C’è Mosca dietro il tentato golpe messo ieri in campo in Georgia da alcuni generali.
L’accusa è del presidente di Tiblisi, Mikhail Saakashvili, che ha inoltre parlato
di una seria minaccia nei suoi confronti, nonostante la rivolta si sia conclusa senza
spargimento di sangue. Immediata la risposta del Cremlino: accuse, quelle del capo
di Stato georgiano ''assurde e ridicole''. Ma quali effetti il tentato colpo di Stato,
avvenuto alla vigilia delle esercitazioni Nato in Georgia, può avere ora nella difficile
realtà caucasica? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Fulvio Scaglione, vicedirettore
di Famiglia Cristiana, esperto dell’area ex sovietica: