2009-05-11 20:14:09

Rabbino Di Segni: importanti le parole del Papa contro l'antisemitismo. Pacifici:


Sui primi momenti del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Israele e, in particolare sulle parole del Papa all’arrivo a Tel Aviv, Fabio Colagrande ha raccolto il commento del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni:

R. – Io ho seguito la cerimonia di arrivo, e devo dire che ho l’impressione che si sia svolto tutto molto bene, che sia cominciata bene, con espressioni di rispetto reciproco, sincere e positive.

D. – “Sfortunatamente, l’antisemitismo continua a sollevare la sua ripugnante testa in molte parti del mondo; questo è totalmente inaccettabile, ogni sforzo dev’essere fatto per combattere l’antisemitismo dovunque si trovi”. Il Papa aveva già espresso questo concetto altre volte, magari con parole diverse; che impressione le ha fatto ascoltarle, oggi, proprio per la prima volta che Benedetto XVI arriva nello Stato d’Israele?

R. – E’ importante che questi concetti – che peraltro sappiamo ben condivisi e non formali da parte di questo Papa – siano riaffermati; certamente, nel pensiero di questo Papa, la parola antisemitismo non significa soltanto ostilità razzistica antiebraica, ma l’ostilità profonda – anche teologica -. Questo Papa si è adoperato contro l’ostilità antigiudaica teologica, e quindi che lo dica adesso, in terra d’Israele, è una cosa ulteriormente importante.

D. – Quanto, secondo lei, rabbino Di Segni, questo viaggio del Papa potrà rinsaldare ancora di più i rapporti fra le due religioni?

R. - Io credo sia una tappa necessaria e indispensabile, e per questo l’auspicio è appunto che tutto vada bene, perché queste presenze, chiaramente più di ogni altra dichiarazione o documento o cerimonia, sono dati reali che fanno impressione sul grande pubblico e che per questo hanno un impatto positivo.

D. – Si parla ancora su alcuni giornali degli effetti che ha avuto il caso Williamson. Adesso che il Papa è in Israele quel caso secondo lei si può considerare chiuso, anche dopo le parole pronunciate dal Pontefice nei mesi scorsi?

R. – Io credo che il caso sia chiuso da un pezzo, nel senso che una volta che è stata chiarita la dimensione della cosa e che il Papa stesso con un gesto inconsueto ha chiesto praticamente scusa per quello che era successo, mi pare che non ci debbano essere assolutamente equivoci.


E nella visita allo Yad Vashem il Papa ha detto che gli ebrei uccisi nella tragedia della Shoah persero la propria vita, ma non perderanno mai i loro nomi, perché essi sono incisi nella memoria di Dio. Adriana Masotti ha sentito Riccardo Pacifici, capo della comunità ebraica romana RealAudioMP3







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