Giorno della Memoria: stretta di mano tra le vedove Calabresi e Pinelli
“Mai dimenticare, ma superare il rancore”. Così il presidente della Repubblica Napolitano
celebrando questa mattina al Quirinale il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo.
Presenti alla cerimonia Licia Rognini, vedova dell'anarchico Giuseppe Pinelli, e Gemma
Capra, vedova del commissario Luigi Calabresi: le due donne si sono strette la mano
per la prima volta. In mattinata a Roma Napolitano ha deposto una corona di fiori
sulla lapide che ricorda Aldo Moro. Il servizio è di Paolo Ondarza.
A distanza
di tanti anni dalla strage di piazza Fontana, compiuta nel 1969 – ha spiegato Napolitano
- “non si è riusciti a far scaturire un’esauriente verità giudiziaria”. Il capo dello
Stato ha anche definito "indulgenza incomprensibile" quella delle autorità francesi
e brasiliane sulla richiesta di estradizione di Cesare Battisti. "Spero che la mia
voce sia ascoltata in spirito di amicizia", ha aggiunto. Napolitano che ieri aveva
parlato di nuovi segnali positivi per costruire una storia comune, oggi ha assistito
alla stretta di mano tra due donne dalle storie dolorose, invitate alla cerimonia:
Gemma Capra, vedova del commissario Calabresi, ucciso sotto casa nel 1972, dopo una
campagna che gli addossava la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli; e Licia Rognini,
vedova di quest’ultimo, morto precipitando da una finestra della questura di Milano,
tre giorni dopo la strage di piazza Fontana, per la quale era interrogato. Ma quanto
è viva oggi la memoria? Il presidente dell’Associazione Italiana vittime del terrorismo
Dante Notaristefano:
R. - Noi,
come associazione, abbiamo collaborato, recentemente, ad un filmato presentato al
presidente della Repubblica, per dare una scossa al ricordo delle vittime del terrorismo
e per contrastare la eccessiva esposizione dei terroristi, quelli che erano, diciamo,
i carnefici e che oggi vogliono presentarsi come coloro che avevano, in quel tempo,
ragione.
D. – Più che vendetta si chiede verità…
R.
– Ci sono ancora dei punti oscuri. Noi stiamo insistendo perché venga eliminato il
segreto di Stato su questi fenomeni del terrorismo.
D.
– Napolitano ha parlato di segni positivi per giungere a ricostruire una storia comune
sul terrorismo…
R. – Noi apprezziamo il presidente
Napolitano che ha detto che, coloro che sono stati gli artefici di quei delitti, non
devono sentirsi autorizzati, oggi, a salire in cattedra anche se hanno pagato magari
con la detenzione. Devono agire con discrezione e misura perché, diceva Napolitano,
le responsabilità morali non cessano per il fatto stesso di avere espiato la pena.