche. Qui in Israele i Cristiani,
dal momento che costituiscono solamente una piccola parte della popolazione totale,
apprezzano in modo particolare le opportunità di dialogo con i loro vicini ebrei.
La fiducia è innegabilmente un elemento essenziale
per un dialogo effettivo. Oggi ho l’opportunità di ripetere che la Chiesa Cattolica
è irrevocabilmente impegnata sulla strada decisa dal Concilio Vaticano Secondo per
una autentica e durevole riconciliazione fra Cristiani ed Ebrei. Come la Dichiarazione
Nostra Aetate ha chiarito, la Chiesa continua a valorizzare il patrimonio spirituale
comune a Cristiani ed Ebrei e desidera una sempre più profonda mutua comprensione
e stima tanto mediante gli studi biblici e teologici quanto mediante i dialoghi fraterni.
I sette incontri della Commissione Bilaterale che già hanno avuto luogo tra la Santa
Sede e il Gran Rabbinato possano costituirne una prova! Vi sono così molto grato per
la vostra condivisa assicurazione che l’amicizia fra la Chiesa Cattolica e il Gran
Rabbinato continuerà in futuro a svilupparsi nel rispetto e nella comprensione. Amici
miei, esprimo ancora una volta il mio profondo apprezzamento per il benvenuto che
mi avete rivolto oggi. Confido che la nostra amicizia continui a porsi come esempio
di fiducia nel dialogo per gli Ebrei e i Cristiani di tutto il mondo. Guardando ai
risultati finora raggiunti, e traendo la nostra ispirazione dalle Sacre Scritture,
possiamo con fiducia puntare ad una sempre più convinta cooperazione fra le nostre
comunità – insieme con tutte le persone di buona volontà – nel condannare odio e persecuzione
in tutto il mondo. Prego Iddio, che scruta i nostri cuori e conosce i nostri pensieri
( Sl 139,23), perché continui ad illuminarci con la sua sapienza, così che possiamo
seguire i suoi comandamenti di amarlo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con
tutte le forze (cfr Dt 6,5) e di amare il nostro prossimo come noi stessi (Lev 19,18).
Grazie !