Il Papa ad Amman: vengo come pellegrino per venerare i luoghi santi. Si promuova la
pace in Medio Oriente, la libertà religiosa e l'alleanza tra occidente e mondo musulmano
“Vengo in Giordania come pellegrino, per venerare i luoghi santi”: con queste parole,
pronunciate durante la cerimonia di benvenuto all’aeroporto di Amman, Benedetto XVI
ha iniziato il suo pellegrinaggio in Terra Santa, che dall’11 al 15 maggio lo vedrà
in Israele e Territori palestinesi. Il Papa ha parlato della libertà religiosa come
diritto umano fondamentale, della promozione di una pace durevole e di una vera giustizia
in Medio Oriente, dell’alleanza di civiltà tra mondo occidentale e quello musulmano
a smentire i profeti della inevitabilità del conflitto tra le culture. Ecco il testo
integrale del primo discorso del Papa ad Amman nella sua traduzione dall’originale
inglese:
Maestà, Eccellenze, Cari Fratelli Vescovi, Cari Amici,
è
con gioia che saluto tutti voi qui presenti, mentre inizio la mia prima visita in
Medio Oriente dalla mia elezione alla Sede Apostolica, e sono lieto di posare i piedi
sul suolo del Regno Ascemita di Giordania, una terra tanto ricca di storia, patria
di così numerose antiche civiltà, e profondamente intrisa di significato religioso
per Ebrei, Cristiani e Musulmani. Ringrazio Sua Maestà il re Abdullah II per le sue
cortesi parole di benvenuto e Gli porgo le mie particolari congratulazioni in questo
anno che segna il decimo anniversario della sua ascesa al trono. Nel salutare Sua
Maestà, estendo di cuore i migliori auguri a tutti i membri della Famiglia Reale e
del Governo, e a tutto il popolo del Regno. Saluto i Vescovi qui presenti, specialmente
quelli con responsabilità pastorali in Giordania. Mi dispongo con gioia a celebrare
la liturgia nella Cattedrale di San Giorgio domani sera e nello Stadio Internazionale
domenica insieme con Voi, cari Vescovi, e con così numerosi fedeli affidati alla vostra
cura pastorale. Vengo in Giordania come pellegrino, per venerare i luoghi santi
che hanno giocato una così importante parte in alcuni degli eventi chiave della storia
Biblica. Sul Monte Nebo, Mosè condusse la sua gente per gettare lo sguardo entro la
terra che sarebbe diventata la loro casa, e qui morì e fu sepolto. A Betania al di
là del Giordano, Giovanni Battista predicò e rese testimonianza a Gesù, che egli stesso
battezzò nelle acque del fiume che dà a questa terra il nome. Nei prossimi giorni
visiterò entrambi questi luoghi santi e avrò la gioia di benedire le prime pietre
delle chiese che saranno costruite sul luogo tradizionale del Battesimo del Signore.
La possibilità che la comunità cattolica di Giordania possa edificare pubblici luoghi
di culto è un segno del rispetto di questo Paese per la religione e a nome dei Cattolici
desidero esprimere quanto sia apprezzata questa apertura. La libertà religiosa è certamente
un diritto umano fondamentale ed è mia fervida speranza e preghiera che il rispetto
per i diritti inalienabili e la dignità di ogni uomo e di ogni donna giunga ad essere
sempre più affermato e difeso, non solo nel Medio Oriente, ma in ogni parte del mondo. La
mia visita in Giordania mi offre la gradita opportunità di esprimere il mio profondo
rispetto per la comunità Musulmana e di rendere omaggio al ruolo di guida svolto da
Sua Maestà il Re nel promuovere una migliore comprensione delle virtù proclamate dall’Islam.
Ora che sono passati alcuni anni dalla pubblicazione del Messaggio di Amman e del
Messaggio Interreligioso di Amman, possiamo dire che queste nobili iniziative hanno
ottenuto buoni risultati nel favorire un’alleanza di civiltà tra il mondo Occidentale
e quello Musulmano, smentendo le predizioni di coloro che considerano inevitabili
la violenza e il conflitto. In effetti, il Regno di Giordania è da tempo in prima
linea nelle iniziative volte a promuovere la pace nel Medio Oriente e nel mondo, incoraggiando
il dialogo inter-religioso, sostenendo gli sforzi per trovare una giusta soluzione
al conflitto Israeliano-Palestinese, accogliendo i rifugiati dal vicino Iraq, e cercando
di tenere a freno l’estremismo. Non posso lasciare passare questa opportunità senza
richiamare alla mente gli sforzi d’avanguardia a favore della pace nella regione fatti
dal precedente re Hussein. Come appare opportuno che il mio incontro di domani con
i leader religiosi musulmani, il corpo diplomatico e i rettori dell’Università abbia
luogo nella moschea che porta il suo nome. Possa il suo impegno per la soluzione dei
conflitti della regione continuare a portar frutto nello sforzo di promuovere una
pace durevole e una vera giustizia per tutti coloro che vivono nel Medio Oriente. Cari
Amici, nel Seminario tenutosi a Roma lo scorso autunno presso il Foro Cattolico-Musulmano,
i partecipanti hanno esaminato il ruolo centrale svolto, nelle nostre rispettive tradizioni
religiose, dal comandamento dell’amore. Spero vivamente che questa visita e in realtà
tutte le iniziative programmate per promuovere buone relazioni tra Cristiani e Musulmani,
possano aiutarci a crescere nell’amore verso Dio Onnipotente e Misericordioso, come
anche nel fraterno amore vicendevole. Grazie per la vostra accoglienza. Grazie per
la vostra cortesia. Che Dio conceda alle Vostre Maestà felicità e lunga vita! Che
Egli benedica la Giordania con la prosperità e la pace!