Il Papa sulla Spianata delle Moschee e al Muro del Pianto: ragione, libertà e carità
liberano l'uomo da odio e vendetta
Giornata intensa e fitta d’impegni quella odierna. La quinta giornata del pellegrinaggio
in Terra Santa ha portato in mattinata il Papa in tre luoghi simbolo delle tre grandi
religioni monoteistiche: la Spianata delle Moschee, il Muro del Pianto, il Cenacolo.
Poi nel pomeriggio la Messa nella Valle di Giosafat. Parlando al Gran Muftì, Benedetto
XVI ha sottolineato che ragione, libertà e carità liberano l’uomo dall’odio e dalla
vendetta. Al Muro del Pianto poi il Papa ha elevato la sua accorata preghiera di pace.
Ai Gran Rabbini d’Israele ha ricordato che ebrei e cristiani sono chiamati a difendere
insieme la vita, la famiglia e la libertà religiosa. Ma diamo la linea al nostro inviato
Roberto Piermarini:
Nell’incanto
di minareti, sinagoghe e campanili, in una splendida giornata di sole che solo Gerusalemme
sa offrire nelle giornate importanti, Benedetto XVI è entrato oggi nel cuore della
vecchia Città Santa, un viaggio nei ‘santuari’ per eccellenza delle altre due religioni
monosteiste: la Spianata delle Moschee, il più grande centro islamico dopo La Mecca
e Medina e il Muro del Pianto, cuore della vita ebraica ed ultimo bastione del vecchio
tempio di Gerusalemme. Nell’incantevole cornice della Cupola della Roccia, Benedetto
XVI come è nella tradizione islamica, si è tolto le scarpe per entrare nel Mausoleo
sovrastato dalla grande cupola dorata. Rivolgendosi al Gran Muftì - che ha parlato
al Papa sulle violazioni e sulle limitazioni di Israele contro il popolo palestinese
ed i luoghi santi - il Papa ha detto che la Cupola della Roccia fa riflettere sul
mistero della creazione e sulla fede di Abramo ed è qui che le vie delle tre grandi
religioni si incontrano: “In a world sadly torn by divisions...” “In
un mondo tristemente lacerato da divisioni - ha affermato - questo luogo serve da
stimolo e costituisce inoltre una sfida per uomini e donne di buona volontà ad impegnarsi
per superare incomprensioni e conflitti del passato ed a porsi sulla via di un dialogo
sincero finalizzato alla costruzione di un mondo di giustizia e di pace per le generazioni
che verranno”. Benedetto XVI ha ricordato che la fedeltà all’unico
Dio ci porta a riconoscere che gli esseri umani sono legati l’uno all’altro, perchè
tutti traggono la loro propria esistenza da una sola fonte e sono indirizzati verso
una meta comune. “Marcati con l’indelebile immagine del divino – ha detto il Papa
– essi sono chiamati a giocare un ruolo attivo nell’appianare le divisioni e nel promuovere
la solidarietà umana. Questo pone una grave responsabilità ma i cristiani affermano
che i doni divini della reagione e della libertà stanno alla base di questa responsabilità.
La ragione apre la mente per comprendere la natura condivisa ed il destino comune
della famiglia umana mentre la libertà spinge il cuore ad accettare l’altro ed a servirlo
nella carità. “Questa è la ragione – ha sottolineato il Papa – perchè operiamo per
salvaguardare i cuori umani dall’odio, dalla rabbia o dalla vendetta”. Dalla Spianata
delle Moschee Benedetto XVI si è quindi spostato al Muro dei Pianto – che contiene
pietre del tempio di Erode - dove lo attendeva il Rabbino Capo. Insieme hanno letto
un salmo in ebraico e in latino: un’invocazione di pace per Gerusalemme. Benedetto
XVI si è quindi raccolto in preghiera davanti al Muro ed ha lasciato un messaggio
tra le fessure delle grandi pietre levigate. Ecco il testo: Dio
di tutti i tempi, nella mia visita a Gerusalemme, la “Città della
Pace”, dimora spirituale per ebrei, cristiani e musulmani, porto
davanti a Te le gioie, le speranze e le aspirazioni, le angosce,
le sofferenze e le pene di tutto il Tuo popolo sparso nel mondo. Dio
di Abramo, Isacco e Giacobbe, ascolta il grido degli afflitti, degli
impauriti, dei disperati, manda la Tua pace su questa Terra Santa,
sul Medio Oriente, sull’intera famiglia umana; risveglia
il cuore di tutti coloro che chiamano il Tuo nome affinché vogliano
camminare umilmente sul cammino della giustizia e della pietà. “Buono
è il Signore con chi spera in lui, con l`anima che lo cerca”. (Lam
3, 25) (Canto – Centro Shlomo) Nel
vicino Centro “Hechal Shlomo” sede del Gran Rabbinato d’Israele, Benedetto XVI ha
espresso la soddisfazione per i frutti del dialogo ed ha incoraggiato una più convinta
cooperazione fra le due comunità nel condannare odio e persecuzione in tutto il mondo: “Jews
and Christians alike concerned...” “Ebrei e Cristiani – ha detto
auspicando un dialogo sempre più intenso - sono ugualmente interessati ad assicurare
rispetto per la sacralità della vita umana, la centralità della famiglia, una valida
educazione dei giovani, la libertà di religione e di coscienza per una società sana”.