La Cei presenta il Fondo di garanzia per le famiglie in difficoltà
Nella sede della nostra emittente è stata presentata l'iniziativa del Fondo di garanzia
per le famiglie in difficoltà promosso dalla Conferenza episcopale italiana (Cei)
con il concorso operativo dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi). Alla conferenza
stampa hanno partecipato, tra gli altri, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente
della Cei, e il dottor Corrado Faissola, presidente dell’Abi. C'era per noi Amedeo
Lomonaco: Il cardinale
Angelo Bagnasco ha detto che la crisi economica che sta attraversando l’Italia, effetto
di una più ampia recessione a livello internazionale, è lo scenario in cui si colloca
l’iniziativa del Fondo promosso dalla Conferenza episcopale italiana:
“Chi
fa le spese di questa imprevista stagione è in particolare quella parte della popolazione
che, in realtà, non ha mai scialacquato e che già prima era in sofferenza per una
cronica ristrettezza economica. Quel lavoro che già prima era precario, ora lo è di
più, e quando si interrompe lascia senza garanzie di affidabile sussistenza”.
Come
pastori – ha aggiunto il porporato – diamo voce alla gente e alle preoccupazioni generali
che non sono piccole né poche. Il fondo intende essere un segno e insieme uno strumento
di speranza:
“Si presenta come un’iniziativa di respiro nazionale, la
prima in assoluto nel suo genere, e che intende dare una risposta concreta a quelle
famiglie monoreddito, che abbiano perso l’unico reddito, con tre figli a carico, oppure
segnate da situazioni di gravi malattie o disabilità”.
La colletta nazionale
indetta il prossimo 31 maggio, domenica di Pentecoste, costituirà l’avvio del Fondo:
“Sarà
possibile implementare il fondo grazie a libere offerte indirizzate a conti correnti
postali e bancari, così come grazie a possibili elargizioni e contributi da parte
di fondazioni, aziende ed altri soggetti”.
Come ha di recente ricordato
Benedetto XVI – ha concluso il cardinale Angelo Bagnasco – amore per i poveri e liturgia
vanno insieme:
“L’amore per i poveri è liturgia. I due orizzonti sono
presenti in ogni liturgia celebrata e vissuta della Chiesa, che per sua natura si
oppone alla separazione tra il culto e la vita, tra la fede e le opere, tra la preghiera
e la carità per i fratelli”.
Su questa iniziativa Amedeo Lomonaco
ha intervistato mons. Giampietro Fasani, economo della Conferenza episcopale
italiana: R.
– Di fronte alla crisi, la Chiesa italiana vuole dare con la colletta un segnale di
forte speranza e anche di forte educazione: un’educazione a vivere senza sperperare,
come ben ci ha richiamato anche il Papa, in modo che sia superabile la difficoltà
e sia superabile con l’aiuto di tutti. Risponde a questa esigenza la nascita di questo
Fondo a garanzia che permette alle banche di intervenire in situazioni di famiglie
con particolari difficoltà. D. – Come possono accedere le famiglie
in difficoltà economica a questo fondo di solidarietà? R. –
Le famiglie in difficoltà possono rivolgersi alla parrocchia e poi alla Caritas diocesana,
che farà un primo screening di scelta delle famiglie. Se queste hanno i requisiti
necessari, la Caritas li segnalerà alle banche che hanno aderito a questo Fondo. Il
Fondo erogherà 500 euro al mese per un anno. Se poi la situazione di difficoltà dovesse
permanere, potrà essere erogato anche per il secondo anno. D.
– Questo denaro verrà concesso in prestito? R. – La somma erogata
è in prestito. L’abbiamo chiamata questa operazione prestito della speranza. Si tratta
di un prestito perché quando una famiglia ritorna nel mondo del lavoro, si ritiene
sia corretto che restituisca quanto le è stato anticipato. In questo modo altro denaro
può essere messo a disposizione di altre famiglie in difficoltà. L’idea è quella di
prestito della speranza, nella convinzione che davvero la crisi vada verso una risoluzione
e, di conseguenza, ci possa essere un ritorno nel mondo del lavoro. D.
– Dunque un “prestito della speranza” promosso dalla Chiesa italiana che si accompagna
anche all’impegno delle banche italiane... R. – Le banche italiane
sono con noi in questo grande impegno: la Chiesa italiana, nel costituire il Fondo,
le banche nel rispondere a questa garanzia che diamo con un impegno molto superiore.
Per il momento, le banche sono disposte ad erogare 180 milioni con un fondo di copertura
di 30 milioni. C'è anche una buona attenzione per quanto riguarda il tasso che sarà
ridotto del 50 per cento sul Taeg (tasso annuo effettivo globale) di oggi.