Il Papa oggi in Israele: visita allo Yad Vashem, Memoriale dell'Olocausto
Oggi inizia la seconda tappa del pellegrinaggio di Benedetto XVI in Terra Santa: il
Pontefice arriverà alle 10.00, ora italiana, a Tel Aviv dove sarà accolto dal presidente
israeliano Shimon Peres e dal premier Benjamin Netanyahu. Nel pomeriggio, a Gerusalemme,
la visita allo Yad Vashem, il Memoriale dell'Olocausto, e più tardi l'incontro con
le organizzazioni per il dialogo interreligioso. Ma ascoltiamo il servizio del nostro
inviato a Gerusalemme Roberto Piermarini: Il pellegrinaggio
di Benedetto XVI in Terra Santa ha un carattere esclusivamente spirituale ma – come
hanno ribadito il nunzio in Israele mons. Franco ed il Patriarca latino di Gerusalemme
mons. Twal – in questa regione, religione e politica si sovrappongono. Il governo
israeliano - che ha riempito Gerusalemme di striscioni di benvenuto e di bandiere
vaticane – sta dando grande risalto a questa visita papale. La pagina web in sette
lingue, del Ministero del Turismo, definisce la visita “un ponte per la pace”. Il
sito, offrendo informazioni sul programma della visita e dati pratici per i pellegrini
che la seguiranno, sottolinea come quello di Benedetto XVI sia un pellegrinaggio di
pace e di riconciliazione”. Il Servizio Filatelico israeliano
ha preparato due serie di francobolli per la visita papale: la prima con immagini
dei luoghi santi e riferimenti biblici, mentre la seconda sarà emessa dopo la visita
e sarà realizzata con foto scattate durante il viaggio in Terra Santa di Benedetto
XVI. Dalla Cisgiordania il governo israeliano ha concesso migliaia di visti, ma non
altrettanto ha fatto con i cristiani di Gaza che ancora non sanno se potranno partecipare
alle celebrazioni pubbliche del Papa. La stampa israeliana ha annunciato – suscitando
tra l’altro reazioni negative all’interno del mondo politico del Paese – che il presidente
Shimon Peres avrebbe il desiderio di restituire alla Chiesa la sala del Cenacolo sul
Monte Sion. Ma gli stessi francescani della Custodia di Terra Santa sono molto scettici
in proposito. Ha destato tra l’altro molta impressione l’annuncio che duecento rabbini
di varie denominazioni, firmeranno un messaggio di benvenuto al Papa, che verrà pubblicato
sulle pagine del noto quotidiano israeliano “Haaretz”. Sul
fronte della Chiesa locale, fervono gli ultimi preparativi per accogliere nel migliore
dei modi il Papa ma – come dicono alcuni degli organizzatori – “la nostra povera Chiesa
ha avuto poco meno di due mesi per accoglierlo”. Quello che si teme, è che le ossessionanti
misure di sicurezza messe a punto a Gerusalemme dalle autorità israeliane, possano
“blindare” il pellegrinaggio “creando un clima così pesante – ci confessa un francescano
di Terra Santa – che costringerà il Papa a non sentire la presenza dei nostri fedeli,
ma a passare tra due ali di soldati. Durante la visita verranno chiusi tutti gli accessi
alla Città Vecchia ed anche l’immenso bazar. I cristiani sono stati invitati a partecipare
alle messe pubbliche che si terranno a Gerusalemme, Betlemme e Nazareth, - ha detto
il religioso - ma se continuerà a persistere un clima di paura, molti di loro preferiranno
seguire le celebrazioni in televisione”. In Terra Santa intanto, stanno giungendo
dall’Europa, dagli Stati Uniti, dall’America Latina e dall’Australia, 7 mila giovani
del Cammino neocatecumenale, che avranno incontri di preghiera con la Chiesa locale
di Israele e Palestina nelle parrocchie latine, greco-cattoliche e maronite; visiteranno
anche ospedali, scuole cattoliche e case di riposo. Un segno di comunione e di incoraggiamento
per questa piccola Chiesa di Terra Santa, che guarda con speranza all’arrivo del Papa.