Benedetto XVI ai Vespri nella Cattedrale di San Giorgio: i cristiani contribuiscano
al progresso della società, testimoniando la speranza nel Signore Risorto
La seconda giornata di Benedetto XVI in Giordania si è conclusa ieri sera con la celebrazione
dei Vespri nella Cattedrale greco-melkita di San Giorgio ad Amman. Evento che ha offerto
l’occasione al Papa di incontrare le diverse realtà della comunità cristiana giordana:
dai seminaristi ai laici, dai sacerdoti alle religiose, ancora agli esponenti dei
movimenti ecclesiali. Per tutti, il Santo Padre ha avuto parole di incoraggiamento
ed ha sottolineato il ruolo fondamentale dei cattolici per il progresso della società
giordana. Il Papa è stato accolto alla porta della Cattedrale dal Patriarca greco-melkita
Gregorio III Laham e dal suo vicario, mons. Yasser Ayyach. Una sintesi del discorso
di Benedetto XVI nel servizio di Alessandro Gisotti: (Canti)
“La
voce autentica della fede porterà sempre integrità, giustizia, compassione e pace”:
è quanto sottolineato da Benedetto XVI che, in un incontro contraddistinto dall’affetto
caloroso dei fedeli e impreziosito dalla bellezza della liturgia, ha incoraggiato
i cristiani di Giordania a dare il loro contributo alla vita della società:
“Guided
by the light of the Risen Lord…” “Guidati dalla luce del Signore Risorto,
infiammati dalla sua speranza e rivestiti della sua verità e del suo amore – ha detto
il Papa - la vostra testimonianza porterà abbondanti benedizioni a coloro che incontrerete
lungo la strada”. Ed ha esortato i giovani cristiani giordani a non aver paura di
dare un “contributo saggio, misurato e rispettoso alla vita pubblica del regno”. Il
Pontefice si è soffermato sulle tante attività caritative portate avanti dai cristiani
in favore di tutti i giordani, musulmani e di altre religioni. Come anche per il “vasto
numero di rifugiati” accolti generosamente dal Regno di Giordania. Il Papa ha menzionato
gli asili infantili, le case per anziani, gli ospedali, le iniziative culturali e
per il dialogo interreligioso. “La vostra presenza in questa società – ha ribadito
– è un meraviglioso segno della speranza che ci qualifica come cristiani”:
“That
hopes reaches far beyond the confines…” “Tale speranza – ha affermato
– giunge ben oltre i confini delle nostre comunità cristiane”. E così, nel servizio
di carità, si possono cogliere “preoccupazioni e difficoltà che oltrepassano i confini
culturali e religiosi”. Il Papa si è dunque soffermato sulle “speranze e le aspirazioni
dei genitori per i loro bambini” rilevando le preoccupazioni per gli “influssi negativi
così penetranti nel nostro mondo globalizzato, compresi gli elementi distruttivi dell'industria
del divertimento che con tanta insensibilità sfruttano l'innocenza e la fragilità”
dei giovani:
“Yet, with your eyes firmly fixed
on Christ…” “Tuttavia – ha rassicurato – con i vostri occhi fissi su
Cristo, la luce che disperde ogni male, ripristina l'innocenza perduta, ed umilia
l'orgoglio terreno, porterete una magnifica visione di speranza a tutti quelli che
incontrate e servite”. Benedetto XVI non ha mancato di soffermarsi sulla ricchezza
inestimabile di cui sono eredi i cristiani d’oriente:
“The
ancient living treasure of the traditions…” “L’antico tesoro vivente
delle tradizioni delle Chiese Orientali – ha rilevato – arricchisce la Chiesa universale
e non deve mai essere inteso semplicemente come oggetto da custodire passivamente”.
Il Papa ha voluto in particolare ricordare quei “momenti di riconciliazione che hanno
fortificato meravigliosamente la comunione della Chiesa” ai quali i cristiani orientali
hanno contribuito grandemente:
“Most of you trace
ancient link to the Patriarchate of Antioch…” “La maggior parte di voi
– ha notato il Papa - ha antichi legami con il Patriarcato di Antiochia, e così le
vostre comunità sono ben radicate qui nel Vicino Oriente”. Proprio come duemila anni
fa ad Antiochia i discepoli vennero chiamati Cristiani per la prima volta, così anche
oggi, ha soggiunto, “come piccole minoranze in comunità disseminate in queste terre,
anche voi siete riconosciuti come seguaci del Signore”. Li ha così invitati a ravvivare
gli antichi ricordi delle opere di Dio, far presenti le sue grazie di salvezza diffondendo
di nuovo “il primo raggio della luce pasquale”.
(Canti)
Il
Papa ha dunque sottolineato l'impegno dei cristiani in favore di tutta la popolazione
giordana. Un aspetto, questo, ribadito anche da mons. Yaser Ayyach, vicario
del Patriarca greco-melkita ed arcivescovo di Petra e Filadelfia, intervistato dal
nostro inviato in Giordania, Pietro Cocco:
R. – Guardiamo
sempre al bene di tutte le popolazioni, senza distinzioni. Per questo, preghiamo sempre,
ogni giorno, ogni ora, per la pace.
D. – In Giordania
c’è un clima di armonia tra la maggioranza della popolazione musulmana e quella cristiana.
Ci può fare qualche esempio di questa collaborazione?
R.
– Siamo in un Paese moderato dove siamo liberi di praticare il nostro culto, le celebrazioni,
siamo liberi di fare tutto. Noi, in Giordania, conviviamo insieme da secoli, stiamo
bene insieme, siamo tranquilli, viviamo bene. Siamo tutti giordani, non c’è distinzione
tra musulmani e cristiani. Speriamo che, specialmente questa visita del Papa confermi,
renda più forte questa coesistenza tra musulmani e cristiani giordani. Questa testimonianza
la vogliamo. Mi viene sempre in mente la parola di Gesù a Pietro: “Conferma i tuoi
fratelli”. E lui viene per darci la forza per andare avanti, con la nostra testimonianza
cristiana. (Montaggio a cura di Maria Brigini)